Qualche minuto prima della loro esibizione al Brutal Assault di quest’anno, siamo riusciti a scambiare quattro chiacchiere veloci con il chitarrista e mastermind dei Decapitated Vogg, che ci ha parlato del nuovo album “Anticult”. Buona lettura!
Ciao Vogg, sono Giuseppe di MetalPit, è un piacere conoscerti! Iniziamo subito con il nuovo album: “Anticult” è uscito circa un mese fa. Come ha risposto il pubblico, sia all’album che alle esibizioni dal vivo?
Sì, è un nuovo album per noi sotto vari punti di vista. È materiale fresco, posso già dire che l’accoglienza da parte dei fan, della comunità metal e della stampa è stata ottima. Ho letto molte recensioni positive e sono sorpreso dalla reazione dei fan. Sono molto contento di ciò.
Sin dalla vostra reunion avete pubblicato tre album. Puoi descrivere la transizione fino al presente, con tutte i cambi di lineup e le differenze stilistiche tra i singoli album?
Allora, nel 2010 c’è stata la reunion dopo il tragico incidente in cui ho perso mio fratello. Ho deciso di continuare con la band e siamo tornati nel 2011 con “Carnival Is Forever”, registrato a Danzica. Avevamo una lineup diversa per quell’album… in realtà c’è stata una lineup diversa per ciascuno dei tre. Su quello c’era il batterista austriaco Kerim Lechner e Rasta, che è ancora nella band e spero lo sarà anche in futuro. Poi è uscito “Blood Mantra” e ora “Anticult”: credo sia una sorta di trilogia, con l’ultimo che ne rappresenta la conclusione. Credo che abbiamo fatto dei grandi passi avanti ogni volta, riguardo ogni aspetto: composizione, suoni, arrangiamenti e tutto il resto. Ciascuno di questi album è diverso ed è ispirato da varie cose nella vita.
Ho ascoltato “Anticult” ed è un disco molto potente con un’ottima produzione, molto pulita. Non ho avuto modo di leggere i testi, quali sono le tematiche dell’album?
Oh, dovresti parlarne con Rasta, è lui l’autore dei testi e saprà spiegarli meglio. Secondo me è una sorta di continuazione dei testi di “Blood Mantra”, anch’essi scritti da lui. Il tema principale di “Anticult” sono i vari sistemi politici e religiosi che controllano la società, dicendo alla gente cosa fare e cosa pensare. Stanno rovinando il mondo. Dobbiamo tentare di liberarci dalle catene rappresentate dal sistema. Si riferisce a tutto ciò che succede oggi, le guerre, il terrorismo: penso sia anche una fonte di ispirazione per la copertina e per il titolo, oltre che per i testi.
Forse hai già risposto in parte a questa domanda: “Anticult” suona più diretto in confronto agli album precedenti. Come hanno influito i cambi di lineup sul processo di scrittura?
Sono ancora il compositore principale nella band. Per la prima volta ho collaborato con Michał, il nostro batterista: abbiamo lavorato molto insieme, per gli arrangiamenti e per dare la forma finale alle canzoni. Quindi possiamo dire che io ho portato le idee, i riff, le melodie e cose così, poi lui ha aggiunto le percussioni e ha lavorato agli arrangiamenti. È stato di grande aiuto, devo ammettere: lavorare insieme è il modo migliore per realizzare al meglio un album, rispetto a lavorare da solo.
Una domanda da parte di un collega che è un po’ un nerd delle chitarre: i tuoi riff sono sempre stati solidi, qual è il loro processo di creazione? Come ti vengono in mente?
È un processo abbastanza semplice. Suono a casa mia, molto a lungo. I riff poi vengono fuori dal nulla, penso solo a suonare senza fissarmi sull’idea di dover creare qualcosa. Improvvisamente qualcosa viene fuori e quindi inizi a lavorare su quelle idee per ore e giorni, in modo da migliorarle sempre più.
Da sempre mostrate una vostra interpretazione personale del death metal. Quali sono le tue maggiori influenze sia metal che non?
Le mie principali influenze, da adolescente, erano band come Slayer, Metallica, un po’ tutto il thrash metal della Bay Area. Poi sono giunto alla scena death metal in Florida: Morbid Angel, Cannibal Corpse, Obituary, Death… sono stato influenzato anche da varie band polacche, come Vader, Kat e Acid Drinkers. Ho ascoltato moltissimo quelle band, sono davvero valide e mi hanno ispirato parecchio.
Ottimo, credo che il tempo sia scaduto. Se vuoi, dì pure qualcosa ai nostri lettori su Metalpit, ho visto che verrete a suonare nel nostro Paese!
Certo! Verremo presto in Italia, a ottobre o novembre. Saremo in tour in quei due mesi e abbiamo due date in Italia, Bologna e Milano. Quindi se volete venire a sentirci, suoneremo insieme a King Parrot, Thy Disease e un’altra band. Un bill piuttosto solido, e noi avremo nuove canzoni da presentare live!