In occasione del tour europeo degli Infected Rain (insieme a Lacuna Coil ed Eluveitie, QUI il nostro live report condito di foto) abbiamo avuto l’occasione di chiacchierare con la cantante della band moldava, Elena Cataraga, in arte Lena Scissorhands. Ci teniamo a ringraziarla per il tempo che ci ha dedicato nonostante avesse mal di gola e voce bassa: probabilmente per la sua salute sarebbe stato meglio non parlare prima del concerto e tenere la voce a riposo, mentre invece si è dimostrata disponibilissima a incontrarci ugualmente. Per giunta parlandoci in italiano, che non è la sua lingua madre.
Ciao Elena, è sempre un piacere poter scambiare due parole insieme, come stai?
Ciao Federico, tutto bene grazie.
Partiamo da “Endorphine”, il vostro nuovo album uscito a Ottobre (QUI la nostra recensione). A noi è piaciuto molto.
“Endorphine” per me è una boccata di aria fresca perché ci ha permesso di raggiungere un nuovo livello, superiore, pur essendo sempre noi stessi. Abbiamo trovato il suono e l’emozione giusta con questo album, prima ne eravamo un po’ alla ricerca, e ora l’abbiamo che ce l’abbiamo fatta ne siamo contenti.
“The Earth Mantra”, la traccia d’apertura, parla della Terra, la nostra casa e di come la stiamo rovinando.
Si, è la prima volta che ho scritto un testo del genere, è un tema che mi interessa molto perché mi rendo conto che ci stiamo ammalando, stiamo uccidendo gli animali, stiamo uccidendo il pianeta e non penso che durerà andando avanti così. Mi sono sentita di dover parlare, cantare e strillare su questo argomento. Cerco di fare il mio meglio per essere più buona con la natura e ho pensato che è molto importante parlarne.
Infatti devo dire che mi ha colpito molto questa canzone anche nelle sue sfumature, come il cuore che batte, si percepisce che è un tema che vi sta molto a cuore.
Penso che tutte le persone, sopratutto quelle che hanno un certo tipo di influenza, anche piccola, debbano parlarne. Io cerco di parlarne con i miei amici e la mia famiglia, e le persone che ascoltano gli Infected Rain fanno parte della mia famiglia, ecco perché ho voluto parlarne.
Molti pezzi di Endorphine, mi vengono in mente “Taphephobia” o “Storm”, trattano argomenti delicati come depressione e ansia…
Si in effetti diverse canzone di “Endorphine” parlano di depressione e ansia, mentre Storm parla di una ricerca continua dell’equilibrio di cui abbiamo bisogno e che spesso manca: l’equilibrio tra natura e uomo, o tra due persone. Purtroppo tante volte pensiamo di essere in un ambiente buono, equilibrato, e invece non lo siamo. E io purtroppo ho provato queste emozioni durante gli ultimi due anni; ho vissuto emozioni che non avevo mai pensato di provare, e che nemmeno conoscevo. Dovevo parlarne, noi troppe volte ci troviamo in una comfort-zone e pensiamo di stare bene mentre in realtà non è così. Questo equilibrio è molto importante e “Storm” parla di questo.
Però finisce male…
Dici? Per me finisce bene.
L’ho interpretata come un testo in cui non c’è speranza, nessuno verrà a salvarci mentre stiamo affogando nel dolore e nei problemi.
Ho lasciato il finale ad interpretazione, ma per me finisce bene perché se anche non troviamo quell’equilibrio di cui parlavo prima e siamo da soli, non è per forza un male, tante volte è meglio essere soli che con le persone sbagliate.
Avete firmato, con l’uscita di Endorphine, con la Napalm Records, la prima etichetta nella storia musicale degli Infected Rain. Cambia qualcosa lavorare sotto etichetta piuttosto che per conto proprio?
Per ora non è cambiato nulla, avevamo già registrato le canzoni prima di firmare con la Napalm. Però penso che non cambierà mai nulla: Napalm infatti è stata l’unica etichetta a non chiederci di cambiare, non hanno mai voluto farci diventare qualcun altro: a loro piace quello che facciamo e come siamo. L’unica cosa che cambierà sarà la promozione e i fans finalmente potranno trovare i nostri dischi nei negozi e non solo online.
Ritieni possibile oggi, sopratutto nel metal, a vivere solo con la musica?
Si è possibile, con tante cose insieme, come il merchandising, grazie alle persone che possono supportarci comprando il disco o le magliette. Automaticamente investono sulla band e per noi è essenziale. Quindi si, è possibile, ma non da subito. Per noi ad esempio è successo dopo 8 anni.
Mi viene in mente anche Patreon (QUI), anche se forse è una cosa più tua che della band nell’insieme.
Si riguarda più me; oltre agli Infected Rain mi occupo anche di modeling e Hair Make Up Artist. Ho anche tanti progetti nuovi e vorrei scrivere dei libri. Le persone che credono in me, come artista, posso far parte di questi progetti e aiutarmi.
Essere la frontwoman della band è una cosa bella, ma tante volte può anche essere pesante? Il dover essere sempre col sorriso, disponibili, anche quando magari siamo in brutti momenti e vorremmo solo chiuderci in noi stessi.
Si e no, hai ragione, non è facile, però d’altra parte io cerco di essere sempre reale e non falsa. Come dicevo prima, quest’anno ma anche il precedente sono stati pesanti per me, ma i miei fan lo sanno. Non sanno cosa è successo, i motivi, perché i problemi personali cerco di non portarli fuori, però credo di essere molto fortunata ad avere fan meravigliosi che mi capiscono, perché io anche se non sono dell’umore giusto, oppure ho le lacrime agli occhi, esco lo stesso per stare con i fans, per una foto insieme o un autografo, perché so che loro hanno aspettato tanto questo momento e ci tengono. Se qualcuno non capisce, è perché non fa parte della mia famiglia. Quelli che mi capiscono, preferiscono che io sia così invece di mettermi un sorriso finto.
Essere una bella ragazza nel metal, è un pro o un contro?
Entrambi, chi si ferma all’aspetto è tanto limitato. Mi è successo, mi pare, a Roma che alcuni strillavano “Lena Lena Lena” mentre eravamo tutti sul palco. Ho dovuto dire a questi ragazzi che questo gruppo non si chiama Lena ma Infected Rain. Non sono mai stata in altri gruppi, sono dove sono grazie a questa band, che mi danno sempre aiuto e supporto. Anche se a volte non è facile, può capitare di litigare con la propria mamma quando ci vivi insieme, figurati se non può succedere con chi non è parente di sangue. Ma io non ho mai fatto musica prima, loro mi hanno insegnato quello che io so, insieme ai miei insegnanti di canto. Certo, il fatto di essere donna può essere agli occhi più piacevole per un ragazzo, ma una ragazza invece preferisce vedere un bel ragazzo rispetto a me. Per chi è dietro al microfono può essere pesante questa cosa, devi essere sempre perfetto come look, con tutti gli standard della società odierna, perché poi la gente fa paragoni, e si aspetta certe cose, ma per me sono tutte stupidaggini.
Grazie Elena per il tempo che ci hai dedicato, è stato un piacere chiacchierare con te e spero di riaverti presto come nostra ospite.
Grazie a te, per tutto, e scusa per la mia voce di oggi. Un abbraccio a tutti i lettori di metalpit.it, a presto!