1 Maggio festa dei lavoratori, come tutti gli anni migliaia di persone affollano Piazza San Pietro per il grande concerto, ma i “lavoratori metallari” si discostano dalla massa radunandosi a Paderno Dugnano, per un evento di metal estremo con un bill di proporzioni gigantesche che calcherà il palco dello Slaughter Club. I gruppi di punta sono i micidiali Suffocation portabandiera del brutal death metal statunitense, affiancati dai massacranti Belphegor terrore dell’Austria, sotto di loro ma comunque di grande importanza i deathster olandesi God Dethroned, i Nordjevel forgiati dalla fiamma del black metal norvegese, e, infine un prodotto dell’underground italiano ovvero i Devangelic a quali spetterà il compito di aprire la serata. Si prospetta una serata carica di violenza a colpi di chitarra, batteria e gole infuocate, che metteranno a dura prova sia i nostri timpani sia le pareti del locale, che il devasto abbia inizio e buon 1 maggio!
DEVANGELIC
Quando aprono i cancelli è già presente un discreto numero di persone, la prima fila viene occupata rapidamente mentre il resto della gente guarda i banchetti del merchandising o si ristora con un buon panino e birra nel cortile provvisto di tavolini e ombrelloni. Finalmente la serata può avere inizio, i Devangelic prendono posizione spezzando il silenzio con “Plagued By Obscurity”, proponendo pezzi dai loro lavori “Resurrection Denied” e “Phlegethon”. Si tengono saldamente alle radici death metal, tuttavia i riff grezzi e squadrati di Mario Di Giambattista affiancati dalle spigolose linee di basso emesse da Alessio Pacifici, risentono dell’influenza brutal accentuata dal cavernoso growl di Paolo Chiti, e, dalle martellanti parti di batteria ad opera di Marco Coghe entrato in formazione quest’anno. I pezzi complessivamente hanno un bel tiro che presenta brusche accelerate, ma potrebbero essere ancora più spiazzanti, come presenza scenica sono dinamici ma peccano di sinergia dato che mantengono le loro posizioni, in compenso il frontman ha una buona interazione col pubblico a cui dimostra la sua gratitudine per il supporto, infatti gli applausi non sono mai mancati sino alla conclusiva “Desecrate The Crucifix”. I nostri ragazzi di Roma in attività dal 2012, si sono dimostrati un buon riscaldamento iniziale, sicuramente su certi aspetti col tempo miglioreranno, ma è evidente che hanno già le carte in regola per poter emergere.
Setlist:
Plagued By Obscurity
Mutilation Above Salvation
Disfigured Embodiment
Eucharistic Savagery
Of Maggots And Disease
Abominated Impurity Of The Oppressed
Desecrate The Crucifix
NORDJEVEL
Ora dalla fredda Norvegia giungono i Nordjevel, nati nel 2015 con già all’attivo il secondo disco “Necrogenesis” uscito quest’anno. Durante il cambio palco, viene preparata una tetra scenografia con grandi croci rovesciate lavorate in ferro battuto e candele, una perfetta atmosfera black metal completata dall’arrivo di quattro oscure presenze ricoperte di face painting e chili di borchie. Accolti con entusiasmo partono in quarta con “Sunset Glow”, dando una tremenda scossa al pubblico aumentato, la Norvegia è la fabbrica di black metal per eccellenza e con questa band non si scherza, il loro sound è colmo di rabbia funesta e procedono come carri armati dando spazio solo ai pezzi nuovi. In passato hanno subito dei cambi di formazione, nel 2018 sono entrati due elementi di grande spessore, Destructhor (ex Morbid Angel) i cui riff sono affilati come coltelli, e, Dominator (ex Dark Funeral) che sventra la batteria con colpi d’ascia. Si rivelano una solida base sui cui si appoggia Dezepticunt che fa tremare duramente il basso, mentre il frontman Doedsadmiral è una figura maligna che tiene testa al pubblico con un growl grezzo e lugubre, brandendo un calice di sangue finto. Con soli cinque pezzi hanno conquistato il pubblico che li acclama a gran voce, terminando con “Apokalupsis Eschation” possono ritirarsi a testa per alta per aver difeso l’onore del black metal norvegese, dando alla serata una piega decisamente più pesante.
Setlist:
Sunset Glow
Nazarene Necrophilia
The Idea of One-Ness
Amen Whores
Apokalupsis Eschation
GOD DETHRONED
Dopo questa batosta passiamo la parola al death metal olandese, i presenti sempre più numerosi accolgono calorosamente i God Dethroned capitanati dall’inossidabile Henri Sattler. Senza troppi convenevoli aggrediscono sulle note di “Serpenti King”, impartendo una sana lezione di death metal diretto e cruento, dalla nascita nel 1991 la formazione è stata molto rimaneggiata ma questo non ha impedito loro di comporre dieci album, di cui l’ultimo “The World Ablaze” pubblicato nel 2017 dal quale eseguono la title track e “Escape Across The Ice (The White Army)”. Detengono una presenza scenica davvero tenace, il pogo non tarda a scatenarsi alimentato dal loro granitico sound, Henri Sattler seguito dal fedele Mike Ferguson sparano centinaia di riff micidiali con assoli esplosivi, i giri di basso emessi da Jeroen Pomper rimbombano nello stomaco, mentre Michiel Van Der Plicht pesta su piatti e pelli come un animale. In mezzo a una tale potenza sonora, tuttavia è presente una sottile linea melodica che non ne stempera affatto la violenza, inoltre regna sovrana la vocalità del pilastro portante Henri dal growl particolarmente grattato e marcato. Il tempo a disposizione non è molto, di conseguenza non riescono a toccare tutta la discografia, ma ogni pezzo proposto è stato un colpo di mazza chiodata che ha esaltato tutti i presenti, sino alla conclusiva “Nihilism”. Il “Dio detronizzato” ha senza dubbio alzato ulteriormente il livello della serata, Henri e soci hanno cominciato a far tremare le pareti del locale, il pubblico li ripaga con meritate urla e applausi, ore è caricato al massimo per supportare gli ultimi due mostri sacri del metal estremo.
Setlist:
Serpent King
Villa Vampiria
The World Ablaze
Soul Sweeper
No Man’s Land
Poison Fog
Escape Across The Ice (The White Army)
Boiling Blood
Nihilism
BELPHEGOR
La serata è giunta quasi all’apice, sta per entrare in scena la penultima band che non ha bisogno di presentazioni, dalla scenografia si capisce a cosa andiamo incontro, enormi croci di legno ovviamente rovesciate, due imponenti totem fatti di ossa animali posizionati a centro palco, una spettrale nebbia e incenso. La tensione cresce e nel vedere innalzare il telone marchiato la platea numerosa sussulta, in contemplazione dello spettacolare quanto tenebroso palco, finalmente l’attesa finisce e dalla gelida nebbia il demone Belphegor si materializza sotto forma di Helmuth, Serpenth, Horus e Ravager che prendono posizione pitturati di bianco, nero e sangue finto suscitando immenso clamore. L’inossidabile Helmuth richiama immediatamente l’attenzione globale, dopodiché irrompono con “Sanctus Diaboli Confidimus” generando un’esplosione sonora che si riversa in platea generando il devasto, grazie a una terrificante miscela di potenza e scenografia. Nel 2017 hanno pubblicato l’undicesimo album “Totenritual”, da cui traggono perle nere come “The Devil’s Son” e “Swinefever – Regent of Pigs”, traggono dando poi spazio ad altri cavalli di battaglia come “Lucifer Incestus”, e “Belphegor – Hell’s Ambassador”, mandando tutti in delirio tra headbanging e pogate. Tirano dritti per la loro strada senza fare prigionieri, Helmuth unico membro originale dissemina una strage di riff micidiali e sanguinanti assoli, supportato da Serpenth seconda colonna portante che causa spostamenti d’aria a colpi di basso. I due turnisti sicuramente si dimostrano degni di suonare al loro fianco, Horus raschia duramente le sei corde solidificando la ritmica, mentre Ravager tartassa piatti e pelli facendo regnare il blast beat, viaggiando a folle velocità sul doppio pedale. Col procedere dell’esibizione l’atmosfera già intrisa di nebbia e incenso, è sempre più schiacciata da questo macigno death-black metal, i fans sono come assuefatti e tenuti in una morsa letale da Helmut, la cui gola è un’oscura caverna da cui fuoriesce un growl diabolico. Ogni pezzo è un trionfo che solleva urla, applausi e cori d’incitamento, da parte della band interazione è minima ma conosciamo i personaggi, sappiamo che puntano tutto sulla vera sostanza ovvero l’intensità dello show, cosa in cui riescono perfettamente dalla prima all’ultima nota. I fans esaltati vorrebbero altri pezzi ma il tempo è tiranno, con la massacrante doppietta “Baphomet” e “Gasmask”, gli austriaci pongono fine a una performance viscerale che ha messo a dura prova i nostri timpani, alzando il livello di magnitudo in modo esponenziale, accompagnati da copiose urla di supporto i quattro demoni scompaiono nella fitta nebbia da cui sono arrivati.
Setlist:
Sanctus Diaboli Confidimus
Totenkult – Exegesis of Deterioration
The Devil’s Son
Swinefever – Regent of Pigs
Belphegor – Hell’s Ambassador
Conjuring the Dead / Pactum in Aeternum
Virtus Asinaria
Lucifer Incestus
Baphomet
Gasmask Terror
SUFFOCATION
Dopo aver assistito a queste distruttive performance, siamo giunti al tassello mancante di questo mosaico extreme metal, il numeroso pubblico è in tensione per l’arrivo dei tanto attesi headliner, i quali non tardano ad arrivare e impossessandosi del palco tra sguaiate urla e applausi, sferrano un attacco diretto con “Thrones of Blood” provocando il delirio, determinati ad assorbire le ultime energie rimaste ai loro fans. Peccato che inizialmente la chitarra di Charles Errigo presenta problematiche tanto da sostituirla, in seguito anche il microfono di Ricky Myers ma una volta sistemata la situazione il “processo di soffocamento” procede senza lasciare via di scampo, in forma più che mai gli statunitensi macinano un pezzo dopo l’altro causando onde d’urto. Il brutal death metal domina incontrastato grazie all’indomabile Terrance Hobbs che dal 1992 tiene le redini della band nonostante le varie vicissitudini e cambi di line up, sempre pronto ad aggredire a suon di bestiali riff e assoli fulminanti finchè le sei corde non diventano roventi, seguito dal giovane Charles Errigo decisamente abile nel far ruggire lo strumento. Anche il resto della band dà il meglio di sé, Derek Boyer nella classica posizione col basso appoggiato a terra è l’epicentro di un terremoto, le cui vibrazioni aprono delle crepe nel locale, un ulteriore spinta è data dallo scalmanato Eric Morotti un vero e proprio concentrato di furia e precisione, preme sull’acceleratore facendo sanguinare piatti e pelli sfondando la doppia cassa. Tutti i musicisti oltre alla pesantezza del suono sfoderano una notevole tecnica compositiva, il tutto è ben strutturato e consolidato da Ricky Myers frontman dinamico e coinvolgente, con i suoi polmoni d’acciaio fomenta la folla imponendo un growl estremamente gutturale da perforare i timpani. Concedendosi pochissime pause bruciano il repertorio attingendo da quasi tutta la discografia, lanciando al pubblico bombe a mano come “Effigy Of The Forgotten”, “Funeral Inception”, “Pierced From Within”, fino all’ultimo album “Of The Dark Light” del 2017 eseguendo “Return to the Abyss” e “Clarity Through Deprivation”. Non hanno mai dato ai fans un attimo di tregua, in mezzo a tutto il pogo non è mancato il crowd surfing, una miscela di sangue, sudore e rabbia si è propagata come una scossa tellurica terminando con “Infecting The Crypt”. Il quintetto di Long Island ha decretato per l’ennesima volta, una schiacciante vittoria sul territorio italico, con un’esibizione di altissimo calibro e di tremendo impatto che ha raso al suolo lo Slaughter Club, accompagnati da infinite urla, applausi e cori d’incitamento, i Suffocation ringraziano di cuore i superstiti congedandosi fieramente.
Per il “popolo lavoratore metallaro” questo 1 Maggio è stato celebrato nel migliore dei modi, grazie alle band che dalla prima all’ultima hanno dato anima e corpo, garantendo uno show di altra qualità che i fans si ricorderanno per sempre. Ringraziamo la Nihil Productions che unendo le forze con l’Etrurian Legion Promotion hanno organizzato un evento di proporzioni mastodontiche, con il prezioso aiuto dell’efficiente staff dello Slaughter Club. Alla prossima!!!
Setlist:
Thrones of Blood
Effigy Of The Forgotten
Jesus Wept
Funeral Inception
Return to the Abyss
Cataclysmic Purification
Clarity Through Deprivation
Breeding The Spawn
Pierced From Within
Return To The Abyss
Liege of Inveracity
Catatonia
Infecting The Crypt