HATE – L’ispirazione arriva da dentro

by Tancredi Cassina

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In occasione dell’uscita del nuovo album degli Hate, “Tremendum”, abbiamo avuto l’occasione di scambiare quattro chiacchiere con Adam the First Sinner (alias Adam Buszko), voce e chitarra della formazione polacca. Buona lettura!


Ciao e benvenuto su Metalpit! È un piacere averti sulle nostre pagine.

Ciao, è un piacere per me.

Vorrei iniziare quest’intervista chiedendo la tua opinione sulla scena polacca. Secondo me, a partire dalla seconda metà degli anni ’90 band straordinarie sono nate e cresciute nella scena estrema e negli ultimi anni credo che la nicchia black metal polacca sia un’eccellenza. Quali sono le vostre band preferite in questa scena? Come vivete questo fenomeno come uno dei protagonisti?

Sinceramente, non ho molto a che spartire con l’underground black metal polacco, perché musicalmente siamo legati al death metal, è il punto da cui proveniamo. Comunque, conosco questa scena piuttosto bene. Ci sono dei grandi nomi (come Mgła o Batushka per esempio), ma anche un mucchio di poser e mediocrità. In ogni caso è vero che questa scena sia un fenomeno degno di nota con nuove band che arrivano in continuazione. Dev’esserci qualcosa nell’acqua polacca…

Tremendum è un ottimo album, molto rifinito e potente, mai debole e più di tutto molto evocativo. Come si sono svolti il processo di scrittura e la successiva realizzazione?

Grazie per le tue parole. Non registriamo mai lo stesso album. Cerchiamo sempre di rifinire ciò che facciamo nel tempo. Devi cambiare il modo in cui mandi il tuo messaggio per esprimere al meglio ciò che vuoi esprimere. Quest’album è un ulteriore passo avanti nell’oscurità sonora e, credo, un album più definito del precedente “Crusade: Zero”. Credo che alcuni ascoltatori potrebbero riscoprire gli Hate dopo aver ascoltato “Tremendum”, perché quest’album ha decisamente un nuovo feeling e nuove caratteristiche. Abbiamo cambiato studio e produttore. Inoltre, non abbiamo editato la batteria e le chitarre, per cui le canzoni suonano molto simili a come suonano in sala prove o sul palco.

Quali sono i progetti per supportare il nuovo album? Avremo la possibilità di vedervi in Italia?

Recentemente abbiamo tenuto un tour europeo con Nargaroth e Absu. Sfortunatamente l’Italia non era in programma. Comunque, sono sicuro che torneremo in tour quest’autunno e spero di avere l’occasione di visitare il vostro Paese questa volta. Per adesso, non posso dire nulla perché il tour non è del tutto confermato.

Dopo più di vent’anni dalla prima ondata black metal e dopo più di due decadi di carriera, quant’è difficile non produrre musica stereotipata e prevedibile? Qual è il vostro segreto per avere successo? Qual è il vostro approccio in termini di tematiche?

Creare musica è sempre un’avventura e richiede tempo e impegno. Di solito, creiamo qualche versione di ogni canzone e diversi arrangiamenti, non c’è uno schema ben preciso. Ogni canzone è trattata individualmente. La struttura e la tecnica sono importanti, ma una volta imparato a creare una struttura, ci sono altre cose che entrano in gioco. Quando compongo, mi chiedo spesso se ciò che sto scrivendo mi prende emotivamente. Penso che la musica debba evocare emozioni e ispirare certe energie che sarebbero inaccessibili altrimenti. Inoltre, credo che la musica sia uno strumento per mandare dei messaggi. Per me è più importante lo scopo, il motivo per cui si crea musica più che il processo di creazione in sé.

In quanto veterani, cosa pensate della recente riscoperta del black metal e del cosiddetto “post” black metal? Dato che voi siete abbastanza borderline con il vostro sound, è interessante avere un punto di vista diverso: quasi nessuna delle band moderne lo mischia con il death metal, preferendo hardcore e derivati.

Beh, è comprensibile, perché il black metal è ancora un genere ribelle e fonte di ispirazione, ma molto spesso frainteso. Come ho già detto, ci sono alcune ottime band in quest’ondata, ma anche poser e idioti. Onestamente ne rispetto poche in questo genere e la gran parte sono band di lunga data che suonano dal vivo e in qualche modo supportano ciò in cui credono. Il black metal è prevalentemente ideologia, non musica. È un certo tipo di attitudine e di stile di vita. In questa nuova ondata riesco difficilmente a trovare qualcosa che mi interessi davvero, ma sono sempre aperto ad ascoltare nuovo materiale. Mi considero ancora un allievo, non un maestro o (come la metti tu) un veterano :)

Se dovessi esprimere un desiderio, con quali artisti del passato vorresti collaborare o condividere il palco in tour? Quali sono le tue maggiori influenze?

Beh, i miei gusti musicali spaziano attraverso vari generi. Ascolto molti artisti diversi, sia metal che non. Penso, comunque, che la mia ispirazione arrivi da dentro più che da band o generi specifici. Se mi chiedi con quali band vorrei condividere il palco… sarebbe bello andare in tour con Emperor, Cannibal Corpse e di nuovo con i Mayhem.

Secondo te, qual è il fattore che definisce la grandezza di una band e che contraddistingue ciò che vale davvero dai semplici tentativi?

Credo che non ci sia un solo fattore, piuttosto un insieme, unito all’input dei singoli individui in una band. Quando c’è la giusta energia, la cosa più importante è la visione che vuoi condividere con gli altri. Deve essere onesta e genuina. Il resto è dato dalla determinazione nel realizzare questa visione.

Bene, questa era l’ultima domanda. Ti lascio uno spazio per dire ciò che vuoi ai nostri lettori e grazie per il tuo tempo!

Grazie per quest’intervista. Vorrei salutare tutti i seguaci degli Hate nel vostro Paese. Spero che aapprezzeranno il nostro nuovo album “Tremendum”! Se avremo l’opportunità di tornare in Italia e presentare il nuovo materiale, lo faremo sicuro. Non vedo l’ora!

Foto di Daniel Rusiłowicz

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