BELPHEGOR + MELECHESH + DE PROFUNDIS @ Revolver Club, San Donà di Piave (VE) – 23/06/2018

by Riccardo Basso

La calata italiana del “Summer Totenritual Crusade 2018 Tour” dei Belphegor è un evento che non ci si poteva far scappare, anche perché di sabato e non troppo lontano da casa. Per l’occasione, gli austriaci sono stati accompagnati dai Melechesh e dai De Profundis. La serata si è svolta senza alcun tipo di intoppo e i suoni sono stati perfetti per tutta la sera, fin dalla prima band. L’affluenza invece è stata molto bassa, ma non per questo poco calorosa e l’impressione generale è che almeno Belphegor e Melechesh si siano divertiti a suonare per un pubblico ridotto in un concerto dal sapore underground: tra palco e pubblico infatti non erano presenti transenne, quindi il contatto tra i presenti e le band è stato elevato.

DE PROFUNDIS

Il concerto viene inaugurato dai De Profundis che alle 21.00 salgono sul palco in sordina davanti a pochissime persone, quasi tutte sui divanetti, ma bastano pochi secondi e i presenti si dirigono verso il palco per assistere all’esibizione degli inglesi. L’affluenza è bassissima e questo sembra influenzare in negativo sul concerto dei Nostri: la band infatti è parecchio fredda sul palco e fa fatica a stabilire un contatto con il pubblico, solo nel finale i De Profundis riusciranno a coinvolgere un minimo i presenti. Musicalmente il concerto degli inglesi è ineccepibile, grazie anche a dei suoni ben bilanciati, e quindi il death metal dalle tinte tecniche proposto dalla band di Londra riesce a rendere appieno. Se si dovesse trovare una pecca al concerto dei De Profundis, questa sarebbe la già citata freddezza che crea un muro invisibile con il pubblico. In ogni caso i Nostri si rivelano un buon opener, almeno dal punto di vista musicale.

MELECHESH

Dopo un rapido cambio palco tocca ai Melechesh, band che sta emergendo sempre più dall’underground e che propone un black metal orientaleggiante con sfumature thrash. Il concerto della band vede un’affluenza maggiore e dei suoni sempre ben bilanciati. Con una scenografia minimale composta da due banner laterali e da un odore di incenso che non mancherà mai per tutta l’esibizione, gli israeliani salgono sul palco e iniziano con “Ghouls of Nineveh“, che i presenti dimostrano di gradire. Tra una pausa e l’altra i Melechesh propongono quasi una decina di pezzi tra i quali “Grand Gathas of Baal Sin” e “Ladders to Sumeria“. Anche in questo caso, dal punto di vista musicale il gruppo è impeccabile, nonostante un piccolo imprevisto che ha mandato momentaneamente ko la chitarra di Ashmedi da cui i Nostri non si sono fatti fermare, anzi. Per tutto il concerto i Melechesh cercano il contatto con il pubblico, soprattutto Ashmedi che ricorda ai presenti di aver suonato al Revolver ben tre volte in poco più di un anno. Il concerto si chiude con la tirata “Rebirth Of The Nemesis” che viene ben accolta da tutti e che permette alla band di andarsene tra gli applausi. L’esibizione è stata veramente perfetta e, sebbene l’affluenza non fosse delle migliori, i Nostri non ci hanno dato troppo peso e hanno regalato un concerto intenso e sentito, tanto che alla fine Ashmedi grondava letteralmente sudore dappertutto.

Setlist:

  1. Ghouls Of Nineveh
    2. Tempest Temper Enlil Enraged
    3. Ladders To Sumeria
    4. Grand Gathas of Baal Sin
    5. Deluge of Delusional Dreams
    6. Multiple Truths
    7. Defeating the Giants
    8. Triangular Tattvic Fire
    9. Rebirth of the Nemesis

BELPHEGOR

Dopo un cambio palco più lungo del previsto che ha permesso di montare la tamarrissima scenografia dei Belphegor composta da croci rovesciate, ossa e teschi, tocca agli austriaci mettere a ferro e fuoco il Revolver Club. Il pubblico nel frattempo si è fatto ancora più numeroso (comunque sotto la media viste le band che si sono esibite in passato) e fin dalle prime note acclama Helmuth e soci. Dopo una breve intro che permette ai Nostri di prendere posto sul palco, inizia il massacro sonoro, con due estratti del nuovo album, ovvero “Totenkult Exogenesis Of Deterioration” e “The Devil’s Son“, che vengono ben accolte dai presenti e che scatenano l’headbanging. Helmuth fa di tutto per non uscire dal personaggio, tanto che anche i brani vengono annunciati con un tono simil-growl che ben si conforma alla proposta della band. Nonostante ciò, il frontman si dimostra molto carismatico e cerca a più riprese il pubblico. In maniera diametralmente opposta, invece, il bassista Serpenth si muove in continuazione da una parte all’altra del palco e interagisce spesso con i presenti. Dopo una breve dedica a Vinnie Paul, scomparso poche ore prima, i Nostri propongono “Swinefever – Regent of Pigs“, apprezzata da tutti. Il concerto si chiude con la tripletta “Lucifer Incestus“, “Baphomet”  e “Gasmask Terror“, che regalano anche un timido pogo che la band dimostra di apprezzare. Dopo i tre pezzi citati, la band esce di scena per poi regalare un bis, ovvero “Diaboli Virtus In Lumbar Est“, anche questa ben accolta da tutti e che chiude definitivamente il rituale dei Nostri. Ci si sarebbe aspettati un concerto più lungo visto che i Belphegor hanno suonato solo un’ora, ma considerando che questo tour vede la band partecipare a più festival, probabilmente c’è stata la volontà di fare una setlist omogenea con un minutaggio ridotto. Poco male comunque perché a fine concerto tutti erano comunque felici e soddisfatti dall’esibizione.

Setlist:

1. Sanctus Diaboli Confidimus
2. Totenkult Exogenesis Of Deterioration
3. The Devil’s Son
4. Belphegor Hell’s Ambassador
5. Swinefever – Regent Of Pigs
6. Totenbeschwörer
7. Stigma Diabolicum
8. Conjuring The Dead / Pactum In Aeternum
9. Lucifer Incestus
10. Baphomet
11. Gasmask Terror
12. Diaboli Virtus In Lumbar Est

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