ANGELUS APATRIDA – Quando suoniamo dal vivo non guardiamo le chitarre o noi stessi, vogliamo vedere le persone che si divertono e cantano

by Riccardo Basso

In occasione dell’uscita del nuovo (qui la nostra recensione), omonimo album dei thrasher spagnoli Angelus Apatrida, abbiamo avuto l’occasione di intervistare il frontman della band Guillermo Izquierdo. Il musicista si è dimostrato un interlocutore molto disponibile e ha parlato a cuore aperto e con entusiasmo di vari argomenti, come il nuovo disco, il nome della band, il ritorno al suonare live e molto altro.

Iniziamo parlando del nuovo album, “Angelus Apatrida”, ho letto che ha raggiunto la prima posizione nella classifica spagnola e che sta andando bene anche in altre parti del mondo. Vi aspettavate questo risultato?

Decisamente no, ci aspettavamo un buon piazzamento perché con i dischi precedenti abbiamo raggiunto la top 10, o meglio la top 5 perché “Cabaret De La Guillotine” si è posizionato quarto e “Hidden Evolution” secondo, ma questa volta le cose erano più difficili a causa dello streaming, di Spotify e di tutte quelle piattaforme che vanno a sommarsi alle copie fisiche. Per una band heavy metal è assurdo pensare di poter competere con tutte le star del raggaeton che sono ascoltate da tutti, come Bad Bunny, inoltre lo stesso giorno è uscito anche il nuovo album dei Foo Fighters e quello era il disco da battere. Sapevamo che il disco stava andando bene, ma non ci aspettavamo il primo posto, è stata una doppia sorpresa perché il disco si è piazzato al primo posto della classifica ufficiale, ma anche in prima posizione nella classifica delle copie fisiche vendute. È stato bello pensare “Sì, ce l’abbiamo fatta!”, ma ovviamente è merito dei fan che hanno comprato migliaia di copie nella prima settimana, quindi sì, ne sono super felice ed è stata un’ottima occasione per apparire nei media più importanti. Ora tutti si chiedono come abbia fatto una band heavy metal di Albacete ad arrivare il primo posto. Questo risutato è stato molto importante anche per la scena metal spagnola in quanto i mass media trattano i metallari come se fossero degli svitati, delle persone strane, ma è solo arte, l’heavy metal è arte e musica e merita molta più attenzione. In altre nazioni, come nel Nord Europa, in Scandinavia, Germania e Regno Unito, prestano molta più attenzione al metal, mentre qui in Spagna è visto come una barzelletta, siamo gli svitati della classe, quindi è bello per una settimana sentirsi così e sfruttare la cosa a benificio della scena metal.

Personalmente ho iniziato ad ascoltarvi molto dopo aver visto il vostro concerto in streaming tenuto per il Metal Alliance Festival l’estate scorsa e una cosa che ho notato e apprezzato è che siete stati una delle poche band a interagire davanti alla telecamera, anche se non c’era il pubblico, è stato strano per voi farlo?

È stato molto strano ed è per questo che abbiamo deciso di farlo, penso fosse il primo concerto, anzi no, prima del concerto per il Metal Alliance, ne abbiamo registrato un altro per il Century Media Isolation Fest. Lo abbiamo registrato nello stesso posto, ma per il Metal Alliance abbiamo voluto aggiungere le luci, il fumo come se fosse un piccolo concerto, ma è stato divertente perchè c’erano delle persone che ci guardavano dietro lo schermo quindi abbiamo pensato fosse figo interagire con loro perchè è questo il modo in cui vorrei vedere un qualcosa del genere, un concerto in streaming, sapendo che è quasi come un vero live. Ho visto anche io dei concerti del Metal Alliance, alcune band suonavano come se stessi guardando un dvd o come se fossero in un videoclip, mancava l’interazione con le persone che stavano guardando. Noi abbiamo pensato fosse divertente farlo e sono contento che ti sia piaciuto, abbiamo voluto fare un qualcosa che fosse meno freddo, ma allo stesso tempo ci siamo comportati come se fosse un vero concerto e noi ci poniamo così ai concerti. Quando suoniamo dal vivo non guardiamo le chitarre o noi stessi, vogliamo vedere le persone che si divertono e cantano, ci piace interagire con il pubblico e abbiamo provato a farlo anche in streaming.

Tornando a parlare del nuovo album, è un disco furioso che trasmette la rabbia provata durante il processo di scrittura, è stato difficile registrare durante una pandemia?

No, penso sia stato il modo più semplice per farlo perché la band è il nostro lavoro a tempo pieno e siamo spesso on the road, dobbiamo essere in tour il più possibile per avere un ritorno economico, siamo sempre in tour. In passato è stato difficile comporre e produrre musica perché eravamo sempre in tour. Questa volta tutto è stato cancellato, tutti i concerti, i festival…Questo album sarebbe dovuto essere un Ep inizialmente perché ci aspettavamo di essere parecchio in giro nel 2020 e non avremmo avuto il tempo non solo per registrare, ma anche per comporre nuova musica. Avevamo due o tre pezzi che non erano finiti, ma per i quali avevamo molte idee sulle quali lavorare, quindi il piano era di fermarsi ad aprile, entrare in studio, registrare e pubblicare l’Ep prima dell’estate per poi tornare in tour, ma tutto è stato cancellato, dunque abbiamo deciso di comporre ulteriore musica e avevamo tutto il tempo necessario per farlo. Anche in Italia è successa la stessa cosa, non c’era nulla da fare in Spagna, una quarantena molto stretta, non potevamo andare a lavoro, non potevamo fare nulla oltre che rimanere a casa, quindi è stato molto semplice. L’intera situazione mondiale e la pandemia ci hanno influenzato molto nello scrivere nuova musica, è stato abbastanza semplice e sono orgoglioso del risultato. Anche le registrazioni sono state facili da fare, abbiamo registrato nella nostra città natale in settembre quando le cose sono migliorate e potevamo dunque andare in studio assieme, visto che si trova fuori città a dieci minuti d’auto ed è un posto molto bello con piscina e barbeque. I due mesi passati in studio sono andati molto bene, inoltre potevo tornare a casa e stare con mia moglie, portare a spasso il cane, fare una vita normale e andare in studio. Non è la stessa cosa di quando devi andare in un’altra Nazione o città dove affitti lo studio e paghi ogni singolo giorno, questa volta è stato semplice anche perché è lo studio di un amico e abbiamo avuto tutte le agevolazioni possibili. È stato semplice e comodo, penso che questo sia il motivo per il quale il disco suona così, abbiamo avuto molto tempo per produrlo prima di registrarlo.

Ascoltando il disco ho notato l’influenza dei Pantera, ma anche di altre band come Testament e Death Angel. Avete ascoltato queste band durante il processo di registrazione o la loro influenza si è rivelata una cosa casuale?

In verità no, le band che hai citato sono tra le nostre preferite di sempre. Ascolto heavy metal da quando sono bambino, ho iniziato a otto anni, quindi è normale ci siano molte cose in testa e per una band come noi è difficile liberarsene e non vogliamo farlo perché sono una parte di noi. Questa band è quella che vorremmo vedere suonare e gli Angelus Apatrida sono la band della quale vorremmo comprare i dischi perché mescolano tutto quello che ci piace, ma questa volta non ho ascoltato metal. Durante la pandemia non ho ascoltato metal, ma rap, rock degli anni ’50, soul, blues, pop, ho ascoltato tutto tranne che metal perché non volevo esserne troppo influenzato. Quando non hai nulla da fare oltre a stare a casa può essere molto difficile [ride ndr]. Volevo comporre nuova musica e non volevo esserne influenzato, ma è impossibile evitare che certe parti vocali ricordino Chuck Billy perché c’è sempre stato, lo stesso per quanto riguarda i richiami ai Megadeth o ai Pantera; i Pantera sono la mia band preferita quindi è impossibile nascondere queste influenze, inoltre è molto difficile essere originali facendo thrash metal, alcune band sono così originali che perdono la bussola e fanno tutto tranne che thrash metal. Nel nostro caso è normale e non lo nascondiamo perché noi siamo così, non vogliamo fingere di essere la band più originale di sempre perché non lo siamo, ci piace molto la musica che registriamo e suoniamo. Penso che il thrash metal vada oltre la musica, per noi è il lato punk della musica e delle nostre vite, è ciò che amiamo e ne siamo molto felici.

Adesso parliamo di tour invece, secondo te quando sarà effettivamente possibile tornare a suonare in Europa?

Vorrei tanto saperlo, ma non ne ho idea. Non penso succederà quest’anno, penso sarà molto difficile muoversi tra le Nazioni. Stiamo pianificando di iniziare a suonare in Spagna, abbiamo un concerto a Madrid il 20 marzo e spero veramente che potremo tenere altri show in estate, ma dipende. Ci sono molti festival europei che stanno venendo cancellati, come l’Hellfest e il Download, quindi penso sarà difficile. Per ora la nostra agenzia europea ci ha detto che non si aspetta di avere tour europei per noi quest’anno perché è molto complicato e nessuno sa cosa succederà. Cosa aspettarsi? Non ne ho idea, ma spero che tutto ciò finisca il prima possibile perché molte band ne stanno soffrendo economicamente. È solo questione di tenere le dita incrociate e sperare che tutto ciò finisca, magari dopo l’estate. Ci sono notizie incoraggianti relative al fatto che dopo l’estate il 70% della popolazione potrebbe essere vaccinato e questo aiuterà, ma non penso che i tour riprendano quest’anno. Magari non a inizio 2022, ma prima o poi tutti potranno tornare in tour e penseremo a questo come un brutto sogno, ma non so veramente cosa succederà. Spero di sbagliarmi e magari settimana prossima, o il mese prossimo la nostra agenzia ci chiami dicendo di avere un tour per noi, ne sarei super felice.

Se dovessi introdurre qualcuno agli Angelus Apatrida, che canzone sceglieresti?

Qualunque canzone del nuovo disco perché penso che questo album sia il biglietto da visita perfetto per qualcuno che non ci ha mai ascoltato. Sceglierei due pezzi, magari “Indoctrinate” per mostrare quanto rabbiosi e punk possiamo essere. Penso sia un’ottima canzone perché è come se fossero tre brani diversi in uno. Ci sono tre parti molto diverse tra loro e credo sia un ottimo riassunto di ciò che sono gli Angelus Apatrida, ma forse sceglierei anche “We Stand Alone” perchè ha un feeling vecchia scuola e heavy metal. Anzi, penso che sceglierei “Indoctrinate” e “You Are Next“.

Il nome della band rimanda al latino, cosa significa di preciso?

Magari mi sbaglio, ma pensa che in Italia abbiate delle parole simili, “Angelus” sta per angelo sia in latino che in spagnolo, mentre per “Apatrida” avete una parola che ci assomiglia e significa senza Nazione, senza patria.

Come lo avete scelto?

Bella domanda [ride ndr]. Eravamo molto giovani e ci scherziamo ancora sopra dicendo che non ci piace, ma è il nostro nome quindi dobbiamo abituarci [ride ndr]. Eravamo dei bambini quando abbiamo iniziato a suonare assieme ventuno anni fa e volevamo solo fare cover delle nostre band preferite. C’era un piccolo contest nella nostra città natale e avevamo l’opportunità di suonare live per la prima volta e volevamo farlo. Ci è stato detto “Ok, ma come si chiama la vostra band?”, la risposta è stata “Non lo so, non abbiamo un nome” e ci è stato detto che era necessario averne uno per partecipare al contest. A noi non interessava molto, volevamo solo suonare, quindi mio fratello, il mio altro fratello che inizialmente era il batterista, è venuto fuori con questo nome in quanto non avevamo canzoni nostre, ma solo cover. Non sapevamo ancora se avremmo cantato in inglese o in spagnolo, quindi se ne è uscito con questo nome mezzo latino e mezzo spagnolo. La nostra reazione è stata “Angelus cosa?” e lui ci rispose che Angelus Apatrida era un bel nome per indicare un angelo senza patria e che era un modo figo di dire “Angelo caduto” (Fallen Angel). Eravamo ancora ragazzini, inoltre lui era un ottimo disegnatore e aveva fatto un logo bellissimo e abbiamo quindi deciso di iniziare così e in caso avremmo pensato a un nome migliore in futuro. Il tutto è successo ventuno anni fa, quindi siamo ancora alla ricerca di un nome migliore [ride ndr]!

La vostra è una lineup molto solida, mentre ci sono band che cambiano membri annualmente qual’è il vostro segreto?

Non penso ci sia un qualche segreto, come ti dicevo ci conosciamo fin da quando eravamo piccoli, Victor e David sono stati tra i miei primi amici fuori da scuola e quindi potevo parlare e condividere musica con loro perché il resto dei miei compagni di classe erano fissati con il calcio e i videogiochi. Anche io giocavo a calcio e ai videogiochi, ma mi ero già appassionato alla musica ed era molto difficile trovare amici ai quali piacesse. Li ho conosciuti fuori da scuola e poi ovviamente vivevo con mio fratello che mi ha introdotto al metal. Sono queste le persone delle quali mi ricordo fin da bambino e con le quali ho condiviso la mia vita da allora. Non riesco a immaginarmi di fare questo con altra gente. Eravamo tutti nella stessa barca e volevamo fare la stessa cosa senza ego e senza pretese, senza problemi, senza una leadership, eravamo in quattro e ognuno era importante, io sono il 25% della band come lo è ognuno degli altri membri, siamo una band molto democratrica. È molto semplice perché dopo tutti questi anni a volte possiamo prendere delle decisioni sapendo esattamente cosa diranno gli altri e questo velocizza molto le cose. Parliamo sempre di tutto e siamo sempre d’accordo, se qualcuno non dovesse esserlo è molto semplice trovare una soluzione. Penso sia come un matrimonio, quando due persone si incontrano e si sposano, alcune coppie durano e altre no e credo che è così che debba essere, alcune band cambiano componenti ogni anno e hanno comunque successo. Nel nostro caso è come se ci fossero quattro cervelli in una band, mentre in altri gruppi c’è solo una persona che decide e le altre la seguono, per noi ognuno è importante. Ovviamente non viviamo nella stessa città e passiamo molto tempo divisi e questo semplifica le cose. Quando sei spesso in tour e passi trenta o quaranta giorni nello stesso furgone, o nello stesso autobus non vuoi rivedere subito quelle persone [ride ndr]. È il nostro piccolo segreto, non facciamo nemmeno prove. Ci troviamo a suonare solo quando c’è qualcosa di nuovo o prima di uno show, per esempio tra due settimane ci troveremo a provare i nuovi pezzi per lo show di Madrid, ma normalmente ci esercitiamo da soli a casa. Come ti ho detto ci conosciamo da molto quindi possiamo imparare e provare un nuovo pezzo da soli e suonarlo tranquillamente per la prima volta assieme davanti al pubblic per la prima volta. È successo con la cover di “The Antichrist” degli Slayer due estati fa, non l’avevamo mai suonata assieme e sapevamo che sarebbe stata registrata per un video. L’abbiamo imparata da soli a casa telefonandoci per chiarire i dubbi. L’abbiamo suonata assieme per la prima volta durante il soundcheck e poi l’abbiamo fatta live e registrata senza ritocchi o modifiche. Ovviamente è stata mixata, ma non è stato aggiunto nulla quindi ciò che senti è vero. A noi piace fare musica in questo modo, è così che facciamo gli album ed è così che componiamo e penso sia molto importante perché mantiene viva la fiamma e non ti annoi. Se dovessi pensare di andare a fare prove due o tre volte a settimana, mi verrebbe male, il mio lavoro preferisco farlo da solo e la musica è il mio lavoro. Questo è solamente il nostro caso e capisco che molta gente faccia diversamente e la pensi diversamente, ma per noi funziona così e ci piace così. Ovviamente ognuno di noi a casa lavora, Victor è sempre in studio, ci vive praticamente perché è un’insegnante di batteria e prova sempre i pezzi e cose nuove usando le varie tracce separate. Quando ho tempo lo faccio anche io e anche David lo fa, anche lui è un’insegnante, ma di chitarra e suona molto. Mio fratello, il bassista, anche se non insegna suona anche lui moltissimo nel suo studio, quindi è perfetto perché impariamo molto e suoniamo cose degli Angelus perché motivati e non ci annoiamo. Quando sta per iniziare un tour non vediamo l’ora di provare e di vederci per suonare assieme.

Se dovessi scegliere un musicista o un cantante come ospite per un brano degli Angelus Apatrida, chi sceglieresti?

Ce ne sono molti, stiamo tutt’ora provando a trovarne qualcuno, ma a volte non rispondono o non gli piace ciò che facciamo, non lo so [ride ndr]. Una domanda difficile, non saprei nemmeno io, perché non posso rivelarti i piani futuri della band. Il mio sogno sarebbe fare qualcosa con qualcuno dei Pantera perché sono una delle mie band preferite e mi sarebbe piaciuto vederli live perchè non ne ho mai avuto modo. Mi sarebbe piaciuto avere un assolo di Dimebag Darrell su uno dei nostri pezzi, o se Phil Anselmo cantasse su una delle nostre canzoni. Adoro anche gli Iron Maiden quindi perché non avere Bruce Dickinson come ospite in un pezzo degli Angelus Apatrida?

Questa era l’ultima domanda, spero di vedervi presto in Italia o che per lo meno possiate tornare in tour in Europa. Vuoi dire qualcosa ai nostri lettori?

Volevo ringraziarti per il tuo tempo e per questa intervista. Mando un grosso abbraccio ai nostri amici italiani, abbiamo suonato da voi poco tempo fa e non vedo l’ora di tornare soprattutto per incontrare i nuovi fan. Abbiamo molti amici lì da voi e non vediamo l’ora di tornare. In attesa che la pandemia finisca intanto potete seguirci su Instagram e Facebook dove troverete news, video e cose divertenti. Finché non potremo rivederci sul palco, teniamoci in contatto sui social media, ma soprattutto restate al sicuro, prima o poi tutto questo finirà, quindi intanto prendetevi cura di voi stessi, delle vostre famiglie, dei vostri parenti e dei vostri nonni, teneteli al sicuro dal virus.

 

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