In Italia il Doom Metal rappresenta una sorta di certezza, abbiamo infatti avuto l’onore di avere, tra le nostre file, artisti incredibili come Paul Chain, i Gothic Stone (definiti, da molti, i Candlemass italiani non a caso), i Black Oath, i Doomraiser, i ThunderStorm (che spero, prima o poi, facciano un ritorno in grande stile come solo dei maestri del Doom possono fare), L’Impero Delle Ombre, i Messa, i Tethra e tantissimi altri che vi invito vivamente ad approfondire.
Gli Abyssian sono una di queste realtà, il loro è un Doom pesante, malinconico e influenzato dal Gothic, che sicuramente saprà far felici i fan del genere grazie a delle melodie emozionanti ed efficaci ma anche – e soprattutto – ad un sound massiccio che non disdegna momenti più sostenuti e violenti, distaccandosi in parte dalla teatralità tipica del Dark Sound italiano in favore di una musica più moderna ma ugualmente emozionante.
Dopo una lunga attesa di 5 anni dal precedente “Nibiruan Chronicles” esce “Godly“, che mette da subito in chiaro la direzione musicale del progetto grazie all’opener “Seven”, un brano che parte lento per poi esplodere in un Doom roccioso dal tiro sostenuto che riesce a fare breccia fin dal primo ascolto.
Si prosegue poi con “Fall Apart”, uno dei brani più particolari del lotto, che mostra influenze Alternative, brano sicuramente interessante ed originale ma che fatica ad ingranare.
Tra gli highlight del disco vi è la fantastica “Nigra Lux”, che alterna sfuriate Metal a divagazioni più Progressive ed intime, in un connubio perfetto di melodia e pesantezza, un brano che alza l’asticella qualitativa del disco e si pone tra i suoi episodi migliori.
Altro pezzo meritevole di lode è la title track “Godly”, che dopo una intro inquietante e sinistra esplode in un brano ancora una volta articolato tra parti spiccatamente Doom ed altre più leggere ed emotive, mescolando ottimamente i due elementi e risultando una graditissima sorpresa.
L’album si conclude poi con “2nd Sunrise”, brano forse un po’ prolisso e che fatica a rimanere impresso per colpa di un riffing un po’ generico, sembra un brano composto senza troppa attenzione per allungare il minutaggio.
Non ci resta quindi che tirare le somme su questo Godly: l’album merita attenzione e propone quasi un’ora di buona musica, grazie al suo sound catacombale e possente ma orecchiabile e diretto.
Il Doom è una musica che può risultare aggressiva e gli Abyssian lo sanno bene, spingendo in più occasioni su riffoni monolitici che risultano però un po’ scontati in alcuni episodi.
Le vocals, oltretutto, non sono sempre al top e in varie sezioni, specialmente in quelle meno aggressive, risultano un po’ piatte e poco incisive, andando a inficiare un po’ la godibilità.
Spero che produzioni future possano limare i difetti di cui soffre questo album, migliorando il songwriting e sviluppando un sound che già da ora gode di una personalità piuttosto definita ma che necessita di ulteriore raffinatezza.
Consiglio l’ascolto per rendersi conto di quanto la scena Doom in Italia sia prolifica e volenterosa di sperimentare, riuscendo comunque a stupire senza venire meno alle caratteristiche del genere.
Il nostro è un Doom cattivo, sinistro ed inquietante ed oggi come mai prima d’ora vi è un movimento di gruppi che vogliono uscire allo scoperto e mostrare al mondo quanto i gruppi italiani siano validi.
Tracklist:
1. Seven
2. Fall Apart
3. Soul Colonnades
4. Nigra Lux
5. Milsterak
6. As the Sun
7. Godly
8. 2nd Sunrise