Sono passati quasi cinque anni dall’ultimo album degli Ex Deo e un anno dall’annuncio di “The Immortal Wars“. Finalmente il side project dei Kataklysm, guidato dal carismatico Maurizio Iacono, ci ritrasporta nell’antica Roma con questo nuovo lavoro. Ovviamente, come per i precedenti album “Romulus” e “Caligvla”, anche “The Immortal Wars” è ambientato in epoca romana e ci racconta la storia della seconda guerra Punica e la sconfitta di Annibale nella battaglia di Zama. Otto brani epici, di puro Death Metal con delle orchestrazioni magistrali ad amalgamare il tutto.
Già dal primo brano “The Rise of Hannibal” possiamo immaginare cosa ci aspetta in seguito. Un Death Metal rude, lento, potente, che con le atmosfere presenti ci trasporta indietro di duemila anni, nell’immaginario mondo romano degli Ex Deo. L’ascesa di Annibale continua con “Hispania (The Rise of Saguntum)“, brano più veloce e lineare del precedente. Come sempre il growl di Iacono è molto chiaro, così, oltre alla parte strumentale, anche il testo dei brani viene valorizzato alla meglio. Su “Crossing the Alps“ troviamo un interessante assolo di chitarre armonizzato in stile maideniano post reunion, perfettamente incastrato nel tipico sound Death Metal del brano. Finalmente c’è un attimo di respiro con “Suvetaurilia“, un breve intermezzo da colonna sonora cinematografica, per arrivare a quello che a mio parere è uno dei brani più interessanti di questo disco, “Cato Major: Carthago Delenda Est!“. E se una canzone può distruggere l’esercito di Cartagine, questa con il suo legato di batteria e chitarra iniziale è il brano adatto per incoraggiare l’esercito di Iacono e soci all’attacco. “Ad Victoriam (The battle of Zama)“, come nella storia, ci avvia alla conclusione di questo viaggio musicale. Gli ultimi due brani “The Spoils of War“, di certo la più epica di tutto l’album, e “The Roman“, che è stata anche il primo singolo pubblicato e dove a metà brano possiamo sentire Maurizio Iacono far crescere il proprio ego in italiano, ci portano alla fine di questa epica battaglia. Il brano finale è, con i suoi sei minuti, anche il più lungo di tutto il disco e ci troviamo un’intro di pianoforte, cori di voci femminili, chitarre lente e potentissime che di colpo esplodono e si incastrano alla perfezione con il drumming tipico del genere.
Traendo le conclusioni, “The Immortal Wars“ segna un degno ritorno sulle scene degli Ex Deo. Un album completo musicalmente che, oltre ad essere piacevolmente ascoltabile grazie al concept su cui è costruito, diventa anche una vera e propria lezione di storia antica da tramandare ai posteri tramite il ruggito di Maurizio Iacono: “Con il sangue romano, con l’onore dell’aquila, siamo figli di Romolo, un sogno, un brivido, sempre con te, fino alla fine dei tempi, Ave Roma!”