Il Dagda non finisce ancora di stupire gli amanti del metallo. Questa volta hanno accolto sonorità da un lato più estreme come il Death Metal, ma non mancano sfumature melodiche e progressive. Ma non aspettiamoci un Melodic Death Metal che ricorda Arch Enemy, Eluveitie o Wintersun, qua si raggiungono livelli più aggressivi che derivano da gruppi come Death, Bloodbath, Morbid Angel e Deicide giusto per citare qualche nome.
Nonostante apprezzi fino ad un certo punto i sottogeneri estremi, mi hanno colpito molto gli headliner NE OBLIVISCARIS, band Progressive Death Metal australiana di Melbourne, di cui ho avuto il piacere di ascoltare e apprezzare il loro ultimo capolavoro, “Urn”. La loro grande particolarità risiede nelle complesse strutture dei loro brani, che incorporano nel loro nucleo Death/Black Metal elementi derivanti dal Jazz, Djent, Gothic, musica classica e flamenco. Ebbene sì, cari signori e signore, questo è stato uno di quei live che ti lasciano decisamente di stucco, una vera e propria rivelazione!
Considerando che per motivi lavorativi sapevo già che avrei tardato al concerto e sarei giusto arrivato in tempo per assistere al brano finale del secondo gruppo in scaletta, gli Allegaeon, mi sono decisamente perso tutta la parte precedente dell’evento. Per questo motivo posso personalmente raccontarvi solo degli headliner, mentre per le band precedenti mi affido alle parole di un amico presente fin dall’inizio del concerto.
I Virvum sono i primi in scaletta e sono una giovane band Technical Death Metal di Zurigo, che calca inizialmente le orme di nomi come Suffocation e Dying Fetus. Un inizio promettente per questi ragazzi ambiziosi che hanno l’obbiettivo di suonare su più palchi possibili! Caratteristica di questa band è di avere un batterista come un mitra che non dà tregua (Dan Presland degl stessi Ne Obliviscaris, impegnato doppiamente in ogni serata) e chitarre da un sound appesantito che variano non poche volte da sonorità distorte, aggressive e graffianti ad altre più epiche. Per il resto sembrano scontati i continui headbanging con il pubblico!
I secondi in scaletta sono i già citati Allegaeon, ragazzi di Fort Collins, Colorado che suonano un Death/Prog Metal melodico con qualche variazione anche sul Gore. I loro testi parlano di una possibile presenza di vite aliene nel nostro universo. Il chitarrista Michael Stancel apre le danze sfoggiando la sua bravura in un maestoso assolo, virtuosismi che vale la pena ascoltare una volta nella vita. In seguito si è scatenato il totale pandemonio: batteria, basso e chitarre sono esplose come una bomba, accompagnate dall’entrata in scena del cantante Riley McShane. Cappellino alla rapper, tatuaggi ovunque e continui growl alternati inizialmente a voce puliti: per i quaranta minuti successivi, McShane ha ruggito per tutto il tempo con tutto il fiato che aveva in corpo. Esausti e madidi di sudore, sono usciti dal palcoscenico dando spazio agli headliner.
Mentre chiacchieravo con il mio amico e preparavo l’attrezzatura per le foto, sentivamo la folla che iniziava già ad esultare. Qualche ragazza tra le prime file gridava “sposami” all’apparizione sul palco del violinista Tim Charles. Sì! Avete capito bene, violinista! Particolarità di questo gruppo consiste nel fondere elementi Death/Black, Avant-Garde, Melodic e musica classica.
Biondo e belloccio, Tim Charles accorda prima il violino sul palco e poi, nello stupore generale, ci regala due minuti meravigliosi. Dalle scene è spuntato anche il bassista della band, il nostro compatriota Martino Garattoni che per ben due volte ha corretto Tim quando cercava di ringraziare il pubblico per i complimenti in lingua italiana senza successo, regalandoci anche qualche momento di goliardia. Lo show risulta un vero capolavoro della tecnica e delle composizioni complesse e articolate del duo alle chitarre Klavins/Baret e del prodigioso batterista che si sposano bene alle linee melodiche e dolci del violino di Tim, che mostra il loro grande amore per la musica classica. Altra particolarità che possiamo cogliere sta anche nel netto contrasto tra i due cantanti, da una parte la voce pulita ed epico/corale di Charles e dall’altra l’inquietante scream/growl di Xenoyr, che risultano strane accostate in questo mix che punta molto sugli elementi Extreme Progressive e alla musica colta. Virtuosismi, cambi di tempo, timbriche in contrasto ci accompagnano per tutto lo show che lascia tutti quanti i numerosi presenti con il fiato sospeso e a bocca aperta a fine concerto!
Ringrazio Matteo Avola per la collaborazione!
NE OBLIVISCARIS