Un weekend pieno di grande musica quello del METALITALIA.COM FESTIVAL, appuntamento annuale fisso per ogni amante del Metal che si rispetti, offerto in collaborazione con Metalitalia, Eagle Booking, Vertigo e il Live Club che ha ospitato l’evento. Quest’anno l’edizione ci ha regalato diverse sorprese, suddividendo l’evento in due giorni per la prima volta. Diverse novità anche per quanto riguarda gli stand: che oltre i banchetti di CD, vinili, vestiti, troviamo anche la cucina vegana nel tendone al di fuori del locale, di fianco all’area dedicata al Meet & Greet con le band.
DAY 1
Il primo giorno del METALITALIA.COM FESTIVAL è stato ampiamente dedicato all’amato Power Metal in particolar modo, eccezion fatta per due band, GRAND MAGUS e HOLY MARTYR. Per le altre non c’è bisogno di presentazioni in quanto dovrebbero esser note ad ogni amante del genere, ben quattro italiane e i tedeschi EDGUY come headliner.
Ad aprire le danze al METALITALIA.COM FESTIVAL troviamo i mitici modenesi TRICK OR TREAT: su di loro ormai abbiamo detto già di tutto e di più e anche questa volta Alessandro Conti & Co. non si smentiscono, destreggiandosi sempre in maniera ottimale con il pubblico. L’unica pecca è soltanto aver avuto mezzora a disposizione con una scaletta di cinque pezzi, quattro tratti dall’ultimo lavoro “Rabbit’s Hill Pt. 2” e un inedito presente sul prossimo album annunciato dalla band, che conterrà cover di sigle di cartoni animati anni ’80.
Secondi in scaletta sono i nostrani HOLY MARTYR capitanati da Ivano Spiga, prima band che si discosta un po’ dai canoni di questa serata, proponendo un Epic Metal di stampo tradizionale. Anche per loro soltanto sei pezzi in scaletta, ma che si dimostrano in grado di scatenare una vera e propria furia battagliera tra i partecipanti che li hanno apprezzati, dato che non possiamo di certo affermare che è stato il gruppo “per tutti” in un contesto come questo. Sicuramente con loro l’Epic Metal italiano può ancora dire la sua!
Quasi trent’anni di carriera per i veneti WHITE SKULL, quasi forse fuori contesto anche loro dato che le loro sonorità sono molto più vicine all’Heavy Metal, eccetto l’ultimo lavoro uscito a giugno 2017, l’ottimo “Will Of The Strong” che presenta un lato Power più spiccato. La scaletta si compone di pezzi sia storici e cari ad ogni ascoltatore, come “Asgard” o “The Roman Empire” e “The Killing Queen“, sia pezzi più recenti come “Under This Flag” tratto dal penultimo e omonimo album, “Red Devil” e la potentissima “Lady of Hope“. Grande maestria dei chitarristi Tony “Mad” Fontò e Danilo Bar, della new entry Alexandros Muscio, autore di un’eccellente esibizione alla tastiera e del potente cantato graffiato e sporco di Federica De Boni. Non potevamo chiedere di meglio!
Proseguiamo con un’altra grande band, gli alessandrini SECRET SPHERE, band capitanata dal chitarrista Aldo Lonobile che vedremo in azione anche con i DEATH SS. Li abbiamo seguiti più volte quest’anno e possiamo ancora affermare che dal vivo sono sempre piacevoli da sentire, soprattutto grazie alla simpatia del caro Michele Luppi che riesce ad instaurare un rapporto rilassato con il pubblico. La setlist prevede quattro brani estratti dall’ultimo lavoro “The Nature Of Time“, accolto molto positivamente da critica e fan, e qualche altro pezzo dei dischi precedenti come la splendida “Lie To Me” e “Rain“, che ha visto di ritorno al microfono per questa occasione l’ex singer Roberto Messina, che duetta anche con Michele nella bellissima “Lady Of Silence“.
Anche i LABYRINTH ormai non hanno più bisogno di presentazioni: Olaf Thorsen, Andrea Cantarelli e Roberto Tiranti rappresentano tre grandi personalità del Power Metal italiano, che hanno dato vita ad uno degli album più belli del genere, lo storico “Return To Heaven Denied“. Forti del successo positivo dell’ultimo “Architecture Of A God“, ci presentano una scaletta dedicata in gran parte all’esecuzione dei brani di quest’album e altri tre pezzi che derivano dal su citato album. Grande esibizione di una band che negli anni ha sempre dato tanto e che meriterebbe molto di più di quanto abbia guadagnato!
È il momento della prima band straniera della serata, gli svedesi GRAND MAGUS: naturalmente ci scostiamo anche dalle sonorità Power Metal, tornando ad esplorare più che altro l’Heavy Metal e lo Stoner-Doom Metal con qualche venatura Folk. Seconda volta che ho il piacere di vederli, dopo il concerto con TESTAMENT e AMON AMARTH, e anche stavolta posso confermare che l’energia trasmessa dalla band è incredibile, nonostante siano solo in tre sul palco. Forse non amati da tutti, in quanto meno appetibili e più di nicchia rispetto al contesto, ma Janne JB Christoffersson si dimostra un vero portento alla voce, apprezzabile soprattutto anche da chi preferirebbe voci diverse dagli standard della serata.
Rhapsody? Rhapsody Reunion? Rhapsody Of Fire? Insomma chi sono i veri RHAPSODY? Volti nuovi, modi di esprimersi sul palco diversi rispetto a come li ricordiamo e naturalmente si dividono anche i fan!
Chi è cresciuto con loro, con la loro formazione storica, di cui ora soltanto il tastierista Alex Staropoli è rimasto nella line-up ufficiale, è normale che faccia fatica a pensare che ciò che sta per vedere porti il nome di RHAPSODY o RHAPSODY OF FIRE e in molti, tra il pubblico, pensano perlopiù di assistere ad una sorta di cover band. Ebbene no, come ogni band che si è evoluta nel tempo con i diversi cambi di formazione possiamo dire che anche loro non fanno eccezione. Il nuovo cantante Giacomo Voli ha conquistato in maniera incredibile il pubblico e possiamo tranquillamente affermare che anche lui merita di entrare nell’Olimpo delle migliori voci in circolazione del panorama Power Metal. In molti pensano che il difficilissimo compito di non far rimpiangere Fabio Lione sia stato affrontato con buoni risultati.
Si presentano con una scaletta davvero vincente, che vede alcuni brani estratti dagli ultimi lavori come “Distant Sky” e “Into The Legend“, estratti dall’ottimo “Into The Legend“, o brani più da veterani della band come”The March of The Swordmaster“, “Dargor, Shadowlord of the Black Mountain” e i classiconi “Holy Thunderforce“, “Down of Victory“, “Wings of Destiny“. Bellissime anche “The Magic of The Wizard Dream“, con una favolosa interpretazione di Giacomo, ed “Emerald Sword” sul finale.
Un live veramente di alto livello dove la pecca, a mio avviso, è stata la chitarra di Roberto De Micheli, un po’ oscurata rispetto alla tastiera di Straropoli e alla batteria di Manuel Lotter. Invito quindi tutti gli amanti del genere a non disdegnare assolutamente questa nuova ottica della band, che sicuramente può dare degli ottimi risultati. Attendiamo perciò nuovi lavori e nuovi brani!
Si conclude nel migliore dei modi questa prima giornata del METALITALIA.COM FESTIVAL con un gradito ritorno sui palchi nostrani dei tedeschi EDGUY, band capitanata dal talentuosissimo Tobias Sammet, frontman che nel suo genere teme pochi rivali e che è sempre un gran piacere poter rivedere. La scaletta del tutto azzeccata è una grande sorpresa per i fan, regalando intense emozioni. Tra i pezzi troviamo “Vain Glory Opera“, “Mysteria“, la lunghissima “The Piper Never Dies” e la super ballad “Land Of The Miracle” cantanta all’unisuono da tutti i presenti. “King Of Fool“, pezzo abbastanza inaspettato, manda a casa un pubblico soddisfatto e pronto a ricominciare l’indomani con sonorità più oscure e teatrali.
DAY 2
Si riparte domenica 10 settembre sotto una pioggia intensa che costringe i presenti ad abbandonare le file per mettersi al riparo. Ci lasciamo alle spalle le sonorità epiche e fantasy per concentrarci su quelle più oscure e teatrali, con una gran performance dei DEATH SS come protagonisti, i quali danno vita ad uno show con scenografie pronte ad essere registrate su DVD. Ad accompagnarli abbiamo lo show cinematografico dei CLAUDIO SIMONETTI’S GOBLIN e un gran ritorno di MOONSPELL e SAMAEL che celebrano più volte il loro passato.
Spazio quindi agli SHORES OF NULL in apertura, band Gothic-Doom Metal romano-pescarese dai tratti lenti e decadenti, ma che lascia spazio anche a giri melodici, richiamando quasi le condizioni climatiche di questa giornata dai tratti autunnali. Ci tengono in maniera egregia col fiato sospeso per quaranta minuti!
Con i fiorentini NECROMASS i suoni si incupiscono ancora di più, dando vita ad un Black Metal rude e violento che richiama molto le band caratteristiche dei primi anni ’90, con l’aggiunta di qualche sequenza più ritmata. Forse i suoni non erano così perfetti, in quanto la batteria copriva troppo le chitarre ed hanno fatto qualche taglio nella scaletta, dato che terminano dieci minuti prima del previsto.
Calano ulteriormente le tenebre, odore di incenso nell’aria, corna al cielo, uomini incappucciati, atmosfere luciferine e sabba come ad annunciare la resurrezione dei morti dai cimiteri, suoni sporchi e di stampo “Old School” caratterizzati da una cattiveria che ti prende a schiaffi: tutto questo per descrivere il Black Thrash dei piemontesi MORTUARY DRAPE, una delle realtà storiche più devastanti sulla scena italiana. Scatenano i presenti nel migliore dei modi che potevamo aspettarci!
Il pubblico si fa sempre più numeroso e partecipe per lo show dei CLAUDIO SIMONETTI’S GOBLIN, progetto Progressive Rock avviato da Claudio Simonetti nei primi anni ’70 e che ora ci mostra la più recente incarnazione. Il gruppo ci propone uno show dedicato a tutti i cultori di cinema horror contrapponendo le sonorità delicate delle composizioni alle scene macabre dei celebri film, proiettate sullo schermo del Live Club. Tra i brani troviamo “Mater Lacrimarum“, scritta in collaborazione con Dani Filth per il film “La Terza Madre” di Dario Argento, “La Notte Dei Morti Viventi” e “Zombi“, come omaggio a George Romero, e le colonne sonore dei grandi classici di Dario Argento, come “Suspiria“, “Phenomena” e in chiusura il tema di “Profondo Rosso“. Pubblico caloroso, si dimostra di aver ampiamente apprezzato l’esibizione davvero coinvolgente.
È il turno degli svizzeri SAMAEL, altra band protagonista di uno show senza precedenti, con una performance davvero assordante ed effetti di luci di luci psichedeliche con cambi continui, che mette in risalto tutta la loro tenacia e violenta esecuzione di un Industrial/Black Metal. Chi scrive non è molto affine a questo tipo di sonorità, ma può garantire che hanno saputo tenere alla perfezione e in maniera soddisfacente i fan presenti tra il pubblico.
È il momento dell’egregia esibizione dei lusitani MOONSPELL, tra le migliori band Gothic-Doom Metal in circolazione e che il sottoscritto vede per la seconda volta quest’anno, dopo l’eccellente esibizione da headliner al Dagda Live Club. Ogni canzone eseguita presenta un’immagine proiettata sullo schermo che la richiama. Si parte molto bene con “Extint” e “Breathe“, dove Fernando Ribeiro &a Co. dimostrano subito di essere in grande forma. Il pubblico esplode poi con gran boato durante l’esecuzione di “Opium“, cantata da tutti insieme, passando poi a “Night Eternal“, in cui Fernando da libero sfogo al suo potentissimo growl. Ben cinque brani estratti dal celebre “Irreligious” tra cui “Awake”, in grado di tenere il pubblico con il fiato sospeso, e la bellissima “Full Moon Madness“. Tra gli altri pezzi celebri, la soave e allo stesso tempo atroce “Vampiria“, “Mephisto” e “Alma Mater“. I portoghesi non potevano dare di meglio, anche dal punto di vista scenografico.
“Non hai idea di ciò a cui stai per assistere!” Questo è ciò che mi disse un amico fotografo prima dell’esecuzione dei DEATH SS, che chiudono in maniera più che egregia un live decisamente di alto livello. Il Re della Notte Steve Sylvester e gli altri membri si rendono protagonisti di una performance di notevole impatto sia dal punto di vista musicale, specialmente per il cantante toscano in grandissima forma con la voce, che dal punto di vista delle scenografie davvero spettacolari. Siamo di fronte ad una band che ha davvero fatto la storia dell’Heavy Metal, del Dark Sound, esoterismo e teatralità, sia in Italia che in generale. “Ave Satani” è l’intro che apre le danze, seguita da “Let The Sabbath Begin“, che scatena immediatamente il pubblico di tutti i presenti. La scaletta varia da pezzi storici come “Vampirie” e “Horrible Eyes“, a brani più recenti e Industrial come “The Crimson Shrine“. Crocifissi, candele, croci in fiamme, attori e showgirl che interpretano il ruolo della suora e del diavolo tentatore fanno parte di una scenografia da impatto! Vedere per credere! L’apice della notevole performance lo troviamo nel finale, con l’esecuzione di brani tratti dai primi tre album storici, come “Baphomet“, “Inquisitor“, “Where Have You Gone” e la conclusiva “Heavy Demons” accompagnata dal lancio dei coriandoli finale. Si conclude così un festival più che notevole, che ci ha regalato tantissime emozioni e sorprese!