Sono pochi gli artisti capaci di simboleggiare un intero genere. Uno di questi è John Garcia, storica ex voce dei Kyuss e di progetti successivi che ha recentemente pubblicato il suo secondo album solista “The Coyote Who Spoke In Tongues” (qui la recensione). Un disco acustico che ha chiamato a gran voce un tour analogo a quello di quasi due anni fa, in cui il cantante è accompagnato dal chitarrista e amico Ehren Groban. I californiani non passano dall’Italia ma ci vanno molto vicini, con una data che va ad arricchire ulteriormente il già notevole programma del Mostovna a Nova Gorica, in Slovenia. Noi eravamo presenti, buona lettura!
Ci muoviamo da casa di buon’ora rispetto al solito, per quella che sarà una delle giornate più emozionanti degli ultimi tempi: infatti, oltre al concerto, abbiamo avuto la possibilità di scambiare due chiacchiere faccia a faccia con il signor Garcia, oggi un sobrio signore di quasi 47 anni con una vita più che normale. Tralasciando i dettagli dell’intervista, che verranno raccontati in separata sede, fast forward fino alle 22 e 30, circa mezzora in ritardo rispetto all’orario previsto.
Il Mostovna non è un posto particolarmente ampio, specialmente la sala secondaria utilizzata per quest’occasione, e la sensazione di intimità viene enormemente incrementata dal palco: si tratta infatti di un salottino ricreato ad hoc, con divano, tavolino, arredi vintage e anche una buona dose di superalcolici. John ed Ehren ci propongono una scaletta ricca e variegata, intervallata da risate, battute e bevute dei due artisti che contribuiscono al clima estremamente rilassato. La serata ripercorre la carriera del californiano, passando dai due album solisti a pezzi dei Vista Chino (due su tutti “Kylie” e “Argleben“, dedicata alla moglie), per arrivare a quelli che, come ci si poteva aspettare, hanno riscosso maggior successo tra il pubblico: i classicissimi dei Kyuss “Gardenia” e “Green Machine” più “El Rodeo” e “Space Cadet“, tutti e quattro da pelle d’oca. Non mancano i momenti in cui i riflettori sono puntati su Ehren, autore di una prova eccellente e sentita con le sue due chitarre acustiche. La serata scivola via senza intoppi, liscia come il Jack Daniel’s offerto dallo stesso Garcia a chiunque tra le prime file ne volesse un po’, arrivando all’ultimo brano durante il quale vengono invitate sul palco delle persone random, compreso il sottoscritto, per godersi da un punto di vista privilegiato l’ultimo brano, nientemeno che “White Water” (estratto anch’esso da “Welcome to Sky Valley”). Gli artisti levano quindi le tende con ringraziamenti a profusione per un pubblico che, per fortuna, si è mostrato folto rispetto alle impressioni iniziali e molto caloroso. Unica pecca, il merchandise non proprio economico, aspetto tutta via messo in ombra dal fatto che John ed Ehren siano rimasti al banchetto per autografare qualsiasi cosa dopo l’esibizione.
Una serata che resterà scolpita nella mente degli spettatori e del sottoscritto ancora di più: John Garcia si è rivelata essere una persona umile ed estremamente alla mano, in un certo senso ordinaria, ma che gode ancora di una voce straordinaria come lo era ormai più di vent’anni fa. Speriamo di rivederlo presto.
Setlist:
Kentucky
Don’t Even Think About It
Give Me 250 ml
Gardenia
El Rodeo
5000 Miles
Blvd
Argleben
Ehren Groban solo
Adara
Green Machine
Space Cadet
Kylie
Whitewater
Gallery fotografica a cura di Tancredi Cassina