Abbiamo fatto una chiacchierata con Christofer Johnsson dei Therion data l’imminente uscita del loro prossimo lavoro, “Beloved Antichrist”, Rock Opera colossale che sarà portata in tour e successivamente messa in scena sui palcoscenici teatrali. Buona lettura!
Ciao Christofer! Per noi è un onore aver modo di scambiare qualche parola con la mente dietro una delle band storiche del metal sinfonico. All’inizio di questo percorso avresti scommesso su una carriera così longeva?
Avevamo degli obbiettivi molto brevi, ovviamente volevo suonare per il resto della mia vita ma sai, quando abbiamo iniziato il nostro primo obbiettivo era fare un demo; il nostro obbiettivo era registrarlo e non abbiamo mai realmente pianificato così tanto in là nel tempo. Quindi ora siamo in giro da 31 anni ed è così “wow!”, ma poi, quando ci penso, ho solo 45 anni e dunque probabilmente suoneremo per altri 25 anni.
Siamo stati molto preoccupati per la tua salute e siamo così felici di rivederti operativo, puoi dirci qualcosa in merito per rassicurare i tuoi fans?
Sì beh, non sono mai guarito al 100%, se hai un’ernia al collo sarai sempre fragile, non ho mai potuto portare nulla di troppo pesante e non ho mai potuto fare headbanging, ma sembra che suonare la chitarra sia di nuovo nella norma. Sì, è un po’ più difficile alla fine dei concerti, per esempio abbiamo fatto dei festival lo scorso agosto e ovviamente ora sto meglio, ma allora tutto andò bene per un’ora e mezza e quando abbiamo suonato gli ultimi quindici minuti è stato un po’ più difficile. Normalmente suoneremmo per più di due ore, ma ora abbiamo strutturato la setlist in modo che duri un’ora e quarantacinque minuti, perché sapevo di poter arrivare a questo durante quei festival ed è un tour lungo, dunque non voglio esagerare, è meglio avere dei margini di sicurezza. Penso che andrà tutto bene, ma se dovessimo suonare tutta l’Opera sarebbero tre ore: non sono sicuro di potercela fare, probabilmente sarebbe un problema.
Se dovessi riassumere “Beloved Antichrist” in uno spot per coinvolgere i nostri lettori, cosa diresti?
Beh, prima di tutto, il più grande fraintendimento è che sia un nuovo album; penso che abbiamo fatto un errore amaro nelle informazioni che abbiamo dato, perché lo chiamiamo Rock Opera, ma la maggior parte delle Rock Opera sono degli album con una trama. Credo che sarebbe corretto definirlo un Musical rock metal con voci operistiche; dovrebbe essere paragonato a “Jesus Christ Superstar” o qualcosa del genere, è un lavoro scritto per il palcoscenico con una performance teatrale, dunque sì: è un Musical operistico dei Therion, si può riassumere così. La storia narra dell’ascesa e della caduta dell’Anticristo.
Un progetto come questo mi sembra ben ponderato, puoi raccontare ai nostri lettori da dove ha origine e come si è sviluppato?
Beh, si torna indietro al… Non sono neppure sicuro di che anno fosse, perché all’inizio del 2000-qualcosa, 2001/2002, diciamo 2003, qualche tempo fa, quando volevo scrivere una tradizionale Opera classica e ho iniziato a comporla ma ho fallito nel completarla. Credo che sia stata danneggiata dalla musica rock nel mio modo di pensare, io posso scrivere i punti salienti, sai, la parte famosa di un’Opera, ma ho un problema a scrivere le… come potrei definirle, le parti “noiose” nel mezzo che collegano i punti salienti. Quindi alla fine non ho finito l’Opera; dunque avevo un’Opera incompleta, e pensavo tipo: “cosa dovrei fare a tal proposito adesso?” e ad un certo punto, non ho più scritto musica per… Non so, tanti tanti anni. Nel 2012 mi sono detto: “okay, non la finirò mai, che dovrei fare? Facciamo un’Opera in stile Therion invece, prendiamo le parti classiche che ho e le riarrangiamo alla maniera dei Therion”. Conosci il “Recitativo”? Sai cos’è? C’è una parola italiana, “Recitativo” – potremmo doverlo spiegare ai lettori -, è un mix di parlato e cantato. Questo è il problema principale che ho avuto, scrivendo un’Opera classica: non mi piace scrivere quel genere di musica, voglio una base metal e cose così e la mia idea, scrivendo un’Opera classica, sarebbe di avere il Recitativo. Ma quando l’ho rifatta come Opera in stile Therion, ho pensato: “no, non possiamo ottenere una cosa simile con musica rock e metal”. Dunque questo è il motivo per cui la lunghezza dell’Opera stava lievitando così tanto, perché la mia intenzione sin dall’inizio era fra un’ora e forse un’ora e mezza, e quando l’abbiamo realizzata in musica rock stava arrivando a quattro ore. Sono quattro fottute ore, nessuno l’ascolterà mai, dunque l’ho ridotta a tre ore e mezza e l’abbiamo registrata. Successivamente ho ascoltato la registrazione e mi sono detto, di nuovo: “no, è troppo lunga, non funzionerà”, quindi ho tagliato via venticinque minuti e ora sono tre ore e quattro minuti, quindi abbiamo molto materiale inedito. Ho deciso di mantenere la trama dall’Opera classica; dall’inizio nel 2003 l’intenzione era di realizzare un’opera ispirata al “Racconto dell’Anticristo” di Soloviov, ho anche avuto l’idea, proprio all’inizio, di farla su “Maestro e Margherita” di Bulgakov, ma mi sono reso conto molto in fretta che questo genere di storia è troppo complesso, ci sarebbe bisogno di quattro Opere per raccontarla, così come Wagner ha avuto bisogno di quattro Opere per raccontare la storia dell’Anello; dunque ho pensato che non fosse qualcosa di adatto per iniziare, scegliamo qualcosa di più breve, ecco perché la breve storia dell’Anticristo, ho pensato: “bene, posso farci qualcosa di un’ora circa.” Beh, questa era l’idea, ma una volta iniziato a lavorare sulla storia mi sono reso conto che questa non è una storia ottimale da essere messa in scena, va bene da leggere in un libro, ma proprio fin dall’inizio ho pensato: “come faccio a mettere in scena la parte iniziale, sarebbe davvero complesso, forse funzionerebbe per un film, ma non per il teatro.” Quindi ho dovuto riscrivere l’inizio e non mi piaceva neppure la fine, perché ci dovrebbe essere un gran finale epico in un’Opera e questo finale era semplicemente molto brusco e breve, quasi come se ti trovassi a scrivere su un foglio e pensassi: “Oh! Sono rimaste solo due righe sul foglio, devo finire la storia.” Non era cosa buona, poi mi sono anche reso conto che non c’era una fottuta donna nel libro, cioè, neanche una donna nella storia e un’Opera senza voci femminili sarebbe estremamente noiosa. Anche per la storia stessa, si può avere molta più dinamica se si hanno personaggi femminili. Dunque ho iniziato a cambiare molto della storia e alla fine ho cambiato così tante cose, che sono rimaste solo tre/quattro scene dal libro, quindi è praticamente ex novo. Abbiamo mantenuto dei personaggi, alcune figure, ma ne abbiamo inventate molte nuove e volevamo avere un antagonista dell’Anticristo; l’abbiamo creato come personaggio femminile, una specie di guerriero religioso, è un po’ come il tipo di donna alla Giovanna D’Arco, e per rendere il tutto una tipica Opera ci siamo assicurati che sua sorella diventi la moglie dell’Anticristo, tipo dramma familiare. È vagamente ispirato a Wagner, ho preso ispirazione un po’ ovunque ed ho unito il tutto.
“Beloved Antichrist” è strutturato proprio come una vera opera, della lunghezza di tre ore e mezza e divisa in scene ed atti. Include una grande quantità di personaggi e so che il vostro progetto è di metterlo in scena, un’idea grandiosa. Hai mai pensato che il progetto fosse troppo ambizioso per essere realizzato? Avete trovato un modo per materializzare il desiderio di portarlo nei teatri?
Beh, è un po’ complicato da fare, perché richiede un sacco di soldi per gli inizi ed anche un sacco di conoscenza; io so tutto su come mettere su un concerto rock, ma non so praticamente nulla su come mettere su un’Opera o uno spettacolo teatrale. Quindi oltre a trovare un sacco di fondi per questo, abbiamo anche bisogno di persone con le giuste conoscenze, voglio dire, hai bisogno di un drammaturgo, hai bisogno di qualcuno che sappia disegnare i costumi, qualcuno che sappia realizzarli, progettare il palcoscenico, abbiamo bisogno di qualcuno che sappia mettere tutto insieme e probabilmente altre venti persone di cui neppure so di aver bisogno; per cui c’è un sacco di ricerca che deve essere fatta per far sì che possa accadere e il grande problema è che se trovo un investitore, la sua prima domanda sarebbe: “okay, di quanti soldi hai bisogno e per cosa? Puoi quantificare i costi?” e non ho idea di quanto costino le varie cose. Voglio dire, quanto costa realizzare i costumi? Non ne ho proprio idea. La soluzione ideale per me sarebbe trovare qualcuno che lavori con queste cose, che possa gestire l’intera produzione così che io non debba preoccuparmi dei dettagli; per me non è importante che sia io a dirigerla, mi piacerebbe molto avere un direttore che lo faccia, voglio solo avere voce in capitolo così da poter dire “okay, questo no” qualora ci fosse qualcosa che non mi piace, per esempio politica o merda simile, deve essere puro intrattenimento senza morale nella storia, niente politica, solo buon vecchio intrattenimento che chiunque – beh non chiunque, niente è adatto a tutti, ma tecnicamente potrebbe essere adatto a chiunque. Parlando di teatri dell’Opera, credo che sarebbe una bellissima idea per loro provare a fare qualcosa di questo genere per attirare persone giovani che non sono interessate all’Opera, andare a teatro e vedere l’intera performance, ma credo che molti teatri siano troppo conservatori per questo e li capisco, perché quando vado all’Opera io non voglio vedere qualcosa di nuovo, voglio vedere le solite vecchie cose. Lo capisco benissimo ma penso comunque che sarebbe una buona idea, se qualcuno fosse così coraggioso da farlo, perché nessuno è interessato alla maggior parte della roba nuova che danno all’Opera; è solo perché qualcuno che recita nell’Opera conosce qualcuno del governo che ha soldi del fondo culturale o fanno qualcosa che si addice al clima politico del governo stesso, che hanno l’opportunità. Altrimenti nessuno sarebbe interessato nelle cose nuove, anche prendendo in considerazione alcuni lavori davvero grandiosi, non li vedi mai a teatro perché sono moderni.
Le voci presenti nel progetto sono così emotivamente coinvolgenti da sembrare quasi surreali, ci sono stati problemi nel trovare voci adatte per ogni singolo ruolo o è stato, come si suol dire, un colpo di fortuna? In base a quali criteri le avete scelte?
In molti casi avevo una visione davvero molto chiara di chi avrebbe dovuto fare cosa, perché ho lavorato con così tanti cantanti in passato, abbiamo avuto cantanti diversi in ogni album dei Therion, anno dopo anno, quindi avevo un secchio di cantanti che ho “usato” per tanto tempo, lo avevo in mente quando ho composto alcune parti musicali, “oh, questo dovrebbe essere questo cantante!” Lavorare con Chiara è anche una nuova esperienza perché lei ha un registro alto molto forte, quindi Johanna è praticamente scritta per lei, sarebbe davvero difficile per un soprano normale cantarla, credo che debba essere uno “spinto soprano” con potenza extra nell’altezza. Nella maggior parte dei casi i ruoli sono scritti per qualcuno, negli altri casi, di ruolo in ruolo, ho cercato di adattare alcuni cantanti con cui ho lavorato in precedenza e, quando non l’ho fatto, mi sono affidato alle raccomandazioni di cantanti con cui ho lavorato e abbiamo fatto le tipiche audizioni per vedere se avrebbe funzionato o meno. Mi sono reso conto di avere 29 ruoli differenti e questo era un gran problema, perché immagina di avere un personaggio nel terzo atto che canta solo poche righe e devi chiamare un tenore e farlo venire nel tuo studio, mettere su il microfono e tutto il resto di cui ha bisogno solo per cantare tipo quattro righe, meno di dieci secondi. Quindi ho provato di adattarmi all’idea che puoi avere un cantante per più ruoli, che è abbastanza comune nell’Opera, tipo se hai qualcosa di piccolo in un atto e qualcosa di piccolo in un altro, puoi farlo fare alla stessa persona, interpreta entrambi i personaggi e semplicemente cambia abiti per passare da un personaggio all’altro. Per questo ho provato a pianificare il tutto in questo modo volutamente, perché quando ho preso la mia calcolatrice e ho visto quanto sarebbe venuto a costare, 29 cantanti… anche se si tratta di un cantante sconosciuto proveniente da un luogo sconosciuto, è comunque una persona che ha bisogno di un posto in cui dormire, di mangiare, viaggiare. Ho fatto in modo di pianificarlo in modo che 15 cantanti possano fare il tutto. C’è stato solo un cantante che fu problematico trovare, perché son stato un po’ stupido; stavo componendo un ruolo per un baritenore – il mix fra baritono e tenore – e ce n’era uno che cantava in “Secret of the Runes” ma in realtà non ci ho mai parlato. Fu davvero stupido e quando dovevo chiamarlo sono venuto a sapere che aveva cambiato il suo numero di telefono. Mi sono dunque ricordato di un cantante della scuola d’Opera, ma si era trasferito da qualche parte nel sud della Svezia e l’ho cercato sui social, su Google, ovunque, ma non sono riuscito a trovarlo. Quindi improvvisamente avevo un ruolo per un baritenore e nessuno che potesse cantarlo e c’era così tanto da fare con le registrazioni e il tempo passò; ad un certo punto praticamente tutte le voci erano registrate e io ero tipo: “Cazzo! In due settimane inizieremo a mixare e non ho un cantante, che dovrei fare? Dovrei provare a riscriverlo?” così feci il possibile per riscriverlo ma non ha funzionato e poi, all’ultimo momento, ho trovato un cantante ed abbiamo registrato due giorni prima di iniziare a mixare. È stato un po’… stressante. Dovrei imparare dall’esperienza.
L’intera opera è permeata di atmosfere mistiche, c’è qualche luogo visitato con la band che ti ha dato ispirazione in tal senso? Un luogo in particolare che ti ha fatto provare quel tipo di sensazione?
No, in realtà no. Sono stato ispirato dal libro, sai, le immagini che avevo in testa venivano dal libro, ma quando abbiamo iniziato a cambiare tutto – l’inizio, la fine e così via – è mutato completamente rispetto alla storia originale, quindi è qualcosa che è stato costruito pezzo per pezzo, se confrontiamo ciò che abbiamo adesso con le idee che avevo quando abbiamo iniziato, non ha tipo… niente in comune, davvero.
La storia dei Therion è costellata di collaborazioni con grandissimi artisti, ma non possiamo che essere orgogliosissimi di vedere Chiara Malvestiti fra le file dei Therion; dopo un discreto lasso di tempo – sono tre anni ormai – cosa pensi di questo cambio di formazione?
Beh, i Therion sono sempre stati abbastanza organici in fatto di cantanti, perché dal 1996 al 2007 non c’è stato un cantante fisso nel gruppo. Quello era il concetto di base: puoi cambiare i suoni della chitarra e puoi cambiare anche le voci, ovviamente è stato abbastanza difficile trovare qualcuno che potesse prendere il posto di Lori, perché lei ha una voce più… “carina”, lei suona davvero “graziosa”, mentre con Chiara abbiamo questa voce davvero molto energica, che è molto potente ed è un lusso grandioso avere quelle note extra nel registro superiore. Credo che il risultato sia che mi azzardo a scrivere qualcosa di più “ardito”, altrimenti avrei più margini di sicurezza. La cosa grandiosa è che ora con Chiara posso esplorare il mio amore per le voci dai toni alti.
Una cosa sorprendente dei Therion, in fatto di live, è la portata dei tour; siete felici di tornare in Italia? I vostri fans italiani non vedono l’ora di rivedervi!
Sì, sarà grandioso, perché suoneremo a Roma per la prima volta, penso che non abbiamo mai suonato lì prima d’ora. Abbiamo suonato in varie città, ma penso che non siamo mai stati al sud; né al centro, né al sud. Sarà divertente. Oh no, facemmo un festival al sud! Quindi sì, siamo stati lì, ma non abbiamo mai fatto un normale concerto da headliner.
È stato un piacere, ti lascio il dovuto spazio per salutare i nostri lettori, ancora grazie per il tuo tempo!
Beh, grazie a te per il tuo tempo. Oh, forse dovrei menzionare il fatto che ci può essere stato un fraintendimento: il tour che facciamo ora è un normale tour, non stiamo portando la produzione teatrale, quello che facciamo ora è come un normale tour. Reciteremo solo un paio di scene alla normale maniera di un Musical e proveremo a mettere in scena la versione teatrale forse dalla fine dell’anno o simili.