FIT FOR AN AUTOPSY – È facile ignorare la sofferenza degli altri

by Alberto Olivi

I Fit For An Autopsy pubblicheranno il prossimo mese il loro nuovo album “The Great Collapse”. Il chitarrista Patrick Sheridan si è mostrato disponibilissimo a fare due chiacchiere con noi riguardo il passato della band, il nuovo album e altro. Buona lettura!


[wptab name=’ITA’]Ciao Patrick, innanzitutto vorrei ringraziarti, per la tua gentilezza e per la bellissima musica che create. Vorrei iniziare con “Heads Will Hang”: è una canzone incredibile, groovy, pesante, è stato difficile smettere di premere il tasto replay. Come mai avete scelto questo pezzo come singolo?

Il concept per la canzone e per il video è arrivato dopo il che il problema dei rifugiati è stato visto negativamente negli States. Quello che è successo a quelle persone, costrette a fuggire dalle loro case per le scelte dei loro governi è qualcosa in cui molti, sopratutto americani, non si possono identificare. Quindi il pezzo e il video riflettono l’idea di cosa potrebbe succedere se il pubblico americano dovesse vivere le conseguenze della guerra nel proprio territorio. Siamo al sicuro qui, quindi è facile ignorare la sofferenza degli altri e giudicarli malamente per la loro situazione. Quindi ci è sembrata un’ottima occasione per fare uscire il pezzo come singolo, data la situazione politica e sociale negli States. È stata una scelta facile. Sono contento ti sia piaciuto.

Come si sono svolti la composizione e la registrazione di “The Great Collapse”? Suona molto organico e corposo, enorme e potente, oltre che molto personale.

Abbiamo un processo di scrittura unico. Il nostro compositore più prolifico è Will Putney, lui non fa i tour con noi per la sua carriera di produttore e fonico (Graphic Nature Audio), quindi la musica scorre tutto l’anno. Ci permette di fare i tour mentre tutto succede nel background. Ognuno di noi contribuisce al processo a proprio modo, e semplicemente tutto funziona. Will è una macchina quando si parla di comporre e a volte è difficile stargli dietro. Per questo album non è stato diverso. Io e Tim avevamo scritto qualche riff prima del tour, e Will era già avanti con la scrittura. Le idee per le canzoni facevano avanti e indietro e senza saperlo avevamo già un sacco di materiale da scegliere. Come in ogni band c’è “il ragazzo creativo”, noi siamo davvero fortunati ad avere Will.

Il processo creativo è cambiato dal vostro primo album?

Si c’è stato un periodo in cui Will faceva tour e suonava con la band come ogni altro membro, ma quando il suo studio ha cominciato a lavorare abbiamo perso il ragazzo con cui avevo iniziato questo progetto. Il nostro primo album è stato scritto come ogni altra band avrebbe fatto, jammando, scrivendo riff ecc, ora abbiamo individuato il nostro processo e le cose funzionano in modo diverso. Per noi funziona bene.

Per questo album è cambiata la line-up della band?

Sì, purtroppo Shane, il nostro bassista, e i FFAA hanno diviso i percorsi. È successo dopo aver registrato la Depression Session. A volte le cose fanno il loro corso e ti accorgi che bisogna andare avanti, comunque vogliamo bene a Shane. È stato un peccato, ma succede. Abbiamo preso recentemente Peter “Blue” Spinazola. Suona la chitarra in una band chiamata Dysentery, ha anche suonato il basso per gli Internal Bleeding e scritto un sacco di materiale metal e hardcore nell’area del New England. È fenomenale e siamo felici di averlo a bordo.

A livello chitarristico, quali sono state le maggiori influenze nel nuovo album e sul tuo stile personale? Trovo peculiare il sound dei Fit For An Autopsy.

È una combinazione di cose. Io, Will e Tim siamo influenzati da un sacco di stili e chitarristi diversi. Non posso dire che ci sia un’influenza maggiore di un’altra. Amiamo tutti i generi musicali, dal blues al jazz, dal metal all’R’n’B, dal rock al funk. Amiamo davvero tanto la musica. Più o meno tutte le band sono una combinazione di influenze, messe assieme per creare qualcosa che sembri nuovo o “diverso”. Immagino che ci siamo dentro anche noi.

Come sono nati i Fit For An Autopsy? Era più facile all’epoca?

La band è nata come side project. Alcuni ragazzi avevano altre band, ma quello che volevamo fare era qualcosa di davvero aggressivo. Con un paio di cambi alla line-up e e cambi in quello che volevamo essere, siamo cresciuti e abbiamo formato quello che siamo ora. Direi che il momento più difficile è stato quando dovevamo capire in che direzione mandare la band, ma oltre a quello è stato tutto abbastaza facile, a parte essere ragazzi in tour al verde (ride).

Suonerete al Metaldays 2017, cosa ti aspetti da quella performance? Sei emozionato all’idea?

Mi aspetto solo di salire sul palco e suonare il più duramente possibile. Siamo emozionatissimi all’idea di suonare lì, ad essere onesti siamo felici e sorpresi quando riusciamo ad avere occasioni del genere. Non ci è mai capitato di suonare ad un festival così grande, siamo grati per questo e non vediamo l’ora di dare il massimo.

Pensate di tornare in Italia a breve?

Di sicuro!!!

Cosa pensi del fenomeno del crowdfunding? Pensi che lo farai in un momento della tua carriera?

A certi livelli e per certe cose lo capisco, per altre invece no. Credo dipenda da cosa stiamo facendo e perché, mai dire mai ma potrebbe essere adatto per qualcosa.

Com’è partita l’idea per la “Depression Session”? Com’è stata l’esperienza di dividere lo studio con band del calibro di Thy Art Is Murder e The Acacia Strain? 

È nato come un scherzo. Abbiamo postato una foto di alcuni di noi che jammavano in studio perché tutte e tre le band erano li nello stesso momento tra i vari tour. I media che stavano controllando i social dei musicisti l’hanno presa e cominciato a fare ipotesi basate su quello che vedevano nella foto. Abbiamo visto nei rumor l’opportunità di fare qualcosa di figo. Col senno di poi una delle cose più belle della nostra carriera per quanto riguarda la composizione e la registrazione. È stato divertente stare assieme a così tante persone creative e supportarsi tra band in modo positivo. C’è troppa competitività in questo periodo, è bello avere amici e fare cose fighe.

Il “supporto” è un punto chiave nella vita di ogni band, hai qualche consiglio per le band che hanno appena iniziato, che cercano di emergere in questa industria?

SUONATE DAL VIVO. Scrivete canzoni, uscite e schiacciate ogni altra band con cui suonate. Fate in modo che gli altri gruppi che suonano dopo di voi capiscano che devono tenere il passo. Tutto il resto arriva col tempo. E soprattutto STATE LONTANI DA INTERNET (ride).

Abbiamo finito, parla liberamente ai nostri lettori, grazie per questa chiacchierata e ci vediamo presto on the road!

Grazie per aver speso il vostro tempo per leggere questa intervista. I Fit For An Autopsy sono eccitati per il futuro e chiunque ci supporti in ogni modo ci aiuta ad avvicinarci ai nostri obiettivi. Ascoltate il nuovo disco, “The Great Collapse”, in uscita il 17 marzo, speriamo di vedervi presto ai concerti![/wptab]

[wptab name=’ENG’]Hello Patrick, first of all I want to thank you, both for your kindess and for the incredible music you put on this planet. I want to start with “Heads Will Hang”, it’s an incredible song: groovie, heavy, catchy and i really had a hard time trying to stop pressing the replay button. How did you choose this song as single?

The concept for this song and video came about after the refugee issue was responded to with such negative attitudes in the States. The idea of what happened to these people, being forced out of their homes because of the choices made by their government is something we believe most people, especially Americans, can’t identify with. So the song, and the video reflect the idea of what would happen if the American public had to deal with the consequences of a war on our own soil. We are very safe here, so it’s easy to disconnect from the suffering of others, and deem them to be bad because of their situation. We felt due to current political and social issues in the States this was a good one to get out and have a chance to push as a single. To us it is a “total package” both musically and conceptually. It was an easy choice. Glad you dig it.

How was “The Great Collapse” writing and recording process? Soundwise it’s really “meaty” and organic, very huge and powerful, very personal too.

We have a very unique writing process. Being that our main writer Will Putney, doesn’t tour with us because of his career as a Producer/Engineer (Graphic Nature Audio) music tends to flow all year. Allowing us to tour while things are happening in the background. We all contribute to the process in our own way, and it just works. Will is a machine when it comes to writing so its hard to keep up sometimes. This record was no different. Tim and I left some riffs before tour, and Will was already headlong into writing. Song ideas were sent back and forth and before we knew it we had a ton of material to choose from. Like any band there is always a “guy with the ideas”, but we’re real lucky to have Will.

Has the creative process changed since your first album?

Yes, there was a time when Will toured and played with the band like any other member, but when his studio started taking off it was lose Will, the guy i started this project with, or make it work. Our first record was written like any other band would write a record in the sense of, jamming, coming up with riffs etc etc, now we have nailed down our process and things flow way different. It’s just what works for us.

Did the line up changed for this album?

Yes, unfortunately Shane, our bass player, and FFAA have parted ways. It happened right after the Depression Sessions was recorded. Sometimes things run their course and you see that it’s time to move on, we love Shane. It was unfortunate, but it is what it is. We have recently picked up Peter “Blue” Spinazola. He plays guitar in a band called Dysentery, he also played bass for Internal Bleeding and has done a ton for metal and hardcore in the New England area of the States. He’s a great guy and we’re excited to have him on board.

Talking about the guitar work, what are your main influences on the album and on your own style? I find Fit For An Autopsy’s style is really peculiar.

It’s a combination of things. Will, Tim and I are influenced by a ton of different styles and players. I can’t really say there is one influence more than another. We love all kinds of music, from blues to jazz, metal to R’n’B, rock and funk. We just truly love music. More or less bands are a combination of sounds they are influenced by put together to make something that sounds new or “different”. So I would imagine we fall into that.

How Fit For An Autopsy started as a band? It was easier at that time?

The band started as a side project. A few guys had other projects, but we all wanted to do something really aggressive. With a couple of line up changes and changes in where we wanted to end up, we grew and formed what we are now. I would say the hardest times are the ones figuring out how to make your band grow, other than that, this band has been pretty easy. Other than being broke touring guys [laughs].

You’re going to play at Metaldays 2017, what do you expect from that performance? Are you excited?

I just expect to get up and play as hard as we can. We are super excited to play, and to be honest we’re just happy and surprised when we get to do things like this. Big shows like that are something we never saw happening for us, so we’re grateful and can’t wait to do as much of it as we can.

Do you think you will return to Italy soon?

Of course!!!

What do you think about the phenomenon of crowdfunding? Do you think you will do it at some point of your musical path?

I get it on some levels, for some things, and I don’t get it for others. I guess it depends on why and what we are doing, I never say never but it would have to be proper.

How “The Depression Sessions” started as an idea? How was the experience of sharing the studio with such bands?

It started as a joke. We posted a picture of a few of us jamming at the studio because all three bands were there at the same time between tours. Media sources that pay attention to band members social media pages grabbed it and posted an article based on what they saw in the photo. I guess we saw it as an opportunity to use a rumor as a catalyst to do something cool. By far one of the coolest things we have done in our career as far as writing and recording. It was fun to be around so many creative people, and support each other’s bands in a positive and real way. Too much competition going on these days, it’s nice to just have friends and do cool shit.

I think support is a key point for every band’s life, do you have any advice for beginner bands, trying to emerge in this industry?

GO PLAY LIVE. Write songs, go out, and crush every band you play with. Make every band that plays after you have to work to keep up. Everything else will come with time. ALSO, stay away from the internet. [laughs].

I think we are done, I’d love to let you speak freely to our readers, thank you for the chance and see you soon on the road!

I wanna thank your readers for spending a few minutes checking out this interview. FFAA is excited for our future and anyone who supports us in any way makes it possible for us to have that future. Please check out the new record, “The Great Collapse” out March 17, and we hope to see you on the road soon. Thanks for the interview, I hope I covered all the information you were looking to get! Keep in touch!!![/wptab]

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