“S.I.G.H.S.“, singhiozzi, ma anche l’acronimo di “Still I Gently Hide Sadness”. È questo il titolo del terzo album dei trevigiani Afraid of Destiny, creatura di Adimere affiancato dal 2017 da R. F. alla voce. A sette anni dalla sua fondazione come one-man band e da poco approdato sui palchi, il progetto si ripresenta con un disco dalle chiarissime connotazioni depressive black metal intriso di una forte componente atmosferica.
Il titolo esteso si addice all’eleganza che permea i quaranta minuti scarsi di “S.I.G.H.S.”, che vede episodi tirati “Take Me Home, Death” e “Shells” che a tratti richiamano i grandi nomi che hanno contribuito a modellare genere in questione: ci sono i tappeti di doppia cassa e le chitarre arpeggiate, così come le urla di R. F. ben si sposano con i riff più corposi. Parecchi i momenti più atmosferici e riflessivi: su un totale di otto tracce, a conti fatti la metà è composta da intermezzi che rischiano di far calare la tensione, ma che fortunatamente riescono a non annoiare grazie alla loro stessa natura. Da dialoghi estratti da “Her” di Spike Jonze in “Tutto ciò che sento“, a tracce vere e proprie che pongono la loro attenzione sul lato più atmosferico della proposta, come il crescendo di “Cursed and Alone” con le sue chitarre stratificate, fino alla delicata “Malinconica Venezia“.
Dal punto di vista della mera esecuzione ci troviamo di fronte a un lavoro onesto, che vede anche dei pregevoli assoli, ad opera dell’ex membro M.S. e di Thomas Major (Deadspace), che mostrano influenze di stampo più classico. Nota un po’ dolente è la prova alla batteria di N. (Blaze of Sorrow), a volte un po’ zoppicante sulle parti più cadenzate, ma nulla che impedisca all’ascoltatore di apprezzare il lavoro.
In definitiva, gli Afraid of Destiny si presentano al fatidico terzo album con una buona prova, equilibrata nelle sue diverse caratteristiche e che i fan del genere apprezzeranno indubbiamente.