L’estate 2018 in Friuli – Venezia Giulia non poteva di certo andare meglio di così. Dopo Iron Maiden e Steven Tyler, pochi giorni fa in Piazza Unità a Trieste (qui e qui i nostri live report), ieri sera Udine ha avuto il privilegio di ospitare una delle più belle (a mio parere) voci della scena musicale rock/metal attuale: Myles Kennedy. Il noto cantante degli Alter Bridge è in tour per promuovere il suo album solista “Year of The Tiger”, uscito a marzo via Napalm Records.
Il meteo non è stato di certo d’aiuto in questa giornata un po’ sfortunata. Arrivo a Udine armata di k-way, che non serve a molto dato che alle 19 inizia a scendere il diluvio universale. Ed era proprio a quest’ora che i cancelli del Castello sarebbero stati aperti. Dopo quasi tre quarti d’ora di ritardo, finalmente possiamo prendere posizione superando l’ardua – solo per noi gente poco atletica – salita al castello. Tutti ci rifugiamo sotto ad un portico, e l’attesa pare infinita. Si fanno quasi le nove di sera!
Un quarto d’ora dopo noto che (finalmente!) iniziano ad allestire il palco… ma non per lo special guest Dorian Sorriaux. Chitarrista dei Blues Pills, ha anche lui, da poco, pubblicato il suo EP solista intitolato “Hungry Ghost“. Un vero peccato non aver avuto l’occasione di sentirlo suonare, anche perché avevo personalmente ascoltato con grande piacere la sua ultima release.
Non mi dispero per troppo tempo, prendo posto sulla sedia – bagnata – ed ecco che parte “Devil On The Wall” con Myles Kennedy salutato a gran voce dal pubblico ormai non più bagnato dalla pioggia, con il tempo che ha tenuto per l’intero concerto.
Dopo un “grazie mille” seguito da un lungo applauso, si prosegue con altri brani tratti dall’ultimo album, fino alla cover di “Standing In The Sun“.
Kennedy ringrazia caldamente il pubblico italiano per aver sopportato le avverse condizioni climatiche dicendo che non voleva per nulla al mondo dover cancellare questa data.
È poi la volta di alcune cover degli Alter Bridge come la celebre “Addicted to Pain“, “Wonderful Life” e “Watch Over You“.
Pare concludersi così, con la titletrack “Year of The Tiger“, questa bellissima – anche se fredda – serata. Ma ecco che la band ritorna per l’encore: “All Ends Well” e la struggente “Love Can Only Heal“. Quest’ultimo brano è stato particolarmente emozionante da sentire live, tanto che il pubblico era completamente immerso nel silenzio ad ascoltare la voce di Kennedy che rimbombava lontano.
Ed è così che abbiamo salutato questa stella del rock, e nonostante il tempo e gli imprevisti, è stato un concerto davvero incredibile.