A quanto pare il legame tra i “metal pirates” Alestorm e i fans italiani è sempre più forte, dopo il sold out registrato appena nove mesi fa al Dagda Live Club di Retorbido, eccoli attraccare nuovamente nella penisola capitanati dall’impavido Christopher Bowes. La location scelta è lo Slaughter Club che ha prontamente issato il loro imponente vessillo. Ad accompagnarli in quest’unica data abbiamo ben tre band di supporto, gli Aephanemer dalla Francia mentre dal calderone tricolore sono stati scelti gli Elettroliti e i Bioscrape. Come di consueto i fans più sfegatati giungono alla venue già dal mattino, quando si avvicina l’ora di apertura si è formata una coda chilometrica, una vera e propria ciurma agguerrita pronta a prendere parte alla terribile scorribanda che si prospetta.
ELETTROLITI
Il compito di aprire la serata spetta agli emergenti Elettroliti, nati nel 2016 a Primiero San Martino di Castrozza con all’attivo l’EP “L’Assenzio” uscito quest’anno. Purtroppo la grande affluenza implica un lungo processo di tesseramento, quindi nel momento in cui entrano in scena i presenti sono pochissimi, ciò nonostante l’accoglienza è calorosa, con i Nostri che partono con “A Different Flow“, eseguendo poi l’intero EP e un paio di inediti. Propongono un rock progressivo dato dall’intreccio dei riff e assoli di Ruben Bernardin, con le linee di basso da parte di Fabrizio Boninsegna, i quali dimostrano notevoli capacità tecniche, seguiti dalle incalzanti parti di batteria sostenute da Michele Loss. I pezzi complessivamente hanno un bel tiro giocando su accelerazioni e rallentamenti ben calibrati, ai quali si abbina perfettamente la voce di Michael Bonomelli a tratti calda e a tratti graffiante, a seconda dell’andamento del pezzo.
Nella conclusiva “Tsukuyomi” entra in scena il didgeridoo, ovvero un tipico strumento a fiato australiano, conferendo un tocco etnico. I presenti, pur non essendo molti, hanno fornito una risposta positiva per tutta l’esibizione, apprezzata nonostante la poca pertinenza con il genere degli headliner. Il quartetto del Trentino può senza dubbio congedarsi degnamente.
SETLIST:
A Different Flow
L’assenzio
Krapfen
D’Amore e Licantropi (inedito)
Parassite (inedito)
Tsukuyomi
BIOSCRAPE
Ora passiamo la parola alla seconda e ultima band nostrana, direttamente da Candelo, nel biellese, prendono posizione i Bioscrape, forti della pubblicazione del loro terzo disco “The Cage“ uscito l’anno scorso. Preceduti dall’intro, salutano rapidamente e senza indugiare iniziano con “Human Dust“, aumentando notevolmente il livello di pesantezza dato che hanno messo a punto un sound dirompente. Simone “S” Dellacqua emette ritmiche furiose, affiancato da Emanuele “E” Grotto Maffiotti alla tastiera, grazie alla quale integra le parti di basso oltre a conferire melodia, mentre Vittorio “V” Caruso pesta violentemente su piatti e pelli, con il frontman Jack “J” Revelon che spiazza i timpani con un potente growl. Col susseguirsi dei pezzi si notano influenze che vanno dal death al thrash al metalcore, che ben amalgamate creano un’alternative metal originale con una forte dose di groove, sommandolo alla dinamica tenuta di palco e coesione ne fuoriesce una performance di tutto rispetto che esalta i presenti. Logicamente danno spazio al suddetto nuovo album, eseguendo dai lavori precedenti solo “Cyber Hope” e “Alter Ego“. Con “Rotten Frame” concludono uno show di grande impatto riscuotendo sicuramente buon successo, infatti gli applausi da parte del pubblico, che nel mentre è aumentato, non sono mai mancati.
SETLIST:
Intro
Human Dust
Man To Die
Weight Of Blood
Cyber Hope
Exile In The Cage
Alter Ego
Hidden Grin
Rotten Frame
AEPHANEMER
Il pubblico è sempre più caldo e un’ulteriore batosta sta per giungere dalla Francia, dove nel 2014 a Tolouse sono nati gli Aephanemer, freschi della loro seconda fatica “Prokopton“, uscita quest’anno. Ed è proprio sulle note della title track che irrompono dimostrando di che pasta sono fatti, la frontwoman Marion Bascoul ringrazia di essere così numerosi dato che è la prima volta che suonano in Italia, il pubblico risponde con entusiasmo trascinato dalla potenza del loro melodic death metal. Ogni pezzo è un susseguirsi di poderose ritmiche scaturite dalle sei corde di Martin Hamiche e Marion, che abilmente fondono la durezza del death metal con le melodie del metal scandinavo e della musica classica. Viene così generato un sound che presenta parti molto aggressive alternate a parti più lente e tenui, alle quali viaggiano parallele le parti di batteria di Mickaël Bonnevialle che colpisce piatti e pelli calibrando la giusta potenza, mentre il tutto viene solidificato dalle dure e profonde note di Lucie Woaye Hune al basso. Il locale è sempre più pieno, le teste si agitano e c’è qualche moshpit, segno che i motori cominciano a scaldarsi seriamente. Purtroppo il tempo è tiranno ma con soli sette pezzi i francesi riescono a toccare tutta la loro produzione. Tra presente e passato per il pubblico non c’è differenza, vista l’approvazione dell’intera esibizione e l’acclamazione che ha seguito la conclusiva “Path Of The Wolf“. Il quartetto con grande energia ha tenuto il palco da veri professionisti, il loro “battesimo italiano” è stato grandioso e sicuramente hanno conquistato tantissimi fans, preparandoli per il gran finale.
SETLIST:
Prokopton
The Sovereign
Unstoppable
Snowblind
Bloodline
Resilience
Path Of The Wolf
ALESTORM
Cari pirati metallari siamo giunti al momento tanto atteso, nel locale c’è una marea di fans pronti a scatenare una tempesta, a centro palco si erge una gigante papera gonfiabile ormai loro segno distintivo, la tensione cresce esponenzialmente alla temperatura, l’attesa sembra infinita ma finalmente le luci si spengono, parte l’intro “DJ Matt Bell Indahouse”. I fans esultano e acclamano i loro idoli a gran voce, ed ecco i paladini del “true Scottish pirate metal” salpare sul palco spiegando le vele. I pazzi scatenati Alestorm attaccano con “Keelhauled” generando il delirio. L’emozione è incontenibile, tutti cantano, saltano e il moshpit prende il sopravvento, non è un semplice concerto ma un vero e proprio party in cui divertirsi è obbligatorio, in quanto la loro energia e simpatia travolge tutto e tutti come uno tsunami. Christopher Bowes e la sua fedele ciurma sono in perfetta forma, sparano un pezzo dopo l’altro percorrendo tutta la discografia, ovviamente compreso l’ultimo lavoro “No Grave But The Sea” dal quale brani esaltanti come “Alestorm” e “Mexico“, estraendo poi perle di mare come “Nancy The Tavern Wench“, “1741 (The Battle of Cartagena)“, “The Sunk’n Norwegian” e molte altre. Máté Bodor alla chitarra e Gareth Murdock al basso sprigionano una mareggiata di riff che investe il locale, Peter Alcorn colpisce sulla batteria con la forza dei cannoni da guerra, Elliot Vernon alla tastiera dà un importante apporto melodico sfoggiando pure una graffiante voce in “Alestorm“. Infine, il capitano della nave Christopher Bowes armato di kilt, cappellino “OH WOW!” e tastiera, emette raffiche di note come colpi di sciabola, la sua voce ruvida e il suo carisma coinvolge l’intero audience che canta all’unisono. Col procedere dell’esibizione la platea è come un mare in burrasca, i fans sono in balia del moshpit, circle pit e come onde si infrangono sulle transenne, quando Christopher incita alla wall of death, anzi, la wave of death, prontamente avviene la divisione delle acque e al suo segnale si salvi chi può! Inoltre per un brano gli adepti spontaneamente si sono seduti a terra a remare.
Nel repertorio proposto non mancano delle gradite sorprese, infatti dopo parecchi anni ripropongono “The Quest” e “Black Sails at Midnight“. Per “Hangover“, cover di Taio Cruz, chiamano sul palco uno della crew alla chitarra acustica e il gigantesco Beef Guy che beve tre lattine di birra di fila e fa da seconda voce. Dopo aver chiuso la prima parte dello show con “Shipwrecked“, gli scozzesi accompagnati da urla e incitamenti si ritirano sotto coperta per una meritata pausa, mentre i fans possono riprendere fiato dato che l’atmosfera è divenuta rovente. Dopo pochi minuti i nostri pirati tornano alla ribalta per un encore di tre pezzi, iniziando con “Drink“, per poi continuare con”Wolves Of The Sea” (Pirates Of The Sea cover) e per finire in alto le dita medie per la divertente “Fucked With An Anchor”. Ora le acque si possono davvero calmare, i pirati di Perth hanno completamente ribaltato lo Slaughter Club con una performance devastante e divertente sotto tutti gli aspetti registrando un clamoroso sold out, i fans li sommergono di applausi, urla e cori di incitamento, gli Alestorm salutano e ringraziano di cuore dopodiché tirano su l’ancora, salpano e seguono la rotta per altri concerti nei sette mari.
Avendo già visto più volte gli Alestorm, sapevo che anche stasera sarebbe stato un gran successo, di loro non ci si stanca mai perché sanno tenere alto il livello di un intero show, con grande professionalità, passione, ironia e… litri di sudore! Complimenti agli Aephanemer con la speranza di rivederli presto, e, ai nostri Elettroliti e Bioscrape che si sono sicuramente fatti onore. Un grande ringraziamo alla Good Music e alla Rocker Sound Agency e a tutto lo staff dello Slaughter Club per aver organizzato questo fantastico evento, fiduciosi che in futuro ce ne saranno molti altri. Alla prossima!
SETLIST:
intro – DJ Matt Bell Indahouse
Keelhauled
Alestorm
Magnetic North
The Sunk’n Norwegian
The Quest
Nancy The Tavern Wench
Rumpelkombo
1741 (The Battle of Cartagena)
Hangover (Taio Cruz cover)
Black Sails at Midnight
Mexico
Pegleg Potion
Bar ünd Imbiss
Captain Morgan’s Revenge
Shipwrecked
ENCORE:
Drink
Wolves Of The Sea (Pirates Of The Sea cover)
Fucked With An Anchor