GRIEF COLLECTOR – En Delirium

by Luca Gazzola

I Grief Collector sono un gruppo americano nato a Minneapolis, in Minnesota, nel 2017, e sono esorditi due anni dopo con l’EP “From Dissension to Avowal”. La formazione è composta dal batterista Brad Miller (Among the Serpents, Opaque) e il chitarrista Matt Johnson (Sign of Reign, Scream at the Sun), a cui si è aggiunto il cantante dei Tyrant Robert Lowe (Candlemass, Solitude Aeturns) nel 2019. Si tratta di doom metal classico, anni ’80, quindi con forti influenze heavy metal riscontrabili soprattutto negli assoli, mentre soprattutto nei bridge e nei riff i ritmi sono più lenti e scanditi creando un’atmosfera cupa e rozza, più rozza di gruppi come Blackfinger ad esempio. Tra una batteria di supporto, un basso profondo, chitarre distorte e onnipresenti e una voce pulita, la composizione è sobria ma completa, senza bisogno di altri effetti. L’album si compone in 9 canzoni di una durata che va dai 4 minuti abbondanti ai 7 per una durata complessiva di circa 48 minuti.

Tra le canzoni rilevanti:

  • Corridors: primo pezzo dell’album. L’inizio dell’album dà già una prova generale di cosa ci si aspetta, senza fronzoli e senza alcun tipo di intro, andando direttamente al punto con un inizio pesante e un riff con un buon groove. L’assolo non è niente di speciale rispetto agli altri, ma nel complesso è un buon biglietto da visita.
  • Our Poisonous Ways: terza canzone. Tra questo brano e The Letting Go la vena heavy metal emerge molto nitida, catapultando indietro agli anni ’80-’90 richiamando gruppi storici come Black Sabbath o gli Iron Maiden. Il tutto rallentato e appesantito quanto basta per non scadere nel classico heavy metal.
  • When Sanity Eludes Me: quinto pezzo. Tra i pezzi più lenti e più oscuri, senza alterare la struttura base o lo stile e senza andare troppo per le lunghe come succede in Knee Deep in Devils, rientrando a pieno titolo come doom metal classico.

Rispetto all’EP precedente i Grief Collector hanno mantenuto il loro stile inalterato, forse semplificando un po’ la composizione e le distorsioni e prediligendo un approccio minimale, in una via di mezzo tra Iron Maiden, Black Sabbath, Candlemass. Un album orecchiabile, anche se in alcuni punti è fioco e basso come ritmi, come quando si ascolta una musicassetta con il lettore che ha le batterie scariche. In poche parole si tratta di doom con una base heavy molto importante ma impaccata in basso nel pentagramma e nei bpm, difatti quando nei pezzi più veloci accellerano si ha un prodotto piuttosto pregevole. Non deluderà i fan e probabilmente non dispiacerà nemmeno agli appassionati dei gruppi di origine dei membri.

Tracklist:

01-Corridors
02-Wintersick
03-Our Poisonous Ways
04-The Letting Go
05-When Sanity Eludes Me
06-Knee Deep In Devils
07-10 Days (Of Disbelief)
08-Misery Mongers
09-Scorned Hear

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