Sono trascorsi molti mesi dall’ultima volta che ci siamo ritrovati in piedi davanti ad un palco, grande o piccolo che sia, sorseggiando una birra in compagnia di amici ansiosi di quello che si andrà ad assistere di lì a poche ore.
Quasi non ricordiamo l’ultima volta che abbiamo indossato la maglietta della nostra band preferita per andare a ritrovarsi in una cosiddetta “comfort zone” di metallari, dove le borchie, le giacche di pelle e i capelli colorati fanno da cornice ad un ambiente e un’atmosfera a dir poco invidiabile.
Quasi come per miraggio, lo scorso 20 luglio viene annunciata la prima edizione del BELIN METAL FEST (qui la nostra news) che, da come suggerisce il nome, si tratta di un evento 100% ligure. Un vero miraggio nel deserto, se pensate a quanti momenti difficili il mondo dello spettacolo ha dovuto affrontare durante questo dannato anno e mezzo, vedere addirittura insorgere un nuovo festival underground è assolutamente da considerarsi come messaggio di speranza verso un ritorno alla normalità. Due mesi dopo l’annuncio, ci ritroviamo dunque al Circolo Artisi di Savona, quasi increduli di esserci fisicamente e di non dover segnarsi sul calendario l’ennesimo posticipo dell’ennesimo evento a cui teniamo tanto partecipare. L’atmosfera è esattamente come l’avevamo lasciata: le bancarelle del merch, gli spillatori di birra, le persone socievoli e, di conseguenza, la presa bene. In collaborazione con WE F****N ROCK (WFR) il Circolo Artisi propone ben cinque band dal vivo ad un modicissimo prezzo con tessera Arci: 2€ (4€ per chi volesse tesserarsi sul momento).
Sono circa le 19.00 quando sale sul palco la prima band della serata: i genovesi Varego. Freschi del nuovo album omonimo, dopo la dipartita del chitarrista Girolamo Lucisano, la band si presenta con una formazione a soli tre elementi dove l’esperienza accumulata dal 2009 (anno di nascita del gruppo) regna sovrana.
La loro proposta stoner / metal riesce ad attirare l’attenzione, ma purtroppo l’affluenza del locale non rende giustizia ai musicisti (complice sicuramente l’orario) che possono accontentarsi di qualche applauso sincero e di aver intrattenuto i presenti per una buona mezz’ora.
Dopo un rapido cambio palco viene il turno dei Sex N’ Violence, band extreme metal savonese, che con la sicurezza di giocare in casa, sale sul palco con convinzione proponendo brani sicuramente non alla portata di tutti ma che tutto sommato riescono ad attirare qualche persona in più, divertita dal terzetto che dimostra di avere una piccola fetta di fan nella serata e di non passare inosservata, bene così.
Passano altri quaranta minuti e sono i Winternius a irrompere sul mini-stage dell’Artisi. Presentandosi in una formazione con ben cinque elementi, la loro presenza è assolutamente godibile così come il loro black metal, influenzato da numerose altre correnti, che fortunatamente evita di farli sembrare come un gruppo dalle sonorità ripetitive e ridondanti. La risposta del pubblico si fa sempre più calorosa anche grazie alle melodie ben compatte che riescono ad inserirsi bene nelle orecchie degli spettatori. Nonostante sia nulla di nuovo, bisogna spezzare una lancia in loro favore elogiandoli sia per la presenza sul palco che per l’esibizione senza troppi intoppi fonici.
I Last Rites non hanno certo bisogno di presentazioni, se avete un minimo di affinità nel metal underground sicuramente ne avrete già sentito parlare o li avrete già visti all’opera. Esperti del thrash/death metal bello spinto, con loro la serata si incendia e prende letteralmente il volo; con ben 24 anni di attività sulle loro spalle, si respira nell’aria il rispetto che il pubblico riserva nei loro confronti e la risposta ad ogni loro canzone suonata ne è la prova. L’esemplare esibizione dei Thrasher savonesi hanno ormai caricato a dovere tutti gli spettatori per l’ingresso degli headliner della serata: i Motel Transylvania. Come già annunciato dalla band stessa, questa è l’ultima serata della loro carriera in territorio ligure (è prevista ancora una data a fine ottobre in Germania) la cui setlist proposta presenta le canzoni tratte dal primo album omonimo, prima di chiudere definitivamente ed ufficialmente la loro prima fase punk-rockabilly per voltare pagina verso un futuro industrial metal dipinto di verde e nero.
I quattro ghoul non si fanno attendere, giusto il tempo di riprendere fiato dopo lo show dei Last Rites e via, si comincia con l’intro “Called” seguita immediatamente dall’iconica “Destination”.
L’Artisi, ormai nel suo pienone, si lascia trascinare dall’adrenalina trasmessa dalle pelli galoppanti di Leonardo Bacchiocchi (primo live ufficiale come membro stabile nella band) che si dimostra essere molto più sciolto e tecnico rispetto alle passate prestazioni. L’inno “Motel Transylvania” si dimostra essere ancora una volta uno di quei brani che in sede live riesce sempre a regalare momenti memorabili tra cori squarciagola e corna al cielo. Le rispettive quattro e sei corde di Davide Pesce e Tiziano “Taison” Veronesi fraseggiano bene in “Her Last Boogie” così come in “Drowning” dove ormai la serata ha preso la direzione in senso unico verso il divertimento senza limiti.
Il coro instancabile di “4” apre la seconda metà dello show dei Motel che, dopo “It’s Not So Bad” – pescato ancora dal debut – arriva, totalmente a sorpresa, il primo assaggio di quel che saranno i Motel Transylvania dal prossimo album. “Ticket To Hell” sterza brutalmente il mood verso le nuove ritmiche industrial bramose di insorgere e travolgere il pubblico che, come ci si poteva tranquillamente aspettare, accoglie più che positivamente la nuova scelta artistica suscitando ancora più interesse in quel che verrà. Con la ballad “Rise & Fall” – anch’essa estratta dal futuro prossimo disco – le acque si calmano, ma non troppo. Se i ritmi si sono leggermente abbassati, l’emotività del frontman Toxi riesce a farci tenere gli occhi puntati sul palcoscenico fino al gran finale. Difatti quando si sentono le prime note di “I Wanna Be Your Ghoul”, band e pubblico si uniscono in un grande coro glorioso e il pensiero nelle menti di tutti i presenti – sia sopra che sotto il palco – è solo uno: “questi pezzi ci mancheranno”.
Quello che si è provato assistendo a quest’ “ultima” serata è stato indubbiamente un sentimento bipolare; se da un lato il pensiero di non poter più sentire dal vivo certe canzoni che in questi anni ci hanno accompagnato nelle varie serate possa essere fonte di dispiacere, è anche vero che l’assaggio del nuovo capitolo che i quattro ragazzi savonesi hanno deciso di scrivere fa sì che l’entusiasmo resti alto così come la curiosità di scoprire i contenuti e le qualità in serbo per questo progetto tanto giovane quanto promettente.
Un sincero ringraziamento a tutte le band e agli organizzatori di questa bellissima serata. Ci voleva, grazie ragazzi.