Conosciuti per la loro classica “Through The Fire And Flames”, contenuta in Guitar Hero 3, e a volte presi di mira un po’ troppo dai metallari old school, i Dragonforce sono una band a mio parere, cazzuta, fantasiosa e particolarmente divertente, sia in studio che in sede live. Con vari cambi di formazione la band ha saputo negli anni continuare a coinvolgere i loro fans, tirare fuori dal cilindro canzoni coerenti con il loro genere e dal vivo hanno sempre dimostrato di avere un ottimo feeling. Abbiamo avuto l’onore di fare quattro chiacchiere con il batterista Gee Anzalone, onore italiano che da anni ormai ha preso il posto fisso nella sezione ritmica della band. Buona lettura!
Ciao Gee! Benvenuto su Metalpit! Come stai? Il resto della band come sta?
Ciao Loris! Io sto bene grazie! Il resto della band sta bene, impegnatissimi come sempre!
Come affrontate tutto questo periodo? É molto tempo che non suonate live?
Non suoniamo live da marzo di quest’anno! Questo è ed è stato un periodo parecchio duro per la musica, ma noi non ci scoraggiamo e anzi, siamo più impegnati adesso di quanto lo eravamo mentre facevamo tour!
Essendo entrato nella famiglia Dragonforce da qualche anno ti sarai ambientato bene, cosa provi nel suonare canzoni scritte da altri, rispetto a quando suoni quelle scritte da te?
Ovviamente suonare le canzoni registrate da me è tutta un’altra soddisfazione personale, anche se però devo ammettere che il cuore batte forte anche mentre suono i nostri vecchi cavalli di battaglia.
Con l’uscita di Vadim dalla band se ne va un elemento importante a livello strumentale, oltre che a livello di componente della band. Difficile sentire i Dragonforce senza tastiere. State pensando di prendere un altro tastierista o scarterete per sempre la tastiera?
Dopo l’uscita di Vadim abbiamo comunque continuato ad avere le tastiere on-stage, inserendole come basi durante gli show. Per il momento non abbiamo intenzione di prendere alcun altro tastierista, nonostante riceviamo una valanga di proposte da tutto il mondo da fantastici musicisti.
Alcune canzoni dei Dragonforce e non solo sono state introdotte nei vari videogame, (Grand Theft Auto, Singstar, Guitar Hero, Need For Speed, Medal Of Honor, ecc) personalmente, sei favorevole a tutto ciò o contro?
Essendo io un gamer in primis è ovvio che mi faccia parecchio piacere, sono sempre stato favorevole ai videogame con la colonna sonora heavy metal! Trovo che sia un modo fantastico di scoprire band nuove, specie per quei gamer che hanno gusti musicali magari diversi dal metal.
Quanto pensi incida la scoperta di una band tramite un brano inserito in un videogioco giocato per esempio da un quindicenne?
Tantissimo! Io stesso personalmente ricordo come se fosse ieri il giorno in cui scoprii i Fear Factory con il loro capolavoro “Demanufactor” mentre stavo giocando a Carmageddon! Me ne innamorai al primo ascolto! Tutt’oggi i Fear Factory sono fra le mie band preferite e devo proprio ringraziare quel gioco per avermeli fatti scoprire!
Per molti giovani i Dragonforce sono stati un punto di inizio nel mondo del power metal tramite il famoso videogioco “Guitar Hero”. Secondo te quanto ha inciso l’inserimento di “Through The Fire And Flames” col successo mondiale della band?
Sicuramente ha contribuito parecchio alla diffusione della nostra musica e del nostro nome in giro per il mondo. Anche oggi a distanza di svariati anni, il pezzo nostro più richiesto rimane sempre quello, ed è per questo motivo che a noi piace suonarlo a fine show come brano di chiusura!
Raccontami un’avventura che hai vissuto con i Dragonforce, un fatto strano, o un qualcosa di divertente che ti piace raccontare.
Senza dubbio uno dei fatti più pazzeschi che sia mai accaduto rimane l’incidente che abbiamo avuto a Brisbane in Australia durante uno dei nostri tour. Eravamo all’uscita del nostro hotel mentre aspettavamo lo shuttle che ci portasse in aeroporto (quel giorno dovevamo volare dall’Australia alla Nuova Zelanda per continuare il tour). Era mattina presto, verso le 5, ed eravamo un po’ tutti addormentati. Una volta arrivato lo shuttle cominciammo a caricarci su la nostra roba e non appena finito di caricare tutto, compresi noi stessi, il freno a mano del furgone cedette improvvisamente e noi ci ritrovammo sul furgone senza autista (che al momento era dietro al van che finiva di caricare le valigie), con il freno a mano rotto, in piena velocità, in discesa. Non potendo intervenire sul freno (l’abitacolo era diviso dalla parte posteriore), d’istinto saltammo tutti giù dal furgone, soltanto che Marc saltando giù cadde contro un cordolo a lato strada e si incrinò una costola, lussandosi anche il braccio. Il furgone senza più nessuno sopra continuò la sua folle corsa a tutta velocità fino a schiantarsi contro il muro del palazzo in fondo alla strada, 200 metri dopo. Poteva finire tutto in tragedia, ma alla fine andò tutto per il meglio, con qualche escoriazione e tanta paura!
Pensate di reintrodurre nelle setlist live canzoni storiche come “Black Fire” , “Holding On” , “Heroes Of Our Time” o “Give Me The Night“?
“Black Fire” la facciamo tuttora live, mentre “Holding On” l’ultima volta che l’abbiamo suonata è stato durante il tour promozionale di “Killer Elite” in giro per i festival. “Heroes” l’abbiamo suonata per quasi tutto il tour di “Reaching Into Infinity” (se ricordo bene) e “Give Me The Night” è una di quelle canzoni che teniamo come jolly nella setlist. Sicuramente reintrodurremo tutte queste canzoni in futuro, sono troppo importanti per essere tralasciate!
Chi sono i tuoi batteristi di maggiore ispirazione?
Anche se sono davvero tanti mi limito sempre a nominare i miei 3 preferiti, che hanno sempre avuto un grosso nella mia vita e nella mia carriera: Il primo è Vinnie Paul (Pantera), il secondo è Steve Smith (Journey) e il terzo è il mitico Tullio De Piscopo, come un secondo padre per me.
Dimmi uno o più dischi o band che hai ascoltato di recente e che ti sono piaciuti un sacco.
Ho scoperto da poco gli Eisbrecher, una band tedesca che dalle sonorità mi ricorda i Rammstein, poi sto ascoltando gli “En Minor“ di Phil Anselmo e quasi tutti i giorni ascolto “Gravity” di Thomas McRocklin, sono totalmente innamorato della sua musica!
Secondo te, quanto è cambiata la musica (il power metal in questo caso) nel corso del tempo?
Con tutto il rispetto per il power metal, io sono sempre stato più vicino al thrash metal, quindi ahimè mi cogli un po’ impreparato sull’argomento! Piuttosto preferirei dirti che dopo che i Pantera si sono sciolti, ho fatto davvero una gran fatica a trovare una band dello stesso calibro e ancora tutt’oggi è difficile trovarla!!
Questa era l’ultima domanda, concludi l’intervista come meglio preferisci.
Ringrazio te per l’intervista e ringrazio tutti i lettori di Metalpit.it, vi auguro un lieto Natale e un felice anno nuovo (sperando sia migliore di questo!) e anche se il periodo è quello che è auguro a tutti noi un ritorno alla normalità nel più breve tempo possibile! Ciao!