Un grande traguardo per la nostrana Volcano Records & Promotion, dall’affermazione del secondo album degli Hangarvain approvato appieno da critica e pubblico e accompagnato da un tour che ha portato il gruppo a condividere i palchi con The Darkness, Skillet, L.A. Guns e Gilby Clarke dei Guns n’ Roses, fino al risultato raggiunto con il Volcano Rock Fest dello scorso luglio che ha visto sul palco, come headliner, i portabandiera del prog metal italico DGM, prossimamente attesi in Giappone per un tour.
Oltre a tutto ciò, la Volcano Records & Promotion, specializzata in rock e metal, ha lanciato da poco una divisione dedicata ad artisti emergenti, nuove proposte e stili musicali diversi dall’hard’n’heavy: è nata infatti la Native Division.
Proprio per spiegare l’idea e lo sviluppo di questo nuovo progetto, ho contattato il sempre amichevole e disponibile Sergio Toledo Mosca, direttore della Volcano, nonché cantante degli Hangarvain.
Ciao Sergio, grazie per la tua disponibilità e bentornato sulle pagine di MetalPit.
Per prima cosa complimenti per i traguardi raggiunti sia con la band che si è confermata ulteriormente suonando anche con grossi nome del panorama musicale internazionale, sia per l’etichetta che ha raggiunto un grandissimo traguardo. Ci puoi parlare della Volcano Records e come è nata?
Ciao Valeria e grazie per i complimenti. La Volcano Records nasce dall’esigenza di noi musicisti nell’interfacciarsi con il “piano di sopra”, quel piano che spesso artisti e band sottovalutano o viceversa senza conoscere appieno i punti di forza e non, quindi posso dirti che è nata da musicisti e per i musicisti.
Qui da noi si era un po’ persa la cultura di coltivare talenti, tornare a fare scouting di musicisti interessanti. È una buonissima idea quella che avete avuto, dare più spazio all’underground non solo rock e metal italiano che pullula di talenti ma che appunto stanno nell’ombra.
C’è un mondo parallelo a quello uscito allo scoperto, forse di musica considerata di nicchia, la Native ha già qualche nome da promuovere?
Diciamo che è un’idea giusta, vedi Valeria, negli anni ho visto troppe band di livello disperarsi perché non sapevano come “emergere, uscire” da quella piccola cerchia del vicinato. Lo scouting è attivo ogni giorno sul territorio campano e ben vengano proposte di collaborazioni da tutto il territorio italiano e non. A tal proposito è nata la “Native Records”, una nostra sotto etichetta che ha lo scopo di non fermarsi a generi e stili musicali, guarda oltre la strada dell’Hard’n’Heavy cui è specializzata la Volcano Records. Voglio che ogni artista che va dal Black Metal al Jazz, dal Classic Rock al gospel sappi che su di noi può contare ed ora (spero nell’immediato futuro) sia osservato da un nostro agente di scouting, la performance live a mio avviso resta il miglior colloquio di sempre.
A tuo giudizio, esiste una possibilità di rinascita culturale musicale italiana? La maggior parte di noi guarda all’estero per riuscire a trovare musica alternativa quando in realtà i musicisti nostrani non hanno assolutamente nulla da invidiare a quelli stranieri.
Beh, una domanda pesante questa ammettiamolo. A mio modesto parere il declino della nostra cultura parte dal secondo dopoguerra raggiungendo un picco che va dalla metà degli anni ’80 (con lo sciorinare di reti televisive private dove ci inculcavano culi e tette) fino ai giorni nostri, dove, diciamolo, grazie alla rete qualcosa sta cambiando e di questo ne sono ben felice. L’esterofilia nasce quando “in casa” si ha ben poco da ascoltare/vedere, laddove i maggiori canali di informazione ignoravano il lavoro fatto nella nostra Italia ecco che c’era la fuga d’ascolto verso lidi oltreconfine. In Italia c’è dell’ottimo materiale, ci sono ottime band ed ottimi musicisti che spesso sono costretti a partire (vale anche per gli altri campi lavorativi), quelli che restano ti garantisco che oltre a saper suonare hanno anche due coglioni enormi, si trovano a combattere contro le istituzioni, pochi posti dove esibirsi ed una guerra (tutte le guerre sono inutili) dovuta a questo surplus di musicisti e poco spazio dove potersi esprimere. Quindi posso confermarti che questo background fa si che laddove una di queste band riesce ad emergere non ha nulla da invidiare a nessuno, anzi.
Eppure in una recente discussione, mi è stato detto che gruppi come i Great White e simili, non si possono paragonare alle band italiane. Io invece sono una sostenitrice dei nostri musicisti. Secondo te, è più una questione di preparazione e percezione musicale che sostanzialmente non abbiamo oppure, come spero, solamente il pensiero di poche persone?
L’esperimento della prigione di Stanford (1971) ci insegna molto e te lo cito come risposta. Vedi, dopo un tot di tempo passati ad essere soggiogati dall’esterofilia si ha la percezione di essere inferiori a prescindere ed è proprio questo che noi della Volcano Records vogliamo ribaltare, sia chiaro, un passo per volta, ma è la convinzione/condizione d’inferiorità il peggior nemico di chi vuole iniziare e crescere.
Qualche mese fa, parlando con un famoso musicista Americano, disse che per esempio in America la musica rock è ferma e le reunion di gruppi che fecero la storia negli anni ’80 è un modo per far continuare a vivere questo genere.
Se dalla quella che è stata la patria dell’hard rock non giunge nulla di nuovo, è giusto guardare comunque in casa nostra, non credi?
Giusto non smettere di guardare, che siano gli Stati Uniti, il Belgio o da qualsiasi parte la buona musica arrivi. Personalmente non sono molto d’accordo con le dichiarazioni che hai appena citato, posso indicarti gruppi che nell’ultimo lustro hanno dato grande linfa al rock come i Rival Sons, i The Answer, Vintage Trouble e molti altri che non sto qui a menzionarti, dobbiamo abituarci ad ascoltare il nuovo, viverlo per quello che è, con l’avvento del Punk a fine anni ’70 dicevano che il rock fosse morto, invece… C’è sempre chi si ferma a ciò che vuole ascoltare e spesso tale individuo giustifica la propria pigrizia asserendo che non c’è nulla di nuovo. Non è cosi.
Se un musicista, una band, avesse materiale da proporre, come deve fare per poter inviare materiale?
Può farlo contattandoci su Facebook o sul sito della Volcano Records, dove c’è un apposito Form da compilare, per email (volcanopromotion@gmail.com) o semplicemente avvicinandoci ai concerti, siamo con voi, non bisogna mai dimenticarlo.
Io ti ringrazio nuovamente per la tua gentilezza e affabilità e come sempre lascio dello spazio se hai da aggiungere qualcosa per i lettori.
Ringrazio io te per lo spazio dedicatomi e per la dedizione cui impieghi per dar voce all’universo musicale, ribadisco solo il concetto del NON SIATE PIGRI, SIATE VINCITORI DELLA VOSTRA VITA. A presto!