The Midnight Sun: a Light in the Storm. Questo il nome del breve tour che i Sólstafir stanno portando in giro per l’Europa, una serie di date speciali con il supporto di un quartetto d’archi a dare maggior spessore alle composizioni, già fortemente evocative. Nessun gruppo spalla, due set separati da una breve pausa: l’affluenza al Kino Šiška è degna di nota e i cowboy islandesi hanno completamente soddisfatto le aspettative.
Sulle note della consueta “Nàttfari” la formazione fa il suo ingresso sul palco, per l’occasione composta da ben nove elementi: i Sólstafir sono infatti affiancati dall’ormai rodato Ragnar Ólafsson, tastierista degli Árstíðir, più una sezione d’archi composta da due violini, una viola e un violoncello. Fin da subito la band dà l’impressione di essere in palla, con la tipica attitudine e intensità che Aðalbjörn Tryggvason non mancano mai di mostrare.
Il primo set si destreggia tra brani degli ultimi due lavori, “Berdreyminn” e l’ottimo “Ótta”, che sarà un po’ il protagonista della serata in termini di rappresentatività: quattro infatti i brani presenti in scaletta, che godono enormemente della sezione orchestrale dal vivo. Dalla lunga “Náttmál” alla title track passando per “Hula“, ormai tra le preferite dal pubblico, tutte sono interpretate magistralmente da una band sicurissima dei propri mezzi che si muove a proprio agio sul grande palco, con l’istrionico Svavar Traustason e l’austero Sæþór “Gringo” Sæþórsson a spaziare da destra a sinistra. “Miðaftann” chiude egregiamente un primo set, che lascia alla band una ventina di minuti di pausa prima di tornare sul palco.
Spazio quindi alle donne sul palco, che si prendono i riflettori con una breve esibizione per così dire “solista” che introduce di nuovo gli altri cinque musicisti. Tempo di ripartire con l’immancabile “Lágnætti” e con una seconda parte che ci riporta indietro nel tempo, andando a ripescare pezzi particolarmente sentiti dalla band (“Necrologue“), la sempre commovente “Fjara” e “Kukl” (dallo storico “Svartir Sandar”) per chiudere come sempre con “Goddess of the Ages“: qui la band esplode tutta la tensione accumulata lungo la serata, con un climax finale in cui tutti si scatenano, compreso Ragnar con la tastiera in braccio e il pubblico in estasi completa.
Inizia come meglio non poteva questa stagione primaverile 2019, con due certezze: il Kino Šiška sempre impeccabile dal punto di vista organizzativo e acustico e gli islandesi con uno show che, seppur non particolarmente diverso dal solito (ricordiamo l’esibizione a Zagabria risalente a poco più di un anno fa), colpisce sempre nel segno e non delude mai.
Setlist:
Náttmál
Ótta
Dýrafjörður
Hula
Miðaftann
Lágnætti
Hvít sæng
Necrologue
Fjara
Kukl
Goddess of the Ages