Dopo alcuni anni incerti, per problemi personali e cambi di formazione, questo 2020 ha visto il ritorno dei My Dying Bride con ben due lavori: “The Ghost of Orion”, album uscito a marzo, e l’EP “Macabre Cabaret”, che invece vedrà la luce tra pochissimi giorni: il 20 novembre. I loro primi due lavori per Nuclear Blast Records ci hanno mostrato come la formazione inglese sia più in forma che mai, con la loro proposta che non perde mai di qualità. Abbiamo avuto il piacere di intervistare il cantante del gruppo, Aaron Stainthorpe, per parlare di questi due nuovi lavori e non solo.
Ciao e benvenuto su Metalpit. Dopo otto mesi dall’uscita di “The Ghost of Orion” rilascerete un nuovo EP il 20 novembre. Come mai avete deciso di rilasciare questi due lavori nell’arco di poco tempo? Sono in qualche modo collegati?
Sono molto legati dato che abbiamo registrato l’EP insieme all’album. Abbiamo realizzato undici canzoni, otto per il disco e tre per l’EP, e poi abbiamo lasciato decidere alla Nuclear Blast come dividerle tra i due lavori, dato che tra di noi continuavamo a non trovare un accordo. Quindi abbiamo dato tutto alla Nuclear Blast, dicendogli “Decidete voi, quali canzoni volete nel disco e quali nell’EP?”, e così hanno fatto! Hanno deciso i tre pezzi che usciranno il 20 novembre.
Cosa ci dici a riguardo della storia dietro questi tre brani?
Non c’è un racconto unico, non essendo un concept album, ci sono tre storie diverse. Parlano della vita e di come ogni tanto possa essere davvero problematica, ma, nonostante ciò, ci sono momenti di gioia e speranza che ci aiutano ad affrontare ogni giorno. Anche cose semplici come una passeggiata con i propri familiari o con degli amici possono essere brillanti. Il mondo non è sempre costellato dalle sventure e dall’oscurità. Nei testi tratto temi come questi, e mi piace farlo con uno stile più poetico, essendo un grande amante della poesia. Ogni tanto leggendo i testi non è possibile comprendere pienamente ciò che sto provando a dire, è così il mio stile. Le canzoni sono sulla vita, sull’amore e sui sacrifici di tutti i giorni.
Sempre parlando dei testi, negli ultimi anni hai avuto dei problemi personali, avete inoltre cambiato due membri e ora viviamo in una pandemia globale. Queste situazioni spiacevoli in qualche modo riescono ad aiutarti nella composizione dei pezzi? Magari con delle riflessioni introspettive che si possono collegare ad alcuni testi.
Abbiamo avuto diversi cambiamenti recentemente, e ciò ha influenzato quel che abbiamo fatto e come l’abbiamo fatto. Il nostro vecchio batterista ci ha lasciati il giorno prima delle registrazioni del disco, il che non è stato bello, ma fortunatamente Jeff Singer, ex batterista dei Paradise Lost, l’ha sostituito e ci ha dato una mano. Dato che anche il nostro secondo chitarrista ci ha lasciati, Andrew ha dovuto realizzare tutte le parti di chitarra, e questo ha sicuramente influenzato il modo in cui le ha scritte, dato che di solito un chitarrista scrive delle parti e l’altro quelle rimanenti, per poi unirle in armonia. Questa volta ha dovuto fare tutto Andrew, è stato un lavoro duro ma il risultato è fantastico. Ora abbiamo un nuovo chitarrista, Neil Blanchett, ma è entrato a far parte del gruppo dopo le registrazioni del disco e dell’EP, quindi non appare in questi due lavori. Per quanto mi riguarda, per un lungo periodo sono stato fuori dal giro dato che mia figlia è stata molto male. Non ho contribuito particolarmente al songwriting però ovviamente ho scritto i testi. È stato un disco molto difficile da realizzare, con molti cambiamenti, ma se lavori duramente i risultati arrivano, e così abbiamo fatto! Questo è stato il nostro primo disco per Nuclear Blast e siamo molto felici del risultato.
A proposito, spero che tua figlia stia bene dopo ciò che le è successo.
Sì, ora si sente decisamente meglio, grazie!
Volevo chiederti se i nuovi membri avessero contribuito alla composizione dei pezzi ma, come hai detto, l’EP è stato registrato assieme all’album, quindi immagino che la maggior parte del lavoro l’abbia fatto Andrew.
Esatto! Andrew ha lavorato molto duramente, per conto suo la maggior parte del tempo, ma è un ottimo chitarrista e compositore, è consapevole di ciò che fa e lo fa da molto tempo. Come ho detto prima Neil è entrato nel gruppo circa un anno fa quindi non ha contribuito alla realizzazione degli ultimi due lavori, mentre Jeff ha fatto un ottimo lavoro! Gli altri membri sono stabili, Lena al basso e Shaun al violino e alle tastiere. Al momento stiamo continuando a lavorare, naturalmente vista la pandemia non ci sono concerti, ma ogni tanto ci troviamo in sala prove, una volta al mese ci incontriamo e facciamo un po’ di casino, per il semplice fatto che è bello essere in un gruppo!
Quest’anno è il trentesimo anniversario del gruppo. Quando supereremo questa situazione critica celebrerete questo traguardo in qualche modo?
No, al momento non abbiamo in programma nulla per il trentesimo anniversario. Credo ci troveremo per conto nostro per bere un po’, ma non ci saranno concerti speciali o qualcosa di simile. Quando questa situazione finirà speriamo di poter tornare a suonare dal vivo, magari facendo, in futuro, un concerto per il nostro trentacinquesimo anniversario.
Trent’anni son davvero tanti nell’industria musicale. Quali sono stati i momenti più critici che hai vissuto nella tua carriera musicale, e quali invece i migliori? Se si possono definire così.
Abbiamo avuto molti bei momenti e pochi deludenti. Nel 1995 abbiamo fatto un Tour con gli Iron Maiden ed è stato fantastico. Abbiamo anche giocato nella loro squadra di calcio, contro una squadra da Milano, che ci ha battuti naturalmente, ma è stato un bel momento. Abbiamo giocato anche a Stoccolma e a Glasgow. Correre per il campo con la maglia degli Iron Maiden addosso, oppure giocare insieme a Steve Harris è stato semplicemente incredibile. Poi, un anno dopo, siamo andati in tour con Ronnie James Dio negli Stati Uniti. Questi son stati bei momenti. Quelli negativi si hanno sicuramente quando un membro lascia il gruppo, considerando che di solito hai viaggiato molto con lui e ci hai passato del tempo in studio, quindi ci si conosce molto bene. Quando qualcuno esce dal gruppo lascia un piccolo vuoto nel tuo cuore, ma dopo trovi qualcuno che possa rimpiazzarlo e ci fai amicizia, il che è un bene. Quindi, abbiamo avuto dei bei momenti e, per nostra fortuna, non ne abbiamo avuti molti di negativi.
Apprezzo molto come la vostra musica si sia evoluta nel corso degli anni senza perdere la vostra firma. Nel nuovo EP ho notato molti lati più vicini al doom e al gothic rispetto al vostro sound usuale. Questo è un elemento tipico solo di “Macabre Cabaret” oppure possiamo aspettarci più elementi doom e gothic, piuttosto che death metal, anche nel futuro?
Onestamente non lo so, dato che cerchiamo di non pensare troppo in là nel futuro, anche se Andrew sta scrivendo nuovo materiale. Quando iniziamo a lavorare un pezzo non sappiamo mai se finirà per essere più death metal, più doom o più gothic. Mettiamo semplicemente i vari elementi insieme e il pezzo si evolve, non lo forziamo in una direzione. Come ho detto in precedenza è stata la Nuclear Blast a scegliere le tre canzoni dell’EP, quindi è solo un caso che ci sia un sound più vicino al gothic. Mi piace sempre cantare in growl, così come in pulito, e in generale ci piace il doom, il death e il gothic, semplicemente ogni tanto ci spostiamo verso un genere piuttosto di un altro, ma non pianifichiamo nulla. Ora Andrew sta scrivendo nuovo materiale, però non so minimamente come sarà lo stile del nuovo disco. Dobbiamo semplicemente aspettare.
Com’è stato lavorare con la Nuclear Blast Records dopo tutti quegli anni con Peaceville Records?
È stato ottimo! Abbiamo firmato il contratto qualche anno fa, ma per i problemi con mia figlia di cui ho parlato prima siamo stati in pausa per un periodo. La Nuclear Blast è stata molto di supporto, ci hanno mandato giochi, e l’ho apprezzato, e non ci hanno mai dato nessuna scadenza per il disco, ci hanno detto semplicemente “voi fate l’album, quando volete, e mandatecelo quando è pronto”. È fantastico per una grande etichetta dire qualcosa del genere. “The Ghost of Orion” è stato il nostro primo disco rilasciato con loro e “Macabre Cabaret” sarà il secondo. Al momento le cose stanno andando bene, rimaniamo in contatto quasi ogni giorno, ci chiedono di fare grandi cose e noi le facciamo! Sono persone per bene, così come lo erano alla Peaceville. Siamo stati fortunati ad avere buone etichette. Conosco delle band che finiscono con etichette terribili per la loro intera carriera, ma noi al momento, anche se è un po’ presto per parlare della Nuclear Blast, non abbiamo avuto problemi.
Oggigiorno siete ben noti e molte band sono influenzate dal vostro stile, ma quando avete iniziato a suonare, e il doom/death metal era ancora un genere quasi sconosciuto, c’è stata qualche band, o qualche artista in generale, che vi ha influenzati?
Ascolto diversi generi musicali, non solo metal, ma le prime band metal ci hanno influenzato molto nei primi anni della loro carriera. Ora ascolto molto altro, per esempio apprezzo Nick Cave and the Bad Seeds, così come la musica classica. Ascolto di tutto, davvero, e se qualche pezzo è stimolante, allora potrebbe incoraggiarmi a scrivere qualcosa non identico ma simile. Certamente non puoi accusare i My Dying Bride di suonare come Nick Cave and the Bad Seeds, ma è un gruppo che mi influenza molto, come Leonard Cohen e altri artisti. Non puoi copiare quanto già composto da loro, non è una cosa giusta, ma possono sicuramente influenzare il modo in cui ti approcci ai tuoi lavori. Succede lo stesso quando leggo un libro, se l’autore è particolarmente talentuoso, come nel caso di Mervyn Peake, che ha scritto la trilogia di Gormenghast, mi ispira a scrivere in maniera simile. Sono stato influenzato da molti artisti diversi, anche al di fuori del metal. Adoro l’heavy metal ma apprezzo parecchie altre cose nella vita. Traggo ispirazione anche dai paesaggi, qui nello Yorkshire ci sono colline deliziose, così come laghi, fiumi e foreste; tutti aspetti che mi influenzano. Ritengo importante apprezzare il luogo in cui vivo, dato che mi aiuta col mio lavoro.
Ci sono dei musicisti degli anni recenti che vorresti consigliare?
L’anno scorso ho visto dal vivo un gruppo chiamato Woven Man, sono dal Galles e li ho apprezzati molto. Hanno un sound pesante, il cantante è un pazzo (ride) e il concerto è stato ottimo. Sono un gruppo poco noto, non mi pare siano sotto contratto con una grande etichetta, ma sono da tenere d’occhio per il futuro. Anche il nostro chitarrista Neal suona in un altro gruppo, i Valafar, e stanno andando bene al momento. Questi sono due gruppi da tenere d’occhio.
So che, oltre alla tua attività con i My Dying Bride, sei anche un’artista e hai realizzato diverse copertine per vari gruppi. C’è qualche aspetto degli artwork che solitamente osservi con particolare attenzione e quanto è importante, per te, il legame tra la copertina e la musica?
Credo che l’artwork sia sempre un aspetto importante, e mi scoccia vedere copertine realizzate con foto senza un particolare significato. Credo che non sia abbastanza. Anche tornando ai Nick Cave and the Bad Seeds, molti loro album hanno artwork terribili, ma la musica è di livello. Guardando alla storia dei My Dying Bride, credo che ci siano delle copertine davvero belle, e quella di “Macabre Cabaret” è probabilmente una delle migliori. Abbiamo chiamato un artista italiano per realizzarla. In passato ne ho realizzate alcune anche io, mi piace essere creativo talvolta, ma in altre occasioni è anche bello commissionare a qualcun altro il lavoro, dato che mi capita di essere troppo impegnato con la musica e l’aspetto promozionale visto che non abbiamo un manager, è un aspetto che gestiamo io e Andrew e ci tiene molto impegnati. Quando stavamo lavorando a “The Ghost of Orion” e a “Macabre Cabaret” non avevo tempo per dedicarmi alla copertina, quindi ho chiesto a Roberto Bordin di realizzarla e ha fatto un ottimo lavoro. Lui ha fatto quella dell’EP, mentre quella dell’album è opera di Eliran Kantor. L’artwork del nostro prossimo lavoro potrei realizzarlo io, dipende semplicemente da come mi sentirò e dal tempo che avrò a disposizione. Nel mentre sto sempre realizzando lavori per altri gruppi e continuo a scrivere poesie e racconti brevi, alcuni dei quali si tramuteranno in testi per i My Dying Bride, e altri finiranno all’interno di un libro che sto cercando di realizzare in questo periodo.
Rimarrò in attesa di aggiornamenti sul libro! Hai citato il vostro passato e devo dire che adoro l’artwork di “Turn Loose the Swans”, che è il disco che mi ha fatto conoscere la vostra musica.
Fantastico! Lo sapevi che “Turn Loose the Swans” ha tre diverse copertine?
Sì! Ho il CD e c’è scritto nel booklet.
Esatto, il vinile ha un artwork alternativo e anche la cassetta ne ha uno.
Questa era l’ultima domanda. Ti ringrazio vivamente per il tuo tempo, sentiti libero di dire qualsiasi cosa tu voglia ai vostri ascoltatori.
Dall’Italia abbiamo sempre avuto molto supporto! Al momento nessuno sta facendo nulla se si parla di concerti, il che è un vero peccato, ma quando la situazione sarà migliore sicuramente torneremo a suonare dal vivo e a fare dei tour. Passiamo sempre per l’Italia, visto che il nostro tour manager è italiano. Spero soltanto di tornare sul palco presto, ma la situazione non sembra molto promettente, anche la prossima estate potrebbe essere troppo presto per ricominciare, quindi potremmo aspettare anche circa un anno prima di suonare dal vivo. Non so che pensare, è assurdo ciò che sta succedendo, ma il supporto dall’Italia è sempre stato ottimo, e ringrazio tutti i nostri ascoltatori per questo, verremo ogni volta a suonare là.