HATEBREED – Weight of the False Self

Ritornano gli Hatebreed dopo quattro anni dall’ultimo lavoro con l’album numero nove della loro carriera, intitolato “Weight of the False Self“. Si tratta di un gruppo che non ha bisogno di grandi presentazioni: nati nel Connecticut un quarto di secolo fa ed esorditi nel 1997 con l’EP “Under the Knife“, e sono una delle formazioni maggiori del metalcore con uno stile inconfondibile che li contraddistingue da oltre vent’anni. Uno stile basato su una batteria pestata, chitarre e basso scanditi e veloci in riff brutali e senza fronzoli, ma soprattutto una voce urlante inconfondibile che primeggia su tutto il resto. Questa nuova fatica si tratta di un album “standard” per il gruppo, consistente in una dozzina di canzoni di una durata costante dai 2 minuti e mezzo ai 3 abbondanti per una lunghezza complessiva di circa 35 minuti.

Tra le canzoni rilevanti:

  • Instinctive (Slaughterlust)“: prima canzone. Una partenza con il botto, giusto per mettere d’accordo tutti: i veterani si ritroveranno a proprio agio e i neofiti avranno immediatamente un’idea di cosa fanno gli Hatebreed da ben 25 anni. Ritmi concitati, suoni aggressivi e sprangate assortite.
  • Cling of Life“: quinto pezzo dell’album. È dai tempi di “For the Lions” che non si sentiva un assolo di questo livello, e si sta parlando di una compilation di cover. Per il resto è un buon esempio di metalcore pestato con aggiunte orecchiabili, al pari di “Invoking Dominance“. Per quanto riguarda il pezzo più melodico dell’album, questo può essere considerato uno dei papabili.

Rispetto agli album precedenti c’è stata l’ennesima conferma che il tempo agisce in maniera diversa rispetto ad altri gruppi. Si tratta di un album pesante e preciso, con sprangate a destra e manca come ci si aspetta da loro. Si sente che c’è sempre la stessa passione nel fare musica, solo che in alcuni tratti più leggeri si ha il sospetto di trovarsi qualcosa di più spento rispetto a prima, ma sono fortunatamente casi marginali che non compromettono la struttura dell’album, che rimane di buon livello e non deluderà vecchi e nuovi fan.

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