Il LANGHE ROCK FESTIVAL ha proposto quest’anno sette band italiane che si sono esibite in maniera eccellente nella piccola area della Piazza San Rocco della tranquilla realtà rurale immersa nelle colline di Santo Stefano Belbo in provincia di Cuneo. Si temeva forse un pubblico scarso anche per via della coincidenza con la finale di Champion’s League, ma la passione per la musica non ha frenato chi ha voluto divertirsi e il festival è stato un vero successone.
Sette band eccellenti per musica non stop a partire dalle 18.30 fino a mezzanotte inoltrata, con banchetti allestiti per la degustazione del vino delle Langhe, birra artigianale e naturalmente il merchandise delle band. Si ringraziano l’ Ass. Langhe Rock di Paolo Torrielli e Marco Lazzarini insieme a tutto lo staff dell’organizzazione e le dancers Martina Riva (Killin Baudelaire) e Miele Rancido.
Ad aprire le danze sono i PERPETUAL FATE, progetto Melodic Metal padovano nato nel 2015, che dopo qualche cambio di formazione ha trovato la sua dimensione e ha iniziato una serie di esibizioni in tutto il nord italia, facendo da spalla agli Overtures e agli Eternal Idol di Fabio Lione. I punti forti della band sono il duo chitarristico Gianluca Evangelista e Zaccaria Saidi e la potente voce di Maria Grazia Zancopè che ci hanno deliziato i timpani con 5 pezzi in scaletta tra cui brani come “Rainfall“, “Enslavement” e la conclusiva “Eternal Destiny“.
Si alza ancora di più l’entusiasmo con gli eccentrici NASTYVILLE, un gruppo eterogeneo che trova la perfetta armonia in un genere che consiste in una rivisitazione dell’Hard Rock in chiave moderna e Glam Rock. Il fondatore è il batterista Danny Boy (ex Thee S.T.P.), compositore della maggior parte dei brani; Con due album alle spalle, “Viva Hell-A” (2015) e il nuovo “Glam Caramel” (2017) ci propongono sette brani che conquistano il pubblico grazie alla performance del talentuoso frontman Mark Evil Lee, tra cui “Lady Boy“, “Macho Girl” e “Big Band Theory“, i tre singoli del nuovo lavoro e qualche pezzo dell’album precedente come “Lollirock” e “American Dead“.
Terzi in scaletta sono i VOODOO HIGHWAY di Ferrara, altri protagonisti di uno show adrenalinico in chiave Hard Rock e Otrageous Rock con molte influenze alla Deep Purple formati da Federico Di Marco (voce), Filippo Cavallini (basso), Vincenzo Zairo (batteria), Filippo Romeo (chitarra) e Massimiliano Sabbadini (tastiera). Anche questa volta i frontman non si smentiscono e Federico si prende il merito di eccellente intrattenitore. A completare il tutto ci pensano i notevoli duelli tra chitarra e tastiera e il pomposo basso di Filippo. Ottimo show per chi come me ama il sound ruvido e pezzi come “Gasoline Woman“, “The Rule” e la cover conclusiva dei Rainbow “Kill The King” lo dimostrano!
Al tramonto fanno ingresso sul palco i FAKE IDOLS, band Hard & Heavy formata da Claudio Coassin (voce), Enrico Fabris (batteria), Ivan Odorico (chitarra), Cristian Tavano (chitarra) e Ivo Boscariol (basso). Anche per gli ex membri di Raintime, Slowmotion Apocalypse e Jar of Bones gli elogi del tutto meritati per l’energia melodica e le sequenze ritmiche complesse. Ci propongono quattro brani tratti dall’ultimo lavoro “Witness” del 2016, accolto positivamente dalla critica, tra cui la splendida “Mad Fall” registrata insieme allo storico chitarrista dei Motorhead, Phil Campbell e altri tratti dal precedente omonimo album di debutto come “My Hero“.
Con i torinesi DOBERMANN inizia la fase serale del festival, il buio è calato e il trio composto da Paul Del Bello (voce e basso), Antonio Burzotta (batteria) e Ritchie Mohicano (chitarra) ci portano sul palco un’incredibile energia che ha lasciato tutti con il fiato sospeso: il loro è un Rock N’ Roll che mischia influenze di gruppi come AC DC, Van Halen e Punk Rock. Prossimi alla registrazione del loro primo album in inglese vantano l’esperienza di due album, un EP e diversi tour all’estero. Brani come “Radioactive“, “Please Don’Touch“, “Pure Breed” e “Magic Mountain” mandano il pubblico (ormai più numeroso e indifferente alla partita vista l’entusiasmo che suscita lo show) in delirio! A tutto ciò aggiungiamo l’assolo di batteria da brivido di Antonio nel bel mezzo del concerto, giochi di fiamme e la cover finale dei Van Halen “Hot for a Teacher“.
Arriva il momento dei paladini del Power italiano TRICK OR TREAT: su di loro abbiamo detto di tutto e di più e anche questa volta non si smentiscono regalandoci uno show superlativo con protagonista il frontman Alle Conti tra i suoi incredibili vocalizzi e i momenti goliardici quando scherza con i propri compagni e il pubblico. Divertentissimo il momento quando Alle finge di introdurre il singer Tony Kakko prima dell’esecuzione di “United“, ma che in realtà non era presente all’evento. La setlist varia tra i pezzi degli ultimi due concept “Rabbit’s Hill Part. 1 e 2” e i due album precedenti. Prestazione di alto livello senza dubbio, continuate così ragazzi!
Giungiamo dunque alla conclusione del festival nel migliore dei modi con gli headliner, i SECRET SPHERE, la band Power/Progressive alessandrina fondata dal chitarrista Aldo Lonobile e che vanta la presenza di uno dei più grandi vocalist mondiali, Michele Luppi, grande intrattenitore e show man e del prodigioso batterista Marco Lazzarini. Iniziano subito a introdurre “The Calling“, “Courage” e “Faith” tratti dal loro ultimo full lenght “The Nature of Time” pubblicato recentemente, il concerto poi prosegue in maniera lineare tra assoli chitarristici virtuosi e melodia fino alla super ballad “Eternity” che vede coinvolta parte del pubblico a cantare! Altri brani come “Legend“, “The Fall” , la bellissima “Lie To Me” e “Lady of Silence” concludono in maniera egregia questo super Live di alto livello, tra applausi e ringraziamenti alle band e allo staff da sempre impegnato nel duro lavoro dell’organizzazione di questi bellissimi eventi.