VISIONATICA – Enigma Fire

Michael Liewald - www.michael-liewald.de

I Visionatica sono un gruppo tedesco nato nel 2013 e debuttati nel 2016 con l’album “Force of Luna”, che ha riscosso un buon successo per essere un debutto. Il genere è symphonic classico, con pochissime influenze esterne ma utili per rendere la propria musica non del tutto anonima. Questo processo non ha funzionato completamente, dato che sembrano la versione spenta dei Temperance: batteria pestata, basso basale, chitarre non proprio vivacissime e una voce in primissimo piano assieme alle tastiere. Il loro secondo lavoro, “Enigma Fire“, si tratta comunque di un album omogeneo e melodioso, grazie soprattutto alla voce e alle tastiere sopracitate, ineccepibili sotto ogni punto di vista salvo il fatto che in vari punti rallentano o smorzano le canzoni, dando un contrasto comunque gradevole con i ritmi più sostenuti degli altri strumenti. L’album è composto da 9 pezzi di una durata costante tra i 4 minuti scarsi e i 5 minuti e mezzo per una durata complessiva di circa 38 minuti, i quali corrono fin troppo in fretta.

Tra le canzoni rilevanti:

  • The Pharaoh: secondo pezzo. Una canzone premiata su Spotify, e un inizio niente male per un album non esattamente eccelso, con una struttura e dei suoni curati e articolati bene, a dare un pezzo completo e molto orecchiabile.
  • Incomplete: settima canzone dell’album. Un intervallo di sola voce e tastiere, con un piccolo contributo di batteria, che ci sarebbe stato ancora meglio se l’album fosse stato della durata di un’ora per spezzare il ritmo. In compenso il potenziale delle tastiere raggiunge l’apice tra semplice pianoforte e orchestrazioni che reggerebbero il confronto con una colonna sonora.
  • Rise frome the Ashes: nono pezzo. Tra questo e il precedente “Secrets of the Ancestors” si ha una chiusura dell’album con il botto. Inizio epico, un equilibrio tra parti più vivaci e parti lente di voce e tastiere a favore delle seconde, e un ritorno calmo ma potente e inspiratorio. Un brano particolare, più tranquillo e semplice rispetto al precedente ma ugualmente efficace.

Rispetto all’album precedente non ci sono stati modifiche particolari, i mixaggi e le registrazioni sono state fatte con impostazioni molto simili. Le differenze sono nelle parti lente e più vivaci, più scandite in “Force of Luna” e più omogenee in questo album. Le atmosfere create non hanno la stessa profondità e i pezzi sono più livellati qualitativamente. Non è quindi dello stesso livello dell’album di esordio ma è comunque un album passabile.

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