In occasione dell’uscita del loro nuovo album, “Dance With Devils” (la recensione la trovate QUI), ho avuto il piacere di fare una chiacchierata con Steva e Frate Orion, rispettivamente cantante e batterista dei Deathless Legacy.
Salve ragazzi, bentornati su Metalpit, come state?
Ciao Federico e ciao a tutti i lettori, siamo nel pieno del “Dance With Devils Tour” e stiamo rispondendo a una bella intervista, per cui non potremmo stare meglio [ride]
“Dance With Devils” è uscito il 27 gennaio tramite Scarlet Record ed è una sorta di concept album sulla stregoneria, com’é nata (e da chi) l’idea di questa tematica?
Avevamo in mente di buttarci a capofitto nell’avventura di un concept album, a là King Diamond, per dirla tutta. In realtà avevamo già in cantiere un bel po’ di idee, sia dal punto di vista strettamente musicale che per quanto riguardava qualche testo e linea vocale, che sono piaciuti ai nostri demoni e ci hanno dato la loro maledizione per proseguire sulla strada della stregoneria.
Quali sono le canzoni dell’album a cui siete più legati, e per quale motivo?
“Heresy”, perché a nostro parere è una di quelle tracce intense dalla quale piove tutta la carica, l’energia e la rabbia di chi si trova a dover affrontare coscientemente l’idea di far la fine del pollo allo spiedo; “Creatures of the Night”, perché solo a rammentarla, da creature della notte, fa venir voglia di aggirarsi nell’oscurità, e “Lucifer”, perché quando dobbiamo tagliare la scaletta e pensiamo alla possibilità di eliminarla, ci piange sempre il cuore.
Nel metal spesso si sentono tematiche riguardanti divinità e stregoneria, ma altrettanto spesso il tema viene trattato molto superficialmente e quasi come fosse una moda. Invece ho notato come molte tematiche che trattate, voi le avete davvero a cuore. Ce n’è qualcuna in particolare che vi va di condividere con noi?
Non ce n’è qualcuna in particolare, diciamo che tutto il nostro background inerente a queste tematiche è frutto di una curiosità piuttosto peculiare che ci accomuna tutti e che, inconsapevolmente, ci accomunava già prima che il progetto Deathless Legacy vedesse la luce. Siamo in continuo movimento cerebrale, leggiamo, approfondiamo e ci entusiasmiamo di una serie di precetti della filosofia e dell’esoterismo, dall’alba dei tempi a oggi, che ci danno un sacco d’ispirazione in fase compositiva.
L’Horror Metal è un genere che, per forza di cose, deve rimanere entro certi confini come tematiche. Pensate che questo, magari anche in futuro, possa essere un limite alla vostra creatività? Insomma, una canzone Horror Metal che parla di olio di palma o di gatti in amore, sarebbe piuttosto “stonata”, oppure no?
La paura, sin dalla notte dei tempi, ha permesso all’uomo di mettersi in moto e di ingegnarsi o per sconfiggerla, spiegando ciò che la faceva scaturire, o per abbracciarla e conviverci passivamente. Sulla paura si fondano credenze, culti, aggregazioni sociali di qualsiasi tipo: a nostro parere è un tema estremamente sconfinato che non smetterà mai di fungere da ispirazione.
I vostri live sono sempre uno spettacolo nello spettacolo in cui la parte musicale si fonde magistralmente con quella visiva. È sicuramente inusuale, specie in Italia, com’è nata l’idea di proporvi così nei live (anche perchè immagino sia piuttosto impegnativo, sopratutto per te Steva, dover cantare e recitare contemporaneamente)?
Da amanti dei Death SS, oltre ad aver sempre apprezzato tutto ciò che concerne la loro musica e la loro immagine, abbiamo sempre adorato la loro componente teatrale che rende l’esperienza di un live un viaggio in un Grand Guignol ultraterreno. In più, avendo apprezzato immensamente l’idea di Teatro Panico del caro A. Jodorowsky, abbiamo voluto mettere in scena le nostre paure e le storie raccontate dai nostri pezzi. È faticoso, ogni volta rischio di svenire sul palco (soprattutto quando è molto caldo) e di non essere soccorsa, potendo sembrare una parte dello show, ma ne vale la pena, sempre.
C’è un’epoca storica in cui vi sarebbe piaciuto vivere? O magari, viste le recenti scoperte della NASA, un’epoca futura…
Eleonora: Purtroppo ho iniziato a interessarmi dello spazio solo recentemente, ma non è mai troppo tardi per nuove dipendenze intellettuali [ride] Sicuramente mi piacebbe vedere le scoperte del futuro, ma apprezzerei immensamente poter essere uno dei primi Homo sapiens a camminare sulla nostra terra e tornare indietro nel tempo. A costo di vivere fino alla veneranda età di “morto alla nascita” (cit.)
Cosa ne pensate della scena musicale metal italiana? Il metallaro medio si divide in due fazioni, quelli per cui il 90% della roba italiana è da cestinare e quelli per cui invece è florida come non mai. Cosa ne pensate?
Abbiamo avuto modo di vedere e condividere il palco con band italiane delle quali dovremmo essere tutti orgogliosi. Il metal italiano è ottimo, di qualità, è vivo ed energico. Ascoltiamolo e supportiamolo, non è necessario uscire dallo stivale per trovare ottime idee e ottimi musicisti.
Recentemente ci sono state polemiche nel metal per l’utilizzo del termine “female metal”, considerato maschilista ed offensivo. Voi cosa ne pensate? Se si rivolgessero a voi come “female metal” vi darebbe fastidio o alla fine l’importante è che parlino di voi?
Non sapevo neppure ci fossero state polemiche! [ride] Onestamente mi basta solo che il pubblico, potenziale e non, si avvicini a noi per la curiosità di capire che diavolo di progetto sia il nostro e che lo apprezzi o meno per questo motivo. Le ragazze dei Deathless Legacy, se avvertono di essere considerate “solo le ennesime donne del metal”, si trasformano in Banshee e vi mangiano l’anima!
Ricollegandomi all’ultima domanda, pensate che avere una bella ragazza come cantante sia d’aiuto per emergere o alla fine conta poco?
Steva: Onestamente, quando mi guardo allo specchio prima di salire sul palco, mi viene in mente tutto meno che la bellezza o la sensualità [ride] Sono un maschiaccio sin dall’infanzia, finisco ogni live nera e piena di lividi, sputo sangue e “digrigno” gli occhi: sfido chiunque a dire che la mia immagine da donna sexy o da coniglietta di Playboy per ottenere consensi [ride]
Avete mai la sensazione che certe band, anche in Italia, vengano spinte all’inverosimile mentre altre che meriterebbero rimangono troppo nell’ombra?
Un po’ come in tutti gli ambiti ogni tanto capita di avere questa sensazione. A nostro modesto parere, però, chi è tutto fumo e niente arrosto ha vita breve.
Ora che vi scrivo avete già qualche concerto alle spalle del nuovo album, com’è stata la reazione del pubblico? Pensavate meglio, pensavate peggio…
È un’emozione incredibile poter affrontare sempre occhi nuovi, che ti vedono per la prima volta e che, magari, dopo lo show ti aspettano al banchetto del merch per farti i complimenti, farsi una birra insieme e godersi una bella chiacchierata. Abbiamo conosciuto un sacco di bellissime persone grazie ai nostri show e adoriamo sapere da chi ha già visto un nostro live cosa ne pensa delle novità.
Grazie per l’intervista ragazzi, c’è qualcosa che vorreste dire al pubblico di Metalpit?
Grazie a te, Federico, e a Metalpit, è stato un vero piacere! Unitevi al nostro Sabbath!