HIGH FIGHTER – Scars & Crosses

by Tancredi Cassina

HIGH FIGHTER, Suona bene come nome, rimanda a pietre miliari del genere come gli High on fire e da anche il metro di cosa ci si aspetta a livello musicale: psichedelia, cattiveria e un bel po’ di tiro.

Scars & Crosses non è per niente un album clone di mille altri del genere, stereotipato sull’onda della moda stoner/sludge che sta prendendo piede, ma bensì una perla di indiscutibile valore, un piccolo scrigno contenente calore, sabbia e profumo di gardenia. Come intrappolare un pezzetto di deserto in uno scrigno rigorosamente femminile.

Ebbene si, la voce femminile è quel piccolo peso che fa pendere l’ago della bilancia verso il bello rispetto l’esser piccoli cloni di band già ben consolidate, l’intero album con una voce maschile sarebbe stato anonimo. La carismatica Mona ci trascina nel groove con la sua suadente voce, in breve ci troviamo in un trip magnifico fatto di intermezzi psichedelici, sanguigni, bluesy e carichi di energia e riff enormi, che ci mandano al tappeto con l’energia che solo le grandi band Sludge hanno. Le scelte di sound sono presto dette, Toshi Kasai (Melvins fra gli altri nel suo palmares) ha mixato e masterato una LIVE SESSION in studio. Il prodotto quindi è quanto di più genuino si possa ottenere da una band in studio, con le dovute complicanze, ma anche con il dovuto valore aggiunto in termini di groove e atmosfera.

Parti strumentali suonate impeccabilmente, suoni curati, amalgama da band ben in confidenza e produzione stellare per il genere (un esordio mixato da Kasai, invidiabili quantomeno)

Diciamocelo, la voce maledetta molto Jopliniana ci piace, non è comune e non è facile da inserire nel contesto rock. I nostri cari HIGH FIGHTER sono stati davvero bravi in questo, considerando che è il loro primo vero e proprio album dopo l’EP autoprodotto del 2014.

Complessivamente è un cd che mi è piaciuto e col tempo è cresciuto, i dettagli vengono a galla con un po’ di ascolti. Sinceramente lo trovo positivo, perchè i dischi che si svelano immediatamente tendono a stancare con facilità.

In base al mood del momento il disco si presta a molte funzioni: è un lieto accompagnamento, è un’attrazione principale, è un bel cazzotto in faccia da parte di un combattente strafatto, sta a voi decidere come vi sentite e premere Play.

formazione:

Mona Miluski – vocals
Christian “Shi” Pappas – guitar
Ingwer Boysen – guitar
Constantin Wüst – bass
Thomas Wildelau – drums & backing vocals

Donation for Author

Buy author a coffee

You may also like

Utilizziamo i cookie per personalizzare contenuti ed annunci, per fornire funzionalità dei social media e per analizzare il nostro traffico. Condividiamo inoltre informazioni sul modo in cui utilizza il nostro sito con i nostri partner che si occupano di analisi dei dati web, pubblicità e social media, i quali potrebbero combinarle con altre informazioni che ha fornito loro o che hanno raccolto dal suo utilizzo dei loro servizi Accetta Continua a Leggere