MetalPit era presente al Winter Days Of Metal, nato da una costola dal più famoso Metaldays, che ormai è diventato una tappa fissa per i metallari di tutto il mondo. Il WDOM, arrivato alla sua seconda edizione, si svolge in uno dei posti più incantevoli della Slovenia, nei pressi del Lago di Bohinj. A causa delle ingenti nevicate abbiamo deciso di raggiungere il luogo dell’evento in treno. In poco più di un’ora, partendo dalla Stazione Transalpina di Gorizia siamo passati dalla pioggia torrenziale a un paesaggio magicamente imbiancato. La neve non ha praticamente smesso di cadere per tutta la durata del festival, fatto che ha provocato la cancellazione degli italiani Hour Of Penance e il giorno successivo dei norvegesi Endezzma, che non sono riusciti a raggiungere il luogo del festival.
Per un imprevisto occorso all’ultimo momento non siamo riusciti a seguire i concerti della prima giornata, con gli Arkona come headliner in una delle prime date a supporto del nuovo album “Khram” uscito recentemente (qui la recensione) e gli islandesi Skalmold.
LA LOCATION DEL FESTIVAL
Il bill del secondo giorno di festival prevedeva in scaletta tra gli altri i Dropkick Murphys, band che non si può definire prettamente metal, ma che è riuscita a radunare un’ampia folla nonostante le avverse condizioni meteo, e i Gaahls Wyrd, band Black Metal guidata dall’iconico ex cantante dei Gorgoroth.
Ad aprire le danze sono stati gli Infected Chaos, formazione Death Metal austriaca che abbiamo già potuto ascoltare al Metaldays 2017. La prima vera sorpresa della serata sono stati però i Ritual Day, band cinese che ha proposto un Black con forti influenze tradizionali della loro terra d’origine e l’utilizzo di uno strumento musicale tipico che dava al gruppo quella nota originale che sempre più spesso scarseggia nelle band di oggi. Al termine del concerto, arriva la notizia dell’annullamento dello show degli italiani Hour Of Penance: approfittando dell’ora abbondante di buco, decidiamo di uscire a berci una birra in uno dei locali adiacenti all’area concerti. Appena entrati, notiamo una faccia conosciuta seduta da sola ad un tavolino. Nientepopodimeno che Gaahl in persona che, uscendo poco dopo dal locale, si è intrattenuto un po’ di tempo con noi, rivelandosi, almeno verso i fan, una persona gentilissima e cordiale.
Ma il tempo passa alla svelta ed è già l’ora degli headliner della serata – i sopracitati Dropkick Murphys. Già dal primo brano “The Lonesome Boatman” la folla è andata in delirio, con il canatante Al Barr e gli altri membri della band che interagivano molto fisicamente con il pubblico. Il concerto è proseguito senza un attimo di respiro, non solo con brani classici della band, ma puntando soprattuto sull’ultimo album. Il concerto termina con uno dei pezzi più famosi degli americani, “I’m Shipping Up To Boston”. Veloce cambio palco e arriva il momento più atteso della serata da parte del sottoscritto, con i Gaahls Wyrd che entrano in scena. L’esibizione dei norvegesi dura poco più di un’ora, prima di dare il cambio all’ultima band della serata, i Grailknights, gruppo tedesco ispirato al mondo dei supereroi. Il genere proposto è un classico Power Metal, con l’aggiunta di scenette surreali al limite del tragicomico. Il pubblico presente ha però apprezzato molto il concerto, impersonando a sua volta vari supereroi, ballando e cantando sulle musiche della band teutonica.
La terza giornata si apre con i Novacrow, band di Liverpool con influenze horror, musicalmente più rock che metal. La cantante Kitty Staunton e gli altri membri della band nei quaranta minuti disponibili hanno saputo gestirsi il palco molto bene. Tocca poi alla band Viking Metal Immorgon, proveniente da Barcellona, riscaldare il pubblico presente con le loro armature e il loro stile death melodico. Come anticipato sopra, anche l’esbizione dei blackster norvegesi Endezzma è stata cancellata non essendo riusciti a raggiungere il festival, e il WDOM prosegue con gli Ahab. La band tedesca, che si ispira alle tematiche oceaniche con il suo stile autodefinito Nautik Doom, crea un’atmosfera magicamente depressiva. La scenografia basilare e spartana (per non dire inesistente) viene compensata dall’alta tecnica musicale del gruppo. E finalmente arriva il momento degli Asphyx. La band ci presenta una scaletta variegata: dopo il tris “Candiru”, “Division Brandenburg” e “Wardroid”, tratti dall’ultimo lavoro ormai risalente al 2016, Martin Van Drunen e soci si spostano verso lidi più classici con pezzi tratti dai primi album. Non possono mancare in scaletta “The Rack”, “Vermin”, l’omonima “Asphyx (Forgotten War)”, per terminare con la potentissima “MS Bismarck”. Dopo questa lezione di Death Metal, il festival si avvicina alla conclusione: l’ultima band a salire sul palco sono i Milking The Goatmachine, che on il loro Grind nudo e crudo e le caratteristiche maschere da capra chiudono con il botto questa seconda edizione del WDOM.
È arrivato il momento di tirare le somme di questo festival invernale. È da tenere in considerazione che organizzare un’evento del genere nel mese di gennaio/febbraio non è affatto facile, perché pochissime band sono in tour in questo periodo e riuscire a mettere insieme una lineup interessante può diventare un problema. Anche il meteo purtroppo non ha aiutato logisticamente le persone a raggiungere il concerto, ma nonostante ciò l’affluenza è stata buona e l’organizzazione impeccabile. La terza edizione è già stata confermata, anche se non si conoscono ancora le date esatte. Personalmente non mancherò al prossimo WDOM e se anche voi volete passare qualche giorno di vacanza sulla neve e contemporaneamente assistere a qualche concerto con la vostra musica preferita non dovreste mancare. Passare le giornate nelle varie SPA e piscine disponibili in paese, oppure sciando presso le stazioni del monte Vogel o, come il sottoscritto, spiaggiarsi nei bar a mangiare e bere buonissima birra a basso prezzo in uno dei posti più belli della Slovenia, per terminare la giornata nel segno dell’Heavy Metal, è un’esperienza da non perdere.