Arriva finalmente l’evento tanto atteso, il ritorno dei LABYRINTH sui palchi d’Italia dopo una pausa durata ben sette anni dall’ultima pubblicazione “Return to Heaven Denied Part 2”. Dopo vari annunci sull’imminente uscita del loro prossimo lavoro, “Architecture of a God” programmata fra poco più di un mese, i LABYRINTH deliziano le nostre orecchie sul palco dell’accogliente locale bergamasco del Druso, con una serata dedicata principalmente all’esecuzione dei brani di “Return to Heaven Denied” (l’album storico del 1998 più amato dai fan), ma che rivelerà diverse sorprese nella scaletta.
L’orario di inizio evento era previsto per le 22 e 30, ma viene posticipato di circa un’ora. Verso le 23 e 30 ecco che Roberto, Olaf, Andrea, Oleg, Nik e John fanno finalmente il loro ingresso sul palco e vengono accolti calorosamente dal buon numero dei partecipanti. Come prevedibile, “Moonlight” apre le danze con la sua intro acustica memorabile, seguita dalla parte elettrica di Thorsen e con un Roberto Tiranti in forma smagliante con la sua voce pulita e raffinata e dagli acuti perfetti (non per nulla lo reputo tra i migliori cantanti metal in circolazione!). Il cantante si sofferma poi a salutarci e ringraziare lo staff del Druso, ricordando anche, per chi volesse contribuire a sostenere la musica, può farlo presso banchetto con il merchandise vario, tra cui magliette e le stampe in vinile dell’album “Return to Heaven Denied Part 2”. Si prosegue con “New Horizons”, in cui i divertenti duelli chitarristici si abbracciano all’ottimo lavoro alle tastiere del maestro Oleg Smirnoff e alla sempre strepitosa performance canora di Roberto, infiammando ulteriormente il pubblico già di per sé molto carico. Arriva dunque la prima sorpresa, un pezzo inaspettato che va al di fuori degli schemi in programma: “No Limits”, estratto dal primo album omonimo del 1996, ed è stato un immenso piacere sentirlo per la prima volta cantato da Roberto (ricordiamo che la voce originale del gruppo nato in Toscana era di Fabio Lione). Si prosegue con la graziosa “The Night of Dreams” sostenuta sempre dalle dolci atmosfere create dalle tastiere di Oleg, la romantica “Lady Lost in Time” che scalda inizialmente i cuori dei più sentimentali e poi prende velocità, “Chapter 1”, estratta dall’abum “Sons of Thunder”, “State of Grace” che lascia grande spazio alle melodie e “Heaven Denied” ancora più elegante e nostalgica. Nel bel mezzo del concerto succede però l’inaspettato: durante il pomposo assolo di John Macaluso, il nuovo drummer della band (già famoso per aver collaborato con diversi artisti, tra cui Yngwie Malmsteen), qualcosa va storto sul palco e difficoltà tecniche non ben precisate fanno interrompere il concerto. Nell’attesa che si risolva il problema e per sdrammatizzare, il caro Roby pensa bene di intrattenerci facendoci divertire. Dopo un’attesa snervante lo show riprende proponendo dal vivo l’ottima “A New Dream”, il recente singolo pubblicato, che sarà poi presente nel futuro full-length in uscita ad aprile. Si prosegue con “Thunder” in cui spiccano il basso pulsante di Nik Mazzucconi e le cavalcate chitarristiche del duo Olaf/Andrea che, nonostante la scocciatura, dimostrano di non essersi arresi e di voler portare il concerto fino alla fine. C’è nuovamente del romanticismo con la super ballad “Falling Rain” e dopo altri due brani extra, tra cui “Sailors of Time”, estratta dalla seconda parte di “Return to Heaven Denied”, “Die for Freedom” chiude il live di per sé ottimo, poiché questi 6 ragazzi hanno saputo emozionare davvero tanto i presenti. Una band che non ha più bisogno di presentazioni e che può vantare la presenza di grandi musicisti con esperienza ultraventennale. Ci vediamo al prossimo ragazzi, e continuate così!