I floridiani DEVIL GONE PUBLIC propongono un misto di generi molto variegato, hanno una base molto southern (vedi Pantera, Black Label Society, Corrosion of Conformity) a cui si sovrappongono influenze stoner rock che ricordano i Queens of the Stone Age nella loro incarnazione più divertente, alcuni pezzi sembrano letteralmente saltellare dato il susseguirsi di riff rockeggianti e roboanti.
Questo è un disco on the road, sarebbe la perfetta colonna sonora per un lungo viaggio. Le canzoni in questione spingono incessantemente l’ascoltatore a muovere la testolina, poiché la verve prodotta da questa band è veramente tanta. Un amante del buon rock metallizzato qui potrebbe trovare tutto quello che cerca, qui c’è groove, melodia e addirittura blast beat improvvisi, durante i quali l’ascoltatore resta perplesso e annichilito!
Per tutta la durata del disco si respira adrenalina pura e anche la tecnica in questa release non sembra mancare: da ascoltare con attenzione i cambi intricati nella stonereggiante “Satan, Hold My Hand“, in cui si passa spesso da un ritmo tipicamente rock a ritmiche groovy e corrosive che appesantiscono l’atmosfera rendendola a tratti opprimente.
Il mio pezzo preferito è “Poison the Well“, il quale ha un incedere divertente ed è pieno di stop and go che tengono l’attenzione sempre alta. Qui si mescolano tante cose, echi di Alice in Chains, ritmiche d’impatto e groove a quintalate.
È molto strano, secondo il mio modesto parere, che nessuna etichetta abbia notato questa band per inserirla nel proprio roster. Questo gruppo non ha nulla da invidiare alle band più famose che possiamo trovare in negozio.
In conclusione posso sicuramente dire che questo disco mi è piaciuto davvero molto, è molto vario ed efficace, le canzoni sono molto “abrasive” e l’intero album si fa ascoltare con molta naturalezza. Questo disco diverte (e non è cosa da poco), ogni pezzo ha una sua particolarità e quando la musica parte, sentirete la freschezza del vento sul viso come se foste su una motocicletta sulla ROUTE 66.