DEATH OVER VENICE @ Novak, Scorzé (VE) 09/06/2017 – 10/06/2017

by Riccardo Basso

[wptab name=Giorno1] Il Death Over Venice è un festival dedicato al death metal underground di vario tipo che è giunto quest’anno alla sua seconda edizione. L’evento come l’anno precedente si è tenuto al Novak di Scorzé in provincia di Venezia. La sala per i concerti è climatizzata e molto piccola; ci stanno forse cento persone al massimo, ma questa cosa è positiva poiché rende l’evento molto più intimo e intenso per band e pubblico. Vi è poi un’area espositiva dove oltre al merch delle band si possono trovare bancarelle che vendono dischi e t-shirt e poi un paio di espositori con stampe di opere e chitarre. Il primo giorno si sono esibiti Stench of Profit, Deceptionist, Demiurgon, Logic Of Denial e Putridity.

STENCH OF PROFIT:

Le danze il primo giorno le aprono gli Stench Of Profit, la band più estrema della serata che propone un death misto al grind estremamente ignorante e che probabilmente nei trenta minuti di esibizione ha presentato l’intera discografia vista la lunghezza media dei pezzi. La band sul palco è molto carica e si impegna fin da subito per coinvolgere i pochi presenti e ci riesce. La sfortuna degli Stench Of Profit la si può ricercare nei suoni che sono estremamente alti e impastati, tanto che spesso e volentieri la batteria copre tutto, voce compresa. Questa cosa ha impedito al sottoscritto di godersi il concerto, non che mi aspettassi suoni limpidi e cristallini, ma in questo caso spesso l’acustica era insostenibile. Durante l’esibizione degli Stench Of Profit inizia ad aumentare il numero dei presenti e qualcuno si fa anche coinvolgere. Al termine dell’esibizione il mio unico dubbio però resta se un sound che poteva essere tranquillamente essere definito rumore, fosse una cosa voluta o meno visto che la band non ha mai chiesto al fonico di sistemare i volumi.

DECEPTIONIST

Dopo un rapido cambio palco sfruttato dal sottoscritto per andare a rifarsi gli occhi sulla bancarella dei dischi, è il turno dei romani Deceptionist, band (ovviamente) death metal che propone un death metal più tecnico, ma non per questo meno aggressivo. Con la band romana i suoni migliorano decisamente e diventano molto meno impastati permettendo ai presenti di godere dell’esibizione. Fin dalle prime note i Nostri si lanciano in un headbanging forsennato con il frontman, Andrea, che prova più volte a coinvolgere un pubblico tornato freddo e che a detta di chi scrive non ha totalmente apprezzato l’esibizione dei Deceptionist. Questo è un vero peccato perché il gruppo romano è valido e propone pezzi e soluzioni non banali. L’unico problema della band, ma è un’opinione totalmente soggettiva in questo caso, è dato dalla volontà di inserire troppe pause all’interno dei brani; la cosa infatti a lungo andare ha finito per penalizzare l’esibizione dei Deceptionist.

DEMIURGON

Con i Demiurgon si arriva alla sorpresa della serata almeno per chi scrive. La band infatti riesce a confezionare la migliore esibizione della prima giornata grazie a un death metal aggressivo di stampo Immolation e a dei suoni ottimali. Anche il pubblico ha apprezzato molto l’esibizione della band tanto da risvegliarsi di colpo per dare vita ai primi poghi del festival. Il gruppo dimostra di sapere tenere il palco in maniere ottimale, soprattutto il frontman, Stefano, che risulta molto espressivo e coinvolgente. L’impressione è quella che la band abbia veramente dato tutto e non si sia risparmiata nulla sul palco e il pubblico infatti ha apprezzato molto la cosa. Il tempo a disposizione dei Demiurgon  è volato, tanto che alla fine della loro esibizione devo ammettere che mi è dispiaciuto parecchio.

LOGIC OF DENIAL

Arriviamo alla penultima band della serata, l’ultima per il sottoscritto poiché per una serie di motivi non sono riuscito ad assistere all’esibizione dei Putridity. Una volta entrato nell’area concerti noto subito come la band si esibisca con una drum-machine, cosa che mi lascia molto perplesso e non mi rende troppo ottimista per il concerto. Devo tuttavia ricredermi perché la mancanza di un batterista umano non si sente se non che dal punto di vista della presenza scenica. I Logic Of Denial comunque non hanno sicuramente bisogno di presentazioni per chi bazzica nel death metal italiano visto che la band è attiva da più di dieci anni. Il death proposto dai Nostri tende molto al brutal con richiami a Suffocation e Decreptih Birth, dei quali propongono pure una cover durante il set. Per la band il concerto è speciale poiché avviene lo stesso giorno dell’uscita del loro terzo album e questo fa si che i presenti possano sentirne degli estratti. Tornando all’esibizione, i Logic Of Denial tengono molto bene il palco e usufruiscono di ottimi suoni che rendono giustizia all’esibizione della band. Un’esibizione dunque positiva a detta di chi scrive. [/wptab]

 [wptab name=Giorno2] Il secondo giorno di festival prevede un bill più variegato rispetto a quello della prima giornata; si spazia infatti anche sul black e sul doom oltre che sul classico death. Durante il secondo giorno il pubblico è molto più numeroso rispetto al primo e la cosa avrà sicuramente fatto piacere alle band sul palco e all’organizzazione stessa.

NOX INTERITUS

La seconda giornata della manifestazione vede esibirsi in apertura i Nox Interitus, band che propone una miscela di black metal misto a thrash e punk, che non può non farmi pensare a band del calibro degli Aura Noir. Fin dalle prime note risulta difficile non ritrovarsi catapultati in un viaggio nel tempo fino agli anni d’oro del metal estremo. La band si diverte molto e si dimostra subito a suo agio con il pubblico, il quale gradisce e inizia subito a scaldarsi nonostante l’ora; il concerto infatti è iniziato alle 20.00. L’esibizione della formazione italiana dunque scorre molto rapidamente e, per chi scrive, è sicuramente nella top 3 di tutto il festival. I suoni si dimostrano decisamente ottimi rispetto al giorno precedente; anche se in alcuni punti comunque non si riusciva a capire molto. Come comunque avrete capito, il problema sonoro ha afflitto più o meno tutte le band tranne gli Antropofagus.

EKPYROSIS

Dopo l’incendiaria esibizione dei Nox Interitus, tocca agli Ekpyrosis, band lombarda che riporta la serata su lidi più death con la loro proposta musicale. I Nostri infatti suonano un death metal canonico che prevede brani abbastanza articolati sorretti da ritmiche tritaossa. La band di Monza è probabilmente la più giovane della serata, ma tiene il palco con la sicurezza di un gruppo molto più scafato. Tornando al concerto, gli Ekpyrosis coinvolgono fin da subito il pubblico con la loro proposta musicale che ricorda molto Immolation e il death old school in generale. Interessante è anche come nella band bene o male vi siano tre vocalist che permettono dunque di usare più timbri e più soluzioni evitando di cadere nella monotonia. Anche in questo caso il tempo a disposizione della band vola e arriva il turno della terza band della serata

VALGRIND

I Valgrind sono la band che il pubblico ha apprezzato di più in tutta la serata a detta di chi scrive. La band di Modena fin da subito ha coinvolto i presenti che si sono lanciati anche in più poghi durante la loro esibizione. Propongono un death metal classico, con anche inserti tecnici che mettono in evidenza le capacità dei singoli musicisti. La band si è dimostrata a suo agio e il pubblico appunto ha gradito molto nonostante i suoni non sempre ottimali. Purtroppo però il concerto non è stato tra i migliori perché le canzoni tendevano a perdersi in se stesse, ma questa è una questione di gusti personali poiché non ho sentito una singola persona parlare male del  concerto dei Valgrind.

ZHRINE

Il premio di “sorpresa del festival” lo vincono gli islandesi Zhrine, nessuno probabilmente si aspettava un’esibizione come la loro, ma andiamo con ordine. Dopo un soundcheck particolarmente lungo ecco che inizia il concerto. La sala è totalmente piena per la prima volta durante tutto il festival, probabilmente molti erano incuriositi dal fatto che la band  non fosse italiana e comunque va detto che gli Zhrine all’estero sono anche abbastanza conosciuti, quindi anche questo ha influito. I Nostri propongono un black metal sperimentale che per tutta l’esibizione riesce a catturare l’attenzione dei presenti che li acclamano durante il concerto. Descrivere il concerto della band islandese è veramente molto difficile. Gli Zhrine infatti sono molto pacati e si fermano solo un paio di volte per ringraziare il pubblico perché preferiscono fare parlare la musica. Secondo me questa è stata la migliore esibizione di tutto il festival e, nonostante a fine concerto il pubblico fosse inevitabilmente calato, bisogna dire che nel complesso hanno soddisfatto i presenti. Peccato ancora una volta per i suoni che non hanno reso totalmente giustizia al gruppo.

ANTROPOFAGUS

Gli Antropofagus sono gli headliner della seconda giornata del festival e riportano la serata su binari più standard. Il concerto della band inizia anche in questo caso dopo un soundcheck infinito, ma l’attesa ricambia le aspettative: la band è in forma fin da subito e i suoni sono veramente ottimi (finalmente). I Nostri propongono un death metal con sferzate brutal che ricorda al sottoscritto i Cannibal Corpse, il cantate Tya infatti ricorda il mastodontico Corpsegrinder in più occasioni. L’esibizione però viene subito colpita dalla sfortuna, infatti dopo il primo brano la band è costretta a fermarsi per dei problemi tecnici che fortunatamente vengono subito risolti. Una volta sistemate le questioni tecniche, l’esibizione degli Antropofagus diventa incendiaria e conduce i presenti, ormai stanchi dopo la due giorni di musica estrema, verso la fine del festival.

Dopo il report di questa seconda edizione del festival è doveroso fare i complimenti all’organizzazione per aver messo in piedi per il secondo anno di fila una manifestazione di questo tipo che sta diventando un must per gli amanti del metal estremo. Organizzare un evento di questo tipo è una scelta veramente coraggiosa, perché trattandosi di un genere di nicchia, non è scontato che il tutto vada bene. Un plauso va fatto anche al Novak di Scorzé che ha ospitato per il secondo anno consecutivo l’evento, dimostrando di crederci molto. La speranza è che ora vi sia una terza edizione. [/wptab] [end_wptabset]

 

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