I Blut sono una band sicuramente non convenzionale, come non convenzionale è la mente che sta dietro ai Blut. Parliamo di Alessandro Schumperlin, cantante già della Goth band Anthologies, ormai sciolta, che è stata una delle realtà più interessanti di questi anni nel nostro paese. I Blut sono (o per meglio dire, è) un progetto che esce da qualsiasi schema.
Dargli una collocazione a livello di genere musicale o etichetta è pressoché impossibile. E forse, questo è il suo punto di forza.
L’album è il classico prodotto che mette in crisi qualsiasi recensore professionista o semplice appassionato che esso sia. Tant’è che quando mi è capitato in mano questo lavoro mi son detta: ‘Sentiamo questo prodotto che descrivono come estremamente particolare’ e posso assicurarvi che non avete la minima idea di quanto le parole ‘estremamente particolare’ siano appropriate.
Inside my Mind è un prodotto che metterà a dura prova la vostra competenza musicale e metterà in dubbio anche la vostra sanità mentale!
All’interno troviamo, insieme alla mente del progetto Alessandro Schumperlin, una serie di artisti che hanno dato vita a quello che potremmo definire: ‘delirio sonoro’, tra i quali: componenti degli Eternal Silence (ovvero la cantante Marika Vanni, che appare nella canzone Where Are They, di Davide Rigamonti alla chitarra e di Alessio Sessa al basso), Matteo Calautti alla batteria e Silvia Sciacca, un altra guest nelle parti vocali.
Un plauso per la partecipazione alle tastiere ed ad alcune parti di basso e percussioni, va a Giulio Capone, ex membro dei Bejelit, ora militante nei Temperance.
In Inside my Mind, la prestazione di Giulio non si limita alla sola apparizione musicale, ma ha anche dato un grande contributo alla produzione, donandole spessore e risalto, in quanto l’album è stato registrato e prodotto nel sui Old Ones Studio (presso Music Ink), sempre sotto l’occhio vigile del Master Mind del progetto.
Passiamo ora a parlare della musica, delle tracce che compongono l’album.
Come dicevo poco sopra, è tanto evidente la creatività che pervade questo disco quanto la difficile comprensione dello stesso: si passa con grande disinvoltura da generi più impegnati che tendono al Dark, a pezzi che richiamano molto anche il primo Black Metal degli anni 80/90, con l’uso massiccio di armonizzazione sinfonica, fino ad arrivare a toccare lidi pseudo Punk come in ‘La Strada di Cappuccetto Rosso’, l’unico pezzo del lotto cantato in italiano, dove torna a sentirsi la voce di Silvia Sciacca nella parte del ritornello.
Questo progetto, per antonomasia, non nasce per essere catalogato e non sarò io a inscatolarlo dentro un genere.
Lascio quindi all’ascoltatore la curiosità di scoprirlo. il quale non si nasconde dietro a dei cliché predefiniti, ma cerca di dare libero sfogo a una vena creativa bizzarra e sicuramente eccentrica.
Un’ attenzione particolare è stata dedicata ache alla cura del booklet e della copertina.
Concludendo posso dire che questo Inside my Mind, è un lavoro talmente particolare che un qualsiasi mio voto potrebbe trarvi in inganno, in quanto l’ ascolto e la percezione dello stesso è completamente soggettiva.
In parole povere potrete o Odiarlo o Amarlo!!