GRACELESS – When Vultures Know Your Name

Tornano gli olandesi Graceless con un nuovo album dopo lo split pubblicato lo scorso anno assieme ai russi Grond. Si tratta di un gruppo nato a Laiden nel 2016 ed esorditi l’anno seguente con il full lenght “Shadowlands”, prima di buttarsi nella pubblicazione due anni dopo dello split con i russi Grond. Si tratta di death semplice e puro, rifacendosi a gruppi storici come i Nile e i connazionali Asphyx, ma al rallentatore: bpm leggermente più bassi e con la presenza di parti con note più lunghe a comporre intermezzi vagamente melodici tipici del doom, creando una mistura orecchiabile, inquadrabile assieme agli Spina Bifida ma più veloci. L’album è composto da 8 canzoni, che hanno una durata che va dai 5 ai 7 minuti scarsi per una durata complessiva di 45 minuti.

Tra le canzoni rilevanti:

  • “Here be the Dragons“: quinto pezzo. Uno dei pezzi più vivaci e pestati, con chitarre onnipresenti che passano agevolmente da riff crudi in terzine ad assoli in una distorsione più leggera, ma abbastanza omogeneo tendendo al monotono.
  • “Where Vultures Know your Name“: sesta canzone dell’album. 6 minuti che scorrono veloci, a differenza degli accordi. La componente doom qua ha praticamente la maggioranza ma il pezzo è ben fatto, tanto da dare l’impressione che duri di meno.
  • Embrace the Rain“: ottava canzone. Conclusione ottima di un album godibile, e che non credo verrà disdegnato dagli appassionati del genere. È un pezzo tutto sommato più doom che death come i già accennati Spina Bifida, ma con uno stile diverso. Possiede parti veloci, parti lente, parti melodiche e pause; un brano che potrebbe riassumere il potenziale di album e gruppo.

Rispetto all’album precedente, oltre ad avere una maggiore qualità del suono, la componente doom è stata leggermente aumentata, rallentando e incupendo i suoni, ma lo stile è rimasto lo stesso. L’Olanda non è rinomata particolarmente per i gruppi death come potrebbe essere la Svezia o l’Inghilterra, ma può comunque vantare una lunga storia e gruppi di tutto rispetto come i sopracitati Asphyx, i Sinister e gli Acrostichon; si parla quindi di un gruppo nato in un contesto con un background solido anche se meno noto. Non si può sapere per certo l’influenza che avrà questo album, a parte che soddisfa le aspettative e che non dispiacerà ai fan vecchi o neofiti interessati al genere, sebbene “Shadowlands” avesse per certi versi più grinta.

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