Terza edizione ben riuscita quella dell’Hard Rockolo Festival, evento che si è tenuto nella location del Parco Roccolo di Pieve di Cadore (BL). La località circondata dalle Dolomiti Cadorine, che vanta viste e paesaggi molto suggestivi, ha proposto le performance dal vivo di varie formazioni dell’undeground italiano, spaziando tra molti generi.
I primi a salire sul palco sono stati i bolognesi RIAH che, nonostante abbiano rilasciato solo una demo, hanno saputo sfruttare al meglio il tempo a loro concesso.
Il pubblico non si è dimostrato molto coinvolto, sia perché il festival era iniziato da poco e quindi l’affluenza non era ancora molta, ma anche per via della proposta musicale della band, non adatta a uditi raffinati.
I Nostri si sono presentati come un terzetto chitarra, basso e batteria proponendo un Post-Metal completamente strumentale che si è rilevato originale, specialmente per la parte ritmica curata dal batterista Rocco Catturani.
Dopo la loro apparizione breve ma con esito tutto sommato positivo è stato il turno dei KANSEIL, band Folk Metal trevigiana che narra attraverso le proprie canzoni le leggende della loro terra, il Cansiglio. I brani proposti sono tutti presi da “Doin Earde“, loro unico disco all’attivo per ora (escludendo la demo), uscito nel 2015.
Nell’ora scarsa di concerto i presenti (già più numerosi rispetto all’esibizione precedente) si sono dimostrati partecipi e la formazione ha sfruttato ciò per degli attimi goliardici con chi era sotto al palco.
Nota certamente positiva per il gruppo è come, nonostante la formazione abbia sette membri, nessuno venga sminuito, in modo da far risultare ciascuno un tassello importante per la riuscita di ogni brano.
La terza band della serata sono stati i FULL LEATHER JACKETS, i quali hanno giocato in casa con il loro Heavy Metal classico, essendo provenienti proprio da Pieve di Cadore.
Anche per loro esibizione di buon valore, prendendo pezzi maggiormente dal loro debutto “Forgiveness: Sold Out” (a questo link la recensione), ma anche proponendo inediti che saranno presenti nel loro secondo album.
Pubblico che raggiunge la sua massima espansione per l’esibizione del quartetto, con una una buona resa dal vivo dei pezzi capaci di riportare l’ascoltatore indietro negli anni ’80/90, epoca d’oro per l’Heavy Metal e per il Thrash, generi prediletti dai Nostri.
Dopo di loro è stato il turno dei THE GRINDERS, formazione da Rovigo che propone un Nu Metal con varie influenze Funk e Rap, capace di non risultare mai scontato nonostante il genere difficilmente porti molta innovazione.
Non sono stato in grado di seguire la loro esibizione in tutta la sua durata in quanto occupato nell’intervista ai KANSEIL (che potete leggere qui), ma da quel che ho potuto ascoltare non mi son dispiaciuti affatto, avendo sfruttato al meglio le loro capacità.
Per le ultime due band ci si allontana dai generi trattati solitamente in questa sede, avvicinandoci al Reggae prima con gli ANTERRA, i quali preservavano comunque influenze Hard Rock, e infine coi THE YOUNG TREE.
I primi sono una band storica del Cadore, che nonostante la poca attività dell’ultimo periodo ha saputo dimostrare come abbia le carte in regola per tenere dei buoni concerti, come in questo caso.
Le varie canzoni proposte sono state prese dalle loro due produzioni: “L’uomo, l’anima, il vento” del 2005 e l’EP del 2008 e sono state in grado di interessare un pubblico inizialmente freddo e titubante.
I secondi, invece, sono un giovane complesso di Udine che ha avuto il compito di chiudere l’evento. Suonando i vari brani di “Seed“, loro unico disco del 2016, il sestetto ha puntato più sull’interazione col pubblico che alla tecnica, visto anche il genere offerto.
Tutto ciò si è rilevato un modo sano, genuino e semplice per porre fine alla manifestazione facendo ballare il proprio pubblico.
Così si è chiusa la terza edizione dell’Hard Rockolo Festival, tornato al meglio dopo una pausa di un anno: grazie a una buona partecipazione e band valide è riuscito a soddisfare ogni presente.