La costanza del Brasile nello sfornare band estreme e longeve è innegabile, e i Nervochaos non fanno eccezione. Dopo il compimento del ventesimo anniversario di attività, i Nostri si sono dedicati anima e corpo alla creazione del loro ultimo album: “Nyctophilia“. Una sorta di inno alla notte, espresso tramite un extreme metal fatto alla vecchia maniera, che rende bene l’idea di quanto questi quattro metallari siano devoti alla causa.
La band non ha inventato nulla: musicalmente parlando non c’è niente di incredibilmente innovativo, le influenze sono varie e marcatissime, ma l’attitudine porta questo lavoro a un livello superiore. La produzione è forse approssimativa e caotica, ma ciò non basta per confonderci riguardo l’obiettivo dei Nervochaos.
Una sorta di mescolanza di Death Metal, Thrash e Grind che a orecchio cita un po’ band come Carcass, Napalm Death e i primissimi Sepultura, ovviamente con le doverose distanze, ma mantenendo il giusto tiro e la giusta malignità che si confà alle tematiche tetre insite nella parola Nyctophilia (l’amore per la notte e il buio).
Il disco inizia senza un minimo di introduzione e bombarda pesantemente fin da subito; qualche slow tempo e variazione sul genere cercano di tamponare la mancanza di longevità, che nel complesso non pesa poi molto, in quanto il reale problema del disco è da rintracciare nei suoni e nella produzione.
Ho faticato molto ad ascoltare il disco nella sua interezza e ho dovuto risentirlo a spezzoni, in quanto il mix e il successivo master sono pesantissimi da sostenere e affaticano molto, penalizzando di fatto un gruppo che, seppur non in maniera originale, esprime musica concreta e sicuramente apprezzabile.
L’intensa attività live e gli oltre vent’anni di carriera dimostrano infatti che la band c’è ed è vivissima, quindi se non siete troppo sofisticati nell’ascolto e amate i suoni super compressi, questo disco fa assolutamente per voi.