AMENRA + BORIS @ Kino Šiška, Ljubljana (SLO) – 27/02/2018

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Mesi di attesa spasmodica per il sottoscritto, gli ultimi, in seguito all’annuncio di un’accoppiata dal peso specifico fuori scala: Europa e terra del Sol Levante si incrociano e si completano in questo tour da co-headliner che vede unire le forze gli Amenra, forti del loro ultimo, ottimo album “Mass VI”, e i Boris, anche loro più o meno freschi di pubblicazione con “Dear”. Temperature gelide al di fuori, tempi dilatati all’interno nonostante la durata relativamente breve dell’evento (il tutto si è completato in meno di tre ore) e tanta, tanta sofferenza nella capitale slovena.

BORIS

Scenografia scarna ma sobria e quasi ritualistica per il trio di Tokyo: due discreti muri Orange ai lati di una batteria essenziale ai piedi di un gong. I Boris, si sa, sono camaleontici e stasera si presentano nella loro veste più liquida e inafferrabile, un drone/doom dai volumi sconvolgenti e caratterizzati una teatralità degna di nota, grazie soprattutto al batterista e cantante Atsuo che si è dimostrato materiale di primo livello per i fotografi. Una prova maiuscola per tutti e tre, con la riproposizione dell’intero album “Dear” (esclusa soltanto “Biotope“): Takeshi, con l’abbigliamento e il doppio manico basso/chitarra, sembra uscito direttamente dagli anni settanta, mentre l’angelica Wata ci regala delle perle di elevatissima caratura, sia a livello vocale (a parere del sottoscritto meriterebbe molto, molto più spazio) che chitarristico, con assoli sempre posati e azzeccati come nella delicata ed emotiva “Beyond“.

Dalla funerea “DEADSONG” alla cadenzata “Absolutego“, passando per il magistrale climax di “Dystopia -Vanishing Point-” e i riff alienanti di “The Power“, una sorta di Black Sabbath in preda a un bruttissimo trip: il trio nipponico annichilisce il pubblico che subisce e accetta di buon grado le molestie sonore di un gruppo che sicuramente non è per tutti, ma che da 25 anni si tiene al timone, insieme a pochi altri, delle sonorità più lente e pesanti in assoluto. Sayonara.

Setlist:

D.O.W.N. -Domination Of Waiting Noise-
DEADSONG
Absolutego
Beyond
Kagero
The Power
Memento Mori
Dystopia -Vanishing Point-
Dear

Boris
Boris
Boris
Boris
Boris
Boris
Boris
Boris
Boris
Boris
Boris
Boris
Boris
Boris
Boris
Boris
Boris
Boris
Boris
Boris

AMENRA

Ho avuto modo di vedere il quintetto belga guidato dal buon Colin H. Van Eeckhout quasi tre anni fa, in occasione del Brutal Assault 2015: la loro esibizione mi ha colto completamente alla sprovvista, devastando tutto ciò che si trovasse sulla strada delle onde sonore e alzando talmente tanto l’asticella che le band prima e dopo (Agalloch compresi, il che è tutto dire) sono risultate intangibili quanto un gruppo da saggio delle medie.

Un’occasione imperdibile, quindi, nel pieno di questa perturbazione siberiana che ci ha calati nel mood ideale per un evento di tale intensità: puntuali, Colin e soci (tutti facenti parte del collettivo Church Of Ra anche tramite altri progetti quali Syndrome, Oathbreaker e Wiegedood) salgono su un palco completamente disadorno e danno inizio alla sofferenza con “Boden“. L’introduzione al brano fa il suo dovere nell’accrescere la tensione che viene spezzata con una martellata in piena faccia, suoni calibrati alla perfezione fin da subito e un set sorprendentemente equilibrato che pesca dalle ultime quattro Messe. I nuovi brani proposti, “Plus Près De Toi” e “Diaken“, non fanno prigionieri (come se ci fossero dubbi a riguardo) e si allineano senza soluzione di continuità a punti fermi del combo fiammingo come, una devastante “.Razoreater.” su tutte.

Tra sezioni atmosferiche finemente cesellate dalle chitarre di Mathieu Vandekerckhove e Lennart Bossu e riff spezzacollo in cui si fa strada il basso arrogante e pienissimo di Levy Seynaeve, le litanie dei Nostri riescono a tirar fuori le emozioni più oscure e nascoste nell’animo degli astanti, ammaliati e inermi di fronte a un carico emotivo e sonoro di tale portata insieme ai filmati proiettati sullo sfondo: l’interazione con il pubblico è ai minimi termini, la musica basta a veicolare alla perfezione la disperazione e il nichilismo dei belgi. Il post-metal misto a sludge lascia soltanto uno spiraglio alla vena più hardcore di un po’ di anni fa, con la riproposizione di “Am Kreuz” tratta dal terzo album, per poi chiudere con “.Silver Needle. Golden Nail.“, un crescendo indescrivibile troncato all’improvviso, facendo sprofondare l’intera sala in un silenzio abissale. La band si allontana senza troppi complimenti e senza possibilità d’appello, lasciando tutti sgomenti e con la sensazione che lo show sia durato troppo poco (ma che comunque non sarebbe mai durato abbastanza).

Setlist:

Boden
Plus Près De Toi (Closer To You)
.Razoreater.
Diaken
Nowena | 9.10
.TerZiele-Tottedood.
.Am Kreuz.
.Silver Needle. Golden Nail.

Amenra
Amenra
Amenra
Amenra
Amenra
Amenra
Amenra
Amenra
Amenra
Amenra
Amenra
Amenra
Amenra
Amenra
Amenra
Amenra
Amenra
Amenra
Amenra
Amenra
Amenra
Amenra
Amenra

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