Sono forse passati tre anni da quando ho ascoltato per la prima volta i Novembre e mi sono subito innamorato, approfondendoli e appassionandomi sempre di più. La delusione è stata immensa nello scoprire che non erano più attivi da anni, quindi ho sempre sperato in un ritorno con tanto di live, soprattutto in Sardegna.
Quando ho saputo del loro ritorno in studio ero il bambino più felice del mondo, felicità che non poteva che aumentare all’ascolto del loro ultimo album URSA, acronimo che sta per Union des Republiques Socialistes Animales, che ha portato a un tour italiano toccando anche due date in Sardegna, il 13 maggio a Cagliari e il 14 maggio a Sassari.
Io sono andato alla serata a Cagliari, che si è tenuta al Fabrik, locale molto conosciuto nel cagliaritano che ha ospitato grandi nomi nel corso degli anni.
Al mio arrivo la gente era ancora poca e per ingannare il tempo si cena e si da un’occhiata al posto, in cui non entravo da due anni e che ha una grandezza limitata ma soddisfacente, soprattutto per eventi come questo.
Alle 22 si comincia e salgono sul palco gli Ilienses Tree, un nome noto nella scena musicale del genere, attivi dal 2013.
Gli Ilienses Tree aprono la serata con un doom/sludge, con influenze anche black metal, martellante, mettendo subito in chiaro che non sono là sopra per andarci leggeri.
La band resta molto statica e silenziosa, giusto due ringraziamenti in qualche pausa da parte del cantante Maurizio Meloni, che ha una grande voce piena e grossa, e movimenti adeguati alla musica suonata, ma in un genere come questo la staticità ci sta parecchio e ho apprezzato (E io sono uno che odia la gente che sta immobile mentre suona).
Insieme alla voce, le chitarre di Simone Milia e Nicola Spaziani in accoppiata danno quel mix tra atmosfera e pesantezza che il doom richiede, il tutto arricchito dal basso di Claudio Kalb e i tempi lenti e pestati alternati a patterns veloci della batteria suonata da Giammarco Vacca.
I pezzi suonati sono stati pochi, data la loro lunghezza, una caratteristica delle canzoni di questo genere, ma con questi, hanno riempito quasi un’ora; un’ora di doom martellante e atmosferico, di quello che fa muovere la testa lentamente ma forte. Prima volta per me che li vedo dal vivo, avendone sempre sentito parlare, e ne sono uscito soddisfattissimo; consiglio l’ascolto.
Dopo essermi riposato una decina di minuti torno davanti al palco e noto tutta la strumentazione dei Novembre. Riesco a beccare l’ultimo soundcheck da parte di Giuseppe e Carlo Ferilli e Fabio Fraschini, rispettivamente chitarrista, batterista e bassista in sede live.
Si comincia. Parte l’intro di Australis, versione studio, e salgono sul palco i due protagonisti principali dei Novembre: Massimiliano Pagliuso, chitarra, e Carmelo Orlando, voce, accolti calorosamente dal pubblico presente davanti a loro che si uniscono ai tre sopracitati e che Australis abbia inizio
Successivamente i Novembre deliziano il pubblico con Anaemia per poi passare a Triesteitaliana, da The Blue, album precedente a URSA.
I nostri si sentono a loro agio, adoro la loro presenza sul palco; Massimiliano che sorride e osserva il pubblico (cosa che adoro da un musicista che suona davanti a dei fans), Giuseppe che si muove insieme a Fabio e Carmelo che è vistosamente felice del calore che sta ricevendo dal pubblico. E siamo ancora alle prime canzoni.
Dopo aver suonato Umana, primo pezzo estratto dal nuovo album, decidono di fare un piccolo salto indietro suonando per sette minuti un medley che prende Aquamarine, da Materia, Come Pierrot e Everasia, da Novembrine Waltz, tre pezzi storici che hanno cominciato a far emozionare seriamente me e sicuramente il resto del pubblico presente.
Si torna a URSA con Annoluce e Oceans Of Afternoons, suonati impeccabilmente. Saranno gli ultimi pezzi di quest’album che verranno suonati durante il live.
La mia sensibilità viene di nuovo messa alla prova, avendo la peggio, con Nostalgiaplatz, la mia preferita dei Novembre.
Per la felicità dei più nostalgici viene toccato anche il loro primo album Wish I Could Dream It Again… con Sirens in Filth, dopodiché i cinque abbandonano il palco.
Il pubblico non ne ha abbastanza e ne vuole ancora, quindi Orlando e i suoi tornano sul palco, ognuno al proprio strumento e via con Child Of The Twilight, da Novembrine Waltz, e The Dream Of The Old Boats, ancora dal primo album. E qui termina il concerto, definitivamente.
A fine concerto sono ancora con gli occhi lucidi per le atmosfere e le emozioni che solo i Novembre sanno trasmettermi mischiate alla felicità di aver visto dal vivo, dopo anni di attesa, uno dei miei gruppi preferiti.
È stata una serata perfetta, iniziata con le prime atmosfere degli Ilienses Tree e terminata con quelle dei Novembre; un’ottima accoppiata.
I complimenti vanno al Fabrik di Cagliari, a entrambi i gruppi, a tutti gli addetti ai lavori che restano più nel buio e a coloro presenti alla serata.
Potete leggere l’intervista che abbiamo fatto ai Novembre cliccando QUI e la nostra recensione del loro ultimo album URSA