Dopo il Defrag di Roma, anche per il Dagda Live è tempo di ospitare una pietra miliare del power metal italiano: i White Skull.
Reduci dal successo del Metalitalia.com Festival 2018, la band nostrana prosegue le celebrazioni per il trentesimo anno di carriera, tornando sul palco più agguerrita che mai. A supportarli nella loro tappa pavese, due altri gruppi rigorosamente Made in Italy: i Chronosfear e gli Icy Steel.
Ad aprire la serata sono i giovanissimi Chronosfear, band symphonic power fondata nel 2003 da Michele Olmi. Allora chiamata Wings of Destiny, la band era nata con l’intenzione di riproporre al pubblico i grandi classici del power metal. Una serie di vicissitudini hanno però bruscamente interrotto il progetto, portandolo a riformarsi dieci anni più tardi sotto il nome di Chronosfear. Dalle ceneri dei Wings of Destiny e dalla tenacia di Michele, unico membro originale rimasto, nasce una band tutta nuova, intenzionata a proporre pezzi propri.
E questi non tardano ad arrivare: dopo la demo omonima del 2013, la band registra finalmente il suo primo full-length “Chronosfear” (2018), di cui i ragazzi ci danno un assaggio durante il corso della serata.
Melodici, ma al contempo potenti e veloci, i Chronosfear hanno una resa live ottima ed un’energia inarrestabile, che riesce a far apprezzare le contaminazioni elettro/progressive del symphonic anche a chi, come me, non è un fan del genere.
Setlist:
Clockworks
The Last Dying Ember
Symphonies of the Dreams Untold
The Gates of Chronos
Faces
Of Dust and Flowers
Revelations
CHRONOSFEAR
La serata prosegue con un’altra band dal percorso piuttosto travagliato, gli Icy Steel. A dispetto del nome, che immediatamente ci immerge nelle fredde lande desolate del nord, il gruppo nasce nel 2005, sotto il sole della calda Sardegna, da un’idea di Stefano Galeano.
Cuore e voce del gruppo, Stefano vede la sua creazione destabilizzata da numerosi cambi di line up, che modificano la struttura della band, senza però scalfirne l’elemento chiave: lo spirito. Sentendo un live degli Icy Steel, l’aria che si respira è quella di un graffiante epic metal dal tocco di heavy vecchio stile, che come la lama di una spada attraversa tutta la discografia della band. La performance della serata è principalmente incentrata sull’ultimo nato, “Guest on Heart” (2018), di cui viene eseguita anche “With My Horse and Dry Land“, con la partecipazione esclusiva di Raffaele “Raffo“ Albanese dei From the Depth.
L’impressione per chi assiste ad un loro show per la prima volta è quella di una band solida, dotata di un frontman carismatico, dalla voce grezza e profonda, ma a tratti emozionalmente melodica, che riesce a dare all’epic quel retrogusto “classico” capace appassionare anche i non addetti ai lavori.
Setlist:
Inhabitants of the Solitary Island
Fire and Flames
Spatial Dynasty
The Calendar (The Beginning of the End)
Mjöllnir
With My Horse and Dry Land (con Raffaele “Raffo” Albanese)
Technology of the Ancient Gods
ICY STEEL
Non conoscevo i White Skull prima di vederli sul palco dell’ultima edizione del Metalitalia Festival. Dietro la transenna, in attesa dei Grave Digger (uno dei mie gruppi preferiti), un amico (e loro fan) mi disse: “hanno collaborato anche con Chris Boltendahl, vedrai che ti piaceranno!!!” Ed in effetti non si sbagliava. Dopo averli visti sul palco del Live Club, sono rimasta assolutamente folgorata dalla loro resa live.
Come le band precedenti, anche i White Skull hanno avuto storia particolarmente travagliata. Fondati nel 1988 da Tony Fontò, hanno lottato con le unghie e con i denti per ottenere il riconoscimento da parte della scena metal italiana. Nel 1991, le cose sembrano finalmente andare per il verso giusto: Federica De Boni entra a far parte della band in qualità di voce femminile, e vengono registrati una serie di album che possono essere definiti capolavori del power metal italiano: “Embittered” (1997), “Asgard” (EP, 1999), “Tales from the North” (1999), “Public Glory, Secret Agony” (2000).
Nel 2001, però, la band subisce un grosso colpo: Federica lascia la band, ed i cambi di formazione si susseguono, sia per quanto riguarda la voce, che per quanto concerne gli strumenti. Sebbene i vocalist “sostitutivi” (Gustavo Adrian Gabarrò, Elisa Over) riprendano la linea vocale di Federica, la voce della cantante è pressoché inimitabile: a mio parere, una delle più belle voci femminili del metal italiano, assieme a quella di Roberta Delaude dei misconosciutissimi Morgana.
Queste variazioni nella struttura del gruppo hanno anche dei risvolti positivi: nel 2004 entra a far parte della band Danilo Bar (chitarra solista), che considero uno tra i migliori chitarristi italiani attualmente in circolazione. Nel 2010, Federica rientra a far parte del gruppo, che registra altri due album spettacolari, “Under This Flag” (2012) e “Will of the Strong” (2017).
Terminata questa doverosa parentisi “storica”, veniamo alla serata del Dagda.
I White Skull scelgono la venue pavese per proseguire le celebrazioni dei loro trent’anni di carriera, durante i quali hanno realizzato ben dieci album. Nella formazione attuale (voce, chitarra solista, chitarra ritmica/voce, basso/voce, batteria, tastiera) i White Skull sono pressoché perfetti: un gruppo dall’energia pazzesca, che riesce a coinvolgere sotto qualsiasi punto di vista (voce, parti strumentali, presenza scenica, e via dicendo).
La voce poliedrica di Federica (melodica, ma “sporca” ed assolutamente unica nel panorama female-fronted), gli assoli pazzeschi di Danilo (precisi e veloci come quelli di Malmsteen, ma capaci di emozionare, senza ridursi alla pura tecnica), la batteria potente di Alex Mantiero, la coordinazione perfetta tra Tony (chitarra ritmica) e Jo Raddi (basso), ed il tocco d’atmosfera dato dagli arrangiamenti di Alessandro Muscio alla tastiera: questo e molto altro sono i White Skull. La performance ripercorre quasi tutta la discografia della band, riproponendo grandi classici, ma concentrandosi anche sull’ultimo lavoro “Will of the Strong”.
Dopo la performance di Trezzo, i White Skull ancora una volta non sbagliano un colpo. Un gruppo che live non può essere descritto, ma solo visto, e che consiglio a tutti di vedere. Davvero un enorme peccato che il locale non fosse al completo per questo gruppo che ha lottato sin dagli inizi, cadendo e rialzandosi sempre, e credendo sempre fermamente nella sua passione per la musica. Che dire di più? Speriamo di rivedere al più presto i mitici White Skull!
Setlist:
Embittered
The Killing Queen
Holy Warrior
Cleopathra
High Treason
Tales From the North
I Am Your Queen
Sacrifice
Under This Flag
Will of the Strong
Kriemhild Story
Red Devil
The Roman Empire
Lady of Hope
Asgard
WHITE SKULL