I Despite Exile sono una giovane formazione friulana che, giorno dopo giorno, sta ottenendo sempre più notorietà all’interno della scena italiana e non. Il quintetto ha rilasciato lo scorso 17 novembre “Relics”, terzo album in sette anni di attività, annunciando diverse date a supporto, tra cui spicca il Release Show, in programma per il 9 dicembre a Marghera.
Dopo aver recensito il disco e intervistato la band in questa sede, ci presentiamo all’Argo 16 con molta curiosità riguardo la resa dal vivo dei Nostri, ma anche su quella dei vari opener.
Entro nel locale che gli Infall stanno finendo il loro soundcheck, e noto fin da subito che nonostante manchi poco all’inizio della serata, il pubblico sia particolarmente scarno. La formazione ha da poco rilasciato il primo album, “Silent“, tramite il quale ha fatto conoscere la propria proposta, che trova l’unione tra post-hardcore e mathcore, ed è pienamente occupata con la sua promozione.
Nonostante il tempo a loro disposizione non si sia rivelato moltissimo, la performance è stata di buon livello, precisa e compatta, e anche i presenti (che nel frattempo sono aumentati di numero) si sono dimostrati soddisfatti, sebbene non molto coinvolti.
Finito il loro show mi preparo ad assistere a quello degli Inner Earthquake, ma apprendo con dispiacere che hanno dovuto dare forfait a causa di malesseri accusati da alcuni membri, lasciando quindi il turno agli Anewrage.
I milanesi sono freschi dell’uscita di “Life-Related Symptoms“, e gran parte dei pezzi proposti sono tratti proprio da quest’ultimo lavoro. Nonostante il loro genere sia molto più incentrato sulla melodia rispetto agli altri nomi presenti nel bill, i Nostri fanno anch’essi una buona impressione sui presenti.
Il loro alternative rock/metal dal netto stampo moderno intrattiene per una buona mezz’ora, con i cinque che si mostrano abili anche nei movimenti sul palco, a dispetto della loro giovane età.
Nel mentre, il locale ha raggiunto un buon livello di spettatori, che pur non toccando cifre rilevanti fa ben sperare mostrando supporto non solo per gli headliner ma anche per chi ha il compito di suonare prima di essi. La serata continua con il Metalcore degli As a Conceit, i quali giocano in casa essendo originari proprio del veneziano. Dal momento che la loro proposta si muove verso rotte già conosciute, ispirandosi a gruppi come i britannici Architects, i quattro puntano molto sulla buona qualità delle composizioni piuttosto che sull’innovazione, e mettono sul piatto un’ottima resa dal vivo che mostra anche la buona esperienza acquisita negli ultimi anni.
Ci si sposta verso il Deathcore con le ultime due performance della serata, con Damned Spring Fragantia e Despite Exile, che possono senza dubbi essere considerati due tra i migliori esponenti della scena italiana.
I primi hanno da poco pubblicato il nuovo EP “Chasm” (uscito nello stesso giorno di “Relics”) e alternano brani tratti da esso con altri presi dalle produzioni precedenti, accomunate dalla loro tendenza a sperimentare la quale in certi casi convince, mentre in altre situazioni sfocia in una lieve monotonia che si fa notare dal punto di vista ritmico, unico lato negativo del loro show e delle loro composizioni.
Se si esclude questo difetto, gli emiliani confermano il loro talento, che potrebbe permettere loro di ambire a grandi risultati oltre a quelli già ottenuti, specialmente per la tenacia nel differenziarsi da altre realtà dello stesso genere.
Tocca ora ai Despite Exile, i quali hanno il compito di confermare il potenziale della scena -core italiana espresso finora tramite show dal buon livello da parte di tutti i gruppi che hanno calcato il palco prima di loro.
Come già detto, il concerto in questione celebra il nuovo “Relics” e la band, dopo qualche minuto di attesa in più del dovuto per dei problemi con l’impianto luci, parte proprio con “Absent Foundation” e “Introspector“, presi dal disco in questione.
Esecuzione perfetta, interazione con i fan e professionalità sul palco: queste tre le caratteristiche che hanno permesso ai Nostri di fare un grande show, mettendo a ferro e fuoco il locale. C’è stato anche lo spazio per dei rimandi al passato, nell’ora scarsa a disposizione per il quintetto, che ha proposto per l’ultima volta dal vivo “Mechanical“, presente nel loro primo album, “Sentience” (2013).
Si chiude così una serata capace di soddisfare le mie più rosee aspettative e di dare buoni auspici per la carriera di queste varie formazioni, le quali hanno tutte le carte in regola per dire la loro in generi che spesso vengono ingiustamente presi di mira, anche se riservano diverse realtà degne di nota.