Lo show di Firewind e Rage dello scorso 6 gennaio al Legend Club mi ha dato modo, oltre di assistere all’esibizione di cui potete leggere qui, di incontrare il buon Michele Guaitoli, che mi ha invitato a partecipare nel medesimo locale il giorno successivo per lo show della sua band, i Kaledon, forti della pubblicazione dell’intero catalogo in digitale e dell’ultimo lavoro “Carnagus: Emperor Of The Darkness”, che ha dato una svolta al sound della band, divenuto più aggressivo grazie anche all’ottimo lavoro svolto dalle new entry Michele alla voce e Manuel Di Ascenzo alla batteria. Eccoci di nuovo qui al Legend per la serata di domenica, che ospita due band totalmente differenti tra di loro, ma con i membri legati da una buona amicizia. Ad aprire ai romani troviamo gli Althea, band prog rock sperimentale di Milano protagonista di un concept molto apprezzato, “Memories Have No Name”, uscito nel 2017.
Gli Althea aprono quindi le danze dell’evento, che purtroppo non porta a così tanti partecipanti come la sera precedente, ma è anche vero che l’indomani “dobbiamo trovarci di nuovo tutti in ufficio a lavorare, che discorso triste!“, come accennato dal cantante Alessio Accardo, perciò lo show sembra quasi riservato ai più “coraggiosi e temerari”. Alessio, Dario, Sergio e Andrea ci accompagnano quindi attraverso un viaggio nella vera natura dell’essere umano che si intreccia con la realtà quotidiana che realmente lo circonda. Posso assicurare che il viaggio musicale è stato decisamente piacevole attraverso le note di brani come “Revenge“, “Drag Me Down“, “Halfway Of Me“, “Intermediated 1“, “Intermediated 2“, “I Can’t Control My Mand” o “Memories Have No Name“, che fanno tutti parte del concept, percorrendo momenti riflessivi, profondi e talvolta malinconici. La band si riserva di regalarci anche un intermezzo acustico con i brani “Neverending Rain” e “Lies“, a mio giudizio uno dei momenti più emozionanti del live, per poi proseguire con un’altra serie di brani in chiave Progressive, tra cui la bellissima “ L.O.V.E. Last Overwhelming Velvet Emotion“, in stile Peter Gabriel e dalle atmosfere pinkfloydiane: un totale di venti tracce eseguite nel giro di un’ora e un quarto, tra cui l’intero l’album “Memories Have No Name“. Ci aspettiamo naturalmente ulteriori sviluppi da questi ragazzi, a cui non si può di certo negare di essere partiti alla grande!
I Kaledon non hanno di certo bisogno di presentazioni nel panorama Metal italiano, la band di Alex Mele è attiva fin dal 1998 e presenta una discografia di tutto rispetto che a mio avviso ha ben poco da invidiare alle band Power Metal più famose, meritando molto più di quanto abbia riscosso finora. Anche se i numerosi cambi di formazione nel corso degli anni hanno reso spesso difficile un po’ tutto, fortunatamente il buon Alex ha dimostrato di essere ancora più tosto, non arrendendosi e facendo ancora parlare di sè con il nono studio album uscito nel 2017, “Carnagus: Emperor Of The Darkness“. Michele, già cantante negli Overtures, ha svolto egregiamente il compito non facendo rimpiangere i due precedenti vocalist e dando una nuova impronta alla band che la distingue sia dai primi lavori di stampo rhapsodyiano e helloweeniano, sia dal periodo con Marco Palazzi in cui sonorità tendenti all’Hard Rock si abbracciano al Power più classico. “Carnagus” ricalca le tematiche fantasy del concept scritto da Alex, che mi sono promesso di leggere a breve, e offre ancora qualcosa di diverso, rendendolo un lavoro molto maturo. Per la serata vediamo Alex , Enrico e Paolo che compensano perfettamente l’assenza del chitarrista Tommy Nemesio, purtroppo bloccato a casa da febbre e influenza. Lo show ci dimostra di avere a che fare con musicisti di tutto rispetto, alcuni dei quali hanno in serbo anche futuri progetti personali. In scaletta, dopo l’intro di “Tenebrae Venture Sunt“, troviamo i brani “The Beginning Of The Night“, “Eyes Without Life“, la bellissima “The Two Bailouts” con un ritornello formidabile e “Evil Behaded“, facenti parte dell’ultimo lavoro. Tra gli altri pezzi troviamo “The End Of The Green Power“, la splendida “Into The Fog“, uno dei miei brani preferiti in assoluto, e l’immancabile “In Search Of Kaledon“, risalente al primo lavoro datato 2002, che conclude nel migliore dei modi un’altra grande serata.