Gli Atlantic Tides, freschi freschi delle date che si sono tenute in Inghilterra, hanno risposto alle domande di Metalpit, lasciando però un velo di mistero per quello che serbano per il futuro… chissà cos’hanno in progetto!
Raccontateci un po’ la vostra storia, quando e come è nata la band?
Atlantic Tides nasce da una vacanza ed una serie di coincidenze. Tre di noi già suonavano assieme in un altro progetto, si è poi aggiunto Gabriele alla voce e così è nata la band, circa 7 anni fa.
Cosa vi ha spinto a fare musica?
La musica. Siamo tutti e quattro innamorati della stessa “donna”, le motivazioni iniziali potevano essere diverse, adesso è passione e dipendenza.
A distanza di qualche anno, siete ancora carichi come agli esordi? Cosa pensate della scena musicale attuale in Italia?
NO! Siamo più carichi di prima, più consapevoli e quindi più determinati. La scena musicale italiana, questo è un pensiero personale ovviamente, ci sembra l’ombra di ciò che è stata negli anni passati, anche se la qualità delle band probabilmente si è alzata, il contesto in cui viviamo non è sicuramente idilliaco, ma pensando solo ed esclusivamente alla musica è pieno di artisti molto forti ed interessanti.
Voi avete avuto modo di suonare con molte band straniere e ad aprile farete il primo tour in U.K.
Per quella che è la vostra visione, quali sono le differenze tra le band estere e quelle nostrane? Cosa funziona e non funziona dentro e fuori i nostri confini?
Siamo appena tornati dall’ Inghilterra, freschi di esperienza estera! Qui in Italia negli scorsi anni abbiamo avuto la fortuna di aprire i concerti di band straniere come Deaf Havana, Arcane Roots, The Maine, ecc… band che fuori dai nostri confini riempiono gli stadi e che in Italia hanno per fortuna dei fan molto affezionati, ma sicuramente non l’attenzione che meriterebbero. Sfondiamo porte aperte parlando del problema del pubblico italiano nei live club: per quella che è stata la nostra (piccola) esperienza all’estero la gente sembra più “educata” alla musica live, if you know what I mean.
Lo scorso anno, in ottobre, è uscito il vostro primo LP “Atlantic Tides”, a distanza di 6 mesi come sta andando?
Abbiamo avuto modo di suonare parecchio in giro per la promozione e quello che ci ha più rincuorato è stato il riscontro live, alla gente pare piaccia ascoltarci quindi è un buon passo avanti. Per il resto stiamo ancora mettendo i soldi da parte per comprarci una Bentley.
Quanto ci è voluto per realizzare il vostro LP? Con chi avete lavorato/collaborato?
Il disco è stato pensato, concepito e partorito nell’arco di un anno circa e fin da subito (fin dall’EP precedente) abbiamo lavorato assieme a Francesco “Frank” Altare (Brain Distillers Corporation, Mellowtoy), con il quale siamo cresciuti artisticamente in questi anni e con il quale abbiamo lavorato alla produzione del disco che è stato registrato, mixtato e masterizzato da lui stesso passando da vari studi nei quali lavora o collabora (OneDrop Studio, KM33, BIOS e Elephant Mastering Studio)
Come funziona il processo di scrittura/composizione nella vostra band?
Avendo una sola chitarra nella band spesso partiamo da giri o idee che Nicolò porta, per poi svilupparle assieme nella nostra saletta. Nico scrive anche i testi che vengono spesso modellati sulle melodie create alla voce da Gabriele (voce) e Daniele (batteria e voce). La parte ritmica è in mano a Daniele e Stefano (basso).
Quali sono le vostre influenze musicali? Avete gli stessi gusti o ascoltate cose completamente diverse?
Quando abbiamo formato la band ci siamo resi subito conto di provenire ed apprezzare generi diversi tra di noi e quindi fin subito abbiamo iniziato a sfruttare queste varie influenze cercando di ricavarne il meglio.
I generi con cui siamo nati sono il rock classico, il metal (hardcore e mille altri sottogeneri), il pop-punk, il post-hardcore, l’hip hop e negli anni ognuno ha influenzato gli ascolti degli altri ed ora è un continuo scambio di musica!
Per ora avete affrontato alcune date in giro per l’Italia, come è stata la risposta del pubblico? Come si è comportato, invece, il pubblico inglese?
Abbiamo suonato parecchio in Italia e spesso il riscontro è stato molto buono, per fortuna ci troviamo bene nelle situazioni live. Quello che abbiamo riscontrato in UK è che più spesso le persone si fermano a parlare parecchio con la band dopo il live, interessandosi alla storia della band, ma potrebbe essere il “fascino” della band straniera!
Cosa riserva il futuro per gli Atlantic Tides? Avete già in cantiere qualcosa?
Cosa il futuro riserverà per gli Altantic Tides è un mistero, ma gli ATL TDS, per il futuro, hanno in serbo una musica nuova, più fresca, più moderna e la voglia di fare scelte migliori.