A causa della mancanza degli Architects, la nostra tabella di marcia non ci ha permesso di vedere anche gli opener, pur partendo molto presto siamo arrivati sul cambio palco prima degli August Burns Red.
Fatta questa premessa, possiamo buttarci nel vivo dell’azione.
In tutta onestà non sapevo cosa aspettarmi, il forfait degli inglesi Architects aveva di molto ridimensionato le mie aspettative riguardo questa data. Dalla loro August Burns Red, Atreyu e Killswitch Engage hanno fatto di tutto per rendere la serata magnifica, riuscendo perfino a coprire la mancanza di una band headliner del tour. Un enorme lancia va spezzata a favore di tutti i musicisti coinvolti, non deve essere una situazione facile ne piacevole, ma la grande professionalità ha dato un risultato incredibilmente positivo.
Siete venuti qui per leggere di musica, e musica sia:
ABR in formissima, una band giovane ma dalla preparazione e determinazione esemplare, arrivati sul palco come un terremoto hanno alzato il livello via via sempre di più nel corso del set, tenendo botta anche di fronte a stanchezza e difficoltà oggettiva nel suonare cose così complesse con quel grado di perizia, mi hanno lasciato positivamente colpito e sorpreso. I suoni perfetti, il mix esemplare e l’effettiva capacità della band ha fatto il resto, concerto goduto, esperienza molto coinvolgente ed i spettatori presenti si sono subito scaldati. Vedere un pubblico così eterogeneo, coinvolto e ruspante, deve esser un ottimo premio per un band. Arrivati in fondo al set esteso, sparano le hit migliori e si congedano, lasciando spazio agli Atreyu, la vera incognita della serata.
Atreyu: capitolo controverso della serata, fans caldissimi, che si sono goduti a fondo l’atteso ritorno. La band è oggettivamente brava a tenere il palco, ma la musica e i suoni sono un po’ troppo ripetitivi, non mi han convinto del tutto. Qualche lampo qui e li ha illuminato la performance, ma nel complesso leggermente sotto le aspettative, sicuramente messi in ombra dagli ottimi ABR. Un ottimo antipasto per i headliners. Nel complesso il set è filato liscio senza intoppi e ha fomentato ulteriormente il pubblico pronto ad esplodere per il main event.
Tutto pronto, cambio di palco molto frugale, luci basse, e BANG, i Killswitch Engage mettono a ferro e fuoco il locale in pochi secondi. Un’energia simile non l’avevo mai vista, un’esplosione di colori, sensazioni positive e musica incredibile suonata da musicisti straordinari, e ve lo dico da non fan dei KSE e soprattutto da non ascoltatore di metalcore. Un set del genere ha mosso tutto e tutti, non ha lasciato spazio per dubbi di sorta, i KSE meritano di essere all’apice di una scena che hanno contribuito a far nascere.
Chiamateli classiconi, chiamatele Hit, chiamatele come volete, ma la scaletta dei KSE ha toccato ogni angolo della loro vasta discografia andando a inanellare una serie incredibile di pezzi clamorosi. Uno dietro l’altro, senza la minima esitazione, pazzeschi in tutto. Dalla presenza scenica ai suoni alle scenografie, band esemplare in ogni cosa.
Ho fatto fatica a considerare la reazione del pubblico per il semplice motivo che sono stato trascinato e coinvolto nel clima anche io, una festa continua. I primi a divertirsi e godere totalmente dell’esperienza sono stati i KSE stessi, ridendo e scherzando sul palco al pari di una combriccola di amiconi. Questo clima sereno e disteso ha contribuito a rendere la serata speciale, senza intoppi, clima positivo che si è esteso a colleghi, crew, personale del Kino Šiška e ogni singolo presente. Che dire per riassumere il concetto: PERFETTI, che piacciano o meno i Killswitch Engage sono stati oggettivamente impeccabili. Come riscontrato di recente per i Gojira, probabilmente aver un produttore di livello (Adam D come Joe dei Gojira) influisce positivamente sulla resa sonora della band nel live.
Spero che il report fotografico che trovate qui di seguito possa rendere vagamente l’idea del clima grandioso della serata.
