CRADLE OF FILTH – Midian: un viaggio tra anime dannate ed esseri mostruosi

Era la fine del primo ottobre del nuovo millenio, più precisamente il 30 ottobre del 2000, quando i Cradle Of Filth pubblicavano il loro quarto album intitolato “Midian“, un album che ha segnato la svolta per il gruppo inglese e che ha aiutato a sdoganare il metal estremo a un pubblico più ampio. “Midian” è infatti il connubio di black e gothic metal che Dani Filth e soci hanno provato a raggiungere per anni, è il bilanciamento perfetto per le sonorità della band ed è il primo disco del gruppo di Albione ad avere dei suoni ben fatti. Parlando delle liriche il disco non è un vero e proprio concept album come invece lo era il suo predecessore “Cruelty And The Beast“, “Midian” è infatti ispirato a un’opera di Clive Barker intitolata “Cabal“, ma a differenza di altri dischi della band dove c’è un vero e proprio filo conduttore, in “Midian” c’è una canzone centrale ovvero “Tortured Soul Asylum“, il resto dell’album ci gira attorno tra mostri, morte e romanticismo. Con questo quarto sigillo i Cradle Of Filth iniziano a fare dei pezzi più diretti e meno elaborati sotto certi punti di vista, ma non per questo la qualità va ad abbassarsi, anzi. Basti pensare a “Her Ghost In The Fog” che assieme a “Nymphetamine” è probabilmente la canzone più famosa composta dalla band. In “Her Ghost In The Fog” Dani Filth e soci concentrano poesia, amore e vendetta, sentimenti che si sposano alla perfezione con le atmosfere del brano. È difficile non sentirsi coinvolti dal racconto del protagonista mentre narra la sua storia ed è dura non sentire la disperazione che lo attanaglia e l’impotenza che prova di fronte alla situazione nella quale si ritrova. In questa canzone, ma il discorso vale comunque per tutto l’album, la differenza la fanno Dani Filth con le sue mille variazioni vocali e le tastiere spettrali di Martin Powell, che riescono a rendere sinistra ogni singola canzone dell’album. Altro brano vittima del duo sopra riportato è “Saffron’s Curse“, con le sue tinte gotiche e dove le tastiere di Powell giocano un ruolo fondamentale nell’economia del brano.

Senza addentrarsi troppo nelle singole composizioni “Midian” è un disco fondamentale per i Cradle Of Filth e per il metal estremo, è un album dove i vampiri inglesi sembrano trovare l’equilibrio compositivo che hanno cercato fin dal debut album e che verrà perso nei dischi successivi, almeno fino a “Hammer Of The Witches“. “Midian” è un album che coinvolge e fa entrare l’ascoltatore in un mondo di anime dannate e esseri mostruosi che sono in agguato dietro ogni porta, che osservano e controllano ogni singola mossa del visitatore prima di colpire. L’album con le sue atmosfere sinistre è una prova di forza di una band che iniziava ad essere bistrattata e derisa dalla scena estrema perché non era né carne, né pesce. Una cosa della quale Dani Filth non si è mai curato più di tanto e che ha sempre bellamente ignorato andando avanti per la sua strada e “Midian” con i suoi mille volti ne è la dimostrazione; da pezzi più pestati come “Cthulhu Dawn” si passa a brani più malinconici come la già citata “Her Ghost In The Fog” e “Tearing The Veil Of Grace“.

“Midian” è un’opera matura che mostra una band consapevole dei propri mezzi alla faccia dei detrattori che iniziavano a farsi sempre più numerosi, il disco in questione è un album da avere nella propria collezione per l’importanza che ha avuto nella scena estrema. Non è sicuramente il miglior lavoro dei Cradle Of Filth, ma è senza dubbio uno degli album fondamentali della discografia della band inglese.

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