Retorbido offre una serata con protagoniste le voci femminili al sempre accogliente Dagda Live Club, in collaborazione con House Of Ashes Prod e Oltrepo’ Metal Crew, uno storico gruppo per la rivalutazione culturale della musica metal fondato nel 1985, con lo scopo di riunire tutti i metallari sia della zona, a km zero, ma anche su scala italiana e internazionale, per la partecipazione ai vari eventi. Tornati alla ribalta dopo anni, uno dei membri della crew è Carlos Cantatore, attuale batterista dei MaterDea, già noto per aver suonato in passato anche con gli Annihilator e tra i fautori di questo bell’evento.
Ad aprire le danze sono i MADNESS POWER, band Hard Rock formata da ragazzi che frequentano il terzo liceo: una vera e propria rivelazione, una speranza delle future generazioni che sanno comporre musica propria e di qualità. La grinta dimostrata sul palco è davvero notevole, considerando che suonano insieme da due anni. I ragazzi omaggiano anche una leggenda dell’Heavy Metal come i Judas Priest con la cover di “Electric Eye“. Applausi davvero meritati e ci aspettiamo notizie sul loro prossimo EP in uscita.
MADNESS POWER
Le atmosfere del palco si oscurano e assistiamo ad un cambio generale di sonorità con i Slypheed, gruppo Melodic Metal di Alessandria che esplora diversi territori, dove possiamo riconoscere le varie influenze da gruppi come Opeth, My Dying Bride o Arch Enemy. Il nome del gruppo fa riferimento alla mitologia delle silfidi, alle fate oscure dell’aria che un tempo furono donne irascibili e tormentate. I loro brani variano da parti più raffinate e melodiche ad altre più graffianti e aggressive, grazie alla bravissima violinista e alla cantante Fenis che alterna parti di canto pulito a quello in growl.
SLYPHEED
I MaterDea, protagonisti con il loro Folk Metal molto melodico e dallo spirito fantasy, tornano sul palco del Dagda (erano già stati precedentemente in quel di Borgo Priolo) con una rinnovata formazione, portando folklore ed energia positiva attraverso i loro brani che evocano un mondo fatato. Eseguono gran parte dei brani del loro ultimo lavoro “Pyaneta“, un concept che fa riflettere sull’importante connessione tra noi e il mondo naturale e quanto sia importante rispettarlo quotidianamente, anche attraverso piccoli gesti, dal momento che sembriamo invece assistere ad pericoloso degrado dello stesso. È bello assistere anche al coinvolgimento, verso il finale, dei membri delle altre band sul palco, durante l’esecuzione del brano “The Green Man“, improvvisato ma riuscito molto bene.
MATERDEA