ANTHRAX @ Festival di Majano (UD) 22/07/2016

by Manuel Demori

Continuano le serate estive friulane all’insegna dell’Heavy Metal. Dopo il concerto di Steve Vai a Udine e quello degli Slayer a Lignano Sabbiadoro, oggi ci siamo spinti fino a Majano, in provincia di Udine per assistere al concerto della band satunitense degli Anthrax. Questa piccola cittadina con poco più di 5000 abitanti, ha ospitato negli anni i più grandi artisti del mondo. Di qua sono passati gli Iron Maiden nel 1993, durante il tour di addio di Bruce Dickinson, I Toto, Alice Cooper, I Down di Phil Anselmo,  i Trivium, i Lacuna Coil, oltre a una miriade di gruppi di altri generi musicali.

Nessun gruppo spalla è previsto per la serata, ma è stato comunque organizzato un buon intrattenimento musicale con un DJ set di musica metal, per allietare il pubblico durante l’attesa. Non passa mezz’ora che arriva la pioggia a tentare di guastare la festa, ma per fortuna il maltempo è solo passeggero e le quattro gocce cadute non rovinano di certo la serata a nessuno.

Anthrax1Arriva finalmente il momento degli Anthrax. Dopo l’intro “Impaled” tratto dall’ultimo album “For All The Kings”, vediamo Scott Ian e soci saltare sul palco sulle note del primo pezzo “You Gotta Believe” tratto sempre dall’ultimo lavoro della band. Era la prima volta che vedevo gli Anthrax da quando il chitarrista Rob Caggiano ha lasciato la band per unirsi ai Volbeat ed ero molto curioso di sentire i nuovi pezzi dal vivo e l’apporto musicale del nuovo chitarrista Jon Donals. Che dire, a conti fatti hanno trovato un buon sostituto,  più giovane dell’età media degli altri membri della band, che ha portato una bella ventata di aria fresca nello stile e nel sound degli Anthrax. Non si può negare però, che la mancanza di Caggiano sul palco si noti. Sarà pure un fatto mio psicologico, ma è soprattutto grazie al suo ingresso nella band nel 2003 e alle sue idee musicali, che gli Anthrax sono usciti dalla fase di declino in cui erano caduti alla fine degli anni novanta e personalmente come fan faccio ancora difficoltà a vedere un sostituto al suo posto, per quanto possa essere bravo e completo. Ma torniamo a noi: il concerto prosegue con “Monster at the End”, sempre dall’ultimo album, per poi passare a “Caught in a Mosh”, una delle canzoni più conosciute del gruppo e proseguire con “Madhouse” , “Got the Time”, Fight ‘em ‘till you Can’t” e giù giù fino a “March of the S.O.D.”, “In The End” e “Antisocial”, che termina la prima parte del concerto. A vederli dal vivo sono dei musicisti ineccepibili, non c’è alcun dubbio. Hanno portato a termine uno spettacolo da veri professionisti quali sono, anche se ormai, dopo tutti questi anni si nota la mancanza di quell’entusiasmo nello suonare che si ha nei primi anni di carriera. Sarà che son diventato cinico col tempo, ma vedere il bassista Frank Bello fare sempre le stesse identiche mosse, con sempre le stesse identiche mimiche facciali da anni, come se recitasse un copione studiato a tavolino, mi ha trasmesso un po’ di nostalgia per i tempi passati. Anthrax2Lo stesso discorso calza a pennello per Scott Ian. Ormai per loro suonare è soltanto un lavoro, che svolgono senza dubbio alla perfezione, ma che non credo li emozioni più di quanto un impiegato si emoziona timbrando il cartellino in ufficio. Prima degli encore invece abbiamo assistito ad una bella scena: dal pubblico un fan ha lanciato al cantante Joey Belladonna un CD da farsi autografare. Quest’ultimo l’ha raccolto da terra e con un pennarello gliel’ha autografato e ritornato.

Iniziano i bis, che come da programma sono “Breathing Lightnig” e Indians che va a terminare lo spettacolo dopo un’ora e mezza scarsa di musica. La band saluta e ringrazia tutti, lanciando plettri e bacchette e se ne va. Il pubblico era abbastanza numeroso, anche se pensavo ad un afflusso maggiore data la gratuità del concerto.

 

Piccola curiosità finale: gli Anthrax  sono stati ospiti del locale Orsone di proprietà di Joe Bastianich a Cividale del Friuli. Come dimostra una foto condivisa sul profilo Instagram di Sott Ian, la band ha gradito molto l’ospitalità friulana, ribadendolo decisamente anche dal palco con un bel “I FUCKING LOVE FRIULI”.

 

A QUESTO LINK POTETE TROVARE LA PHOTOGALLERY COMPLETA a cura di MANUEL DEMORI

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