In occasione del quarantesimo anniversario di carriera dei Grave Digger e dell’uscita del ventesimo album “Fields of Blood” (qui la nostra recensione), abbiamo avuto l’immenso piacere di intervistare Axel “Ironfinger” Ritt, chitarrista dal 2009 dello storico gruppo heavy metal tedesco.
Lo ringraziamo infinitamente per il tempo dedicatoci e auguriamo un buon successo per l’ultimo lavoro in studio!
Ciao Axel, innanzitutto grazie mille per il tuo tempo. Partirei subito facendoti qualche domanda riguardo all’importante anniversario della band raggiunto quest’anno. Purtroppo non è capitato in un periodo roseo, i festeggiamenti sono posticipati a quando sarà possibile tornare a vedervi dal vivo?
Grazie a voi! Purtroppo si, c’erano molti spettacoli speciali pianificati con un grande entourage di oltre 60 artisti come al Wacken, Rockharz, Rockhard e tanti altri ma purtroppo il coronavirus ha bloccato tutto. Proveremo a recuperare più show possibili nel 2021.
Sei il chitarrista ufficiale della band da più di dieci anni ormai, com’è stato l’ingresso nel gruppo? Hai dovuto fare qualche provino?
No. Chris e io ci conosciamo da circa 30 anni, ma abbiamo avuto solo collaborazioni del lato commerciale della musica, perché è stato il proprietario di una società promozionale per molti anni e io avevo (e ho tutt’ora) la mia etichetta discografica, casa editrice e i miei studi di registrazione. Quando il mio predecessore lasciò la band, Chris mi chiamò mentre era in vacanza in Grecia e mi chiese se potevo fare alcuni “fuochi d’artificio”. Alcuni concerti erano già programmati e quindi ho avuto solo 10 giorni per imparare tutte le canzoni dal vivo. Così ho annullato tutti gli appuntamenti per 2 settimane, ho suonato con loro e, alla fine dell’anno, la band mi chiese se volevo diventare un membro permanente.
Da un tuo punto di vista, cosa è cambiato nel mercato della musica heavy metal negli ultimi dieci anni?
Tutto :-) All’inizio, si faceva un tour per promuovere l’album, perché il tuo reddito maggiore era sulle vendite dei dischi. Oggi invece, fai un album per avere un motivo per fare il tour, a causa del cambiamento portato dai servizi in streaming come Spotify, uccidendo il reddito delle vendite. Ora l’unico modo per guadagnare soldi con la musica è suonare dal vivo e vendere il merch, quindi ogni band del pianeta si ritrova ad essere in tour per tutto l’anno. C’è troppa musica in giro. La musica è diventata fast food.
Siamo cresciuti in un periodo in cui si aveva la possibilità di diventare famosi se si investiva tutto il proprio tempo, energia e denaro nella propria carriera. È difficile da dire, ma questi giorni sono passati per sempre. Oggi sei un ragazzo fortunato se puoi pagare l’affitto e procurarti del cibo, ma non sarai mai in grado di sfamare una famiglia o comprare una casa senza altri 1 o 2 posti di lavoro o il reddito aggiuntivo di tua moglie. Odio dirlo, ma il mio consiglio è, imparare un mestiere che riempie il tuo conto in banca e fare musica come hobby. Questo è l’unico modo per evitare l’umiliazione di aver problemi seri con la musica e poter mandare a scuola i tuoi figli.
Siete una delle band heavy metal più coerenti sulla piazza, immagino sia soddisfacente continuare a pubblicare dischi mantenendo l’impronta originale della band e continuare a ricevere apprezzamenti. Avete mai pensato di effettuare comunque qualche modifica stilistica rilevante?
No, mai, sono sicuro che questo non accadrà mai. I Grave Digger sono una roccia in vero metallo tedesco e non c’è motivo di cambiare il marchio una volta stabilito.
Dopo dieci anni arriva un nuovo capitolo ambientato nelle Highlands con “Fields of Blood”. Da dove viene questo particolare attaccamento alle terre scozzesi?
Questo è successo per caso. L’ex bassista della band, Tommy Göttlich, è un insegnante di storia e inglese, da qui ha avuto l’idea di “Tunes Of War” che è diventato una sorta di lezione di storia con la musica metal. Immagino che nessuno si aspettasse il grande successo dell’album e anche il fatto che il film “Braveheart” uscì in quel periodo, cadde a fagiolo.
Probabilmente è una domanda che ti hanno già fatto in molti: da dove deriva il soprannome “Ironfinger”?
È a causa della scalatura delle corde della mia chitarra. Solo pochi produttori costruiscono queste corde e, per quanto ne so, sono l’unico chitarrista metal, rock e pop in tutto il mondo che usa questa scalatura estremamente spessa. Alcuni miei amici, che hanno provato a suonare le mie chitarre, hanno detto che per suonare con queste corde devi avere “dita di ferro”.
Per tutti i chitarristi là fuori, la scalatura è 013 – 056 in accordatura standard (!). Ho il mio set di corde firmate e potete ordinarle qui per esempio.
Come stanno vivendo questo periodo anormale di pandemia i Grave Digger? Com’è la situazione in Germania?
La situazione in Germania è il peggior disastro che tu possa immaginare. Ci sono alcune organizzazioni del settore musicale come GEMA, ad esempio, in cui puoi dire quanti soldi hai perso a causa della mancanza di spettacoli dal vivo, ma i soldi che ottieni sono solo un credito e completamente fatturabili con le tue ulteriori entrate.
La Germania è un paese molto ricco e il governo paga dal gettito fiscale 9.000 milioni di euro per Lufthansa o quasi 7.000 milioni di euro per la Deutsche Bahn ad esempio, ma non un fottuto centesimo per i lavoratori autonomi. Naturalmente i politici sono interessati solo a sostenere le aziende, che daranno loro un lavoro quando saranno cacciati dal governo alla fine della loro carriera, quindi prendono le tasse dai poveri, le danno ai ricchi e ai ricchi riguardati. Semplicemente una corruzione indiretta, funziona bene per i politici da decenni. Lo sanno tutti, a nessuno importa.
A causa del Covid-19 tutti i concerti sono stati posticipati o annullati.
In Italia, i più grandi organizzatori stanno emettendo rimborsi non monetari, tramite dei voucher spendibili in altri concerti e magari gli artisti per cui i fan avevano pagato il prossimo anno non potranno esibirsi. Si è ormai scatenata una bufera sui vari social. Cosa ne pensi in generale di questa situazione che la musica live sta affrontando?
I musicisti non sono “rilevanti per il sistema” ed è molto più economico per il governo dare calci a migliaia di artisti e fan per l’assistenza sociale, invece di sostenerli.
Per il sistema la musica è “soltanto divertimento”, non fa differenza chi tu voglia andare a vedere, per loro sono soltanto soldi che vanno in una direzione piuttosto che in un’altra.
La maggior parte dei miei colleghi non sopravviverà alle crisi, stesso discorso vale per i luoghi dove si suona. L’intera scena musicale sta lentamente morendo, tutti la guardano, ma a nessuno importa. La musica dal vivo è sparita!
Oltre la musica, quali sono le tue più grandi passioni?
Adoro prendermi cura degli animali che in passato sono stati maltrattati e il veganesimo.
Ti piace l’Italia? Quali posti hai personalmente visitato e quali ti sono piaciuti di più?
Mia zia ha una piccola casa sul lago di Garda, che usavo di tanto in tanto, quando ero più giovane e sciavo in Italia anche con i miei genitori. Mi piace la pasta vegana italiana e ovviamente l’ottimo vino rosso.
Con quali altri artisti ti piacerebbe collaborare all’interno di un progetto dei Grave Digger?
Penso che Paul McCartney sarebbe una scelta perfetta, perché lo ammiro per il suo songwriting e il suo modo di vivere vegetariano.
Se potessi scegliere di suonare da co-headliner con una band, quale sceglieresti?
Queen, perché tutte le arene sarebbero esaurite! E adoro Brian May. Indovina perchè? Ottimo songwriting e il suo modo di vivere vegano ;-)
Quale giovane band consigli di scoprire agli amanti dell’ heavy metal?
Domanda difficile. Beh, non sono più i nuovi arrivati, ma mi piace molto lo stile vocale della cantante dei Jinjer Tetjana, ne sono certo, Alissa White-Gluz degli Arch Enemy potrebbe fare anche il cambio tra voce in growl e in pulito, quindi spero che gli AE svilupperanno il loro stile in questa direzione.
Grazie Axel per le tue risposte e per la tua disponibilità, auguro a te e alla band un buon proseguimento sperando di vedervi il prima possibile sul palco!
Non c’è di che, spero di vedervi tutti ad uno dei nostri prossimi show!